……quando la modernizzazione tecnologica si fà stile di vita classica fuori dalle mitologie e e lontana dalle ideologie e incide nel profondo anche le nostre esperienze personali e comunitarie…raccontandoci le sue storie vissute e donandoci gli srtumenti della sua intelligenza .
voglio evocare “lo spirito cumunitari e paesologico nelle parole sempre del cuore delle Elda……….
……..Gli studi classici, tanto fastidiosi per alcuni al punto da dover essere annullati nei discorsi, mi ricordano sempre che la parola “communitas” non significa condividere delle cariche, degli oneri, ma vuol dire avere in comune dei “munia”, dei doni, dei beni, e aver stipulato un patto di scambio reciproco di questi beni, un patto non scritto ma accettato dai componenti. Colui che non rispetta questo patto è “immunis” ossia “ingrato”, perché non rende il beneficio ricevuto. Noi avevamo dei munia, dei doni. Questo soprattutto avevamo.
Molto modestamente, e ormai da un luogo che non mi permette di vivere in prima persona altre delusioni e altri dolori, io credo che non ci sia nessuno spazio per un vero cambiamento “esterno” se prima non si cerca di mutare internamente.
L’uscire da sé è fondamentale, l’affacciarsi sull’altro, uomo, donna o filo d’erba che sia è la vera strada che bisogna percorrere. Chiamatemi pazza, chiamatemi esagerata, chiamatemi visionaria, non importa. La verità è che gli uomini e le donne di questo tempo, del tempo dell’utile, non possono mescolarsi a chi vive nella Vita, per come può, con passione e con attenzione. L’idea di un’uguaglianza supposta è sbagliata, non siamo tutti uguali e non lo saremo mai.
C’è chi sente il dolore del Mondo e chi, invece, quel mondo lo occupa con le proprie strategie e le proprie costruzioni egotiche, c’è chi si lamenta della solitudine e, poi, non sa chinarsi a fare una carezza a un cane, c’è chi rivendica ruoli e titoli e, in nome di ciò, passa sul Mondo come si passerebbe su un campo di papaveri e di grano, calpestando, ignorando, distruggendo.
I segnali c’erano tutti, erano tutti lì in bella mostra, alcuni di noi li avevano còlti e denunciati, altri li intuivano, altri non volevano vederli per non sciupare un’illusione…..
elda martino
Non si puo`non essere d’accordo con te,ma chi ha capito veramente quello che tu dici deve tenerselo in corpo e non poterlo gridare?È vero che c’e`troppa finta esposizione falsa …falsa esigenza di apparire …e come dici tu “…c’è chi si lamenta della solitudine e,poi, non sa chinarsi a fare una carezza ad un cane….” ma scrive articoli ,Post e fa larghi commenti …..Io mi chiedo – praticare IL SILENZO(che pure ha un sua forza rivoluzionaria ) è il solo modo per annullare il vocio da mercato di quello che tu deunci? Io ,francamente,non lo so e mi attengo ad una mia morale-parecipo se mi sento coivolto civilmente e emotivamente ……-
Cara Elda…un abbraccio
io penso che elda sia più avanti di steve jobs. le persone non si misurano solo dalle realizzazioni materiali.
Mentre per molti la sua eredità sono i suoi prodotti, per me è nei cambiamenti compiuti dalla Apple sotto la sua gestione, cambiamenti che vale la pena ricordare, in grado di guidare l’industria elettronica verso un futuro pulito.
Tom Dowdall, Greenpeace International
http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/steve-jobs-un-degno-avversario-un-prezioso-al/blog/37223/
Il clamore mediatico come al solito ha reso mitico un personaggio che nei suoi affari era tutt’altro che etico . Spremeva i suoi impiegati come limoni , licenziava senza pensarci due volte e senza un motivo valido . Insomma , non era un Adriano Olivetti , che dell’impresa aveva un senso etico alto e viveva con utopie che ha reso concrete con il suo modello imprenditoriale . Il video di Jobs , a confronto con la bella riflessione di Elda crea un corto circuito che rende il discorso di Jobs “di cuore” ( non c’è dubbio ) , ma pieno di quella retorica americana un po piu secolarizzata , ma che in altri casi (vedi Bush) dichiara guerra posando la mano sulla bibbia . Le parole di Elda sono più vere perchè “povere” .
questo è un punto importante, elda e jobs….
capisco che a molti suoni scandaloso anche l’accostamento
e questo è il guaio del capitalismo mediatico
dobbiamo avere il coraggio di attribuire valore secondo una scala che sia veramente nostra.
difficile capire su che scala svolgere le proprie mosse …. viviamo in una dimensione in cui le scale sono sovra-determinate . nell’anima prende forma un immagine che rimanda alle scale famose di Escher :
http://it.bing.com/images/search?q=Escher&view=detail&id=DED57F3CF0A097308DA9D5E202B2E8D70D5D6B14&first=0
Le scale di Escher sono scale della fantasia, labirinti perfetti della mente. Disegni geniali. Ma le scale restano le scale, si sale di quel tanto che lasciano salire. E poi si scende. Non è che si può rimanere sempre lassù. In cima alla scala. E queste sono le scale della realtà, della vicinanza, dei condomini dove abitiamo, dei sentimenti. Jobs era un genio, c’è ben poco da dire. E’ entrato nelle case di moltissimi, con le scale o senza le scale. Trenta anni fa nessuno che sia nessuno avrebbe immaginato una cosa del genere. O forse sì. Non lo so. Delle volte mi chiedo che mai sarà fra venti anni, fra trenta. Quanti altri geni entreranno nelle nostre case, a mutarle, a mutare le nostre menti. Speriamo bene. Speriamo che tutti questi geni siano, per una volta, realmente geniali. Io, per parte mia, continuo a confidare soltanto nelle persone che incontro per strada. Lo so, è un poco stralunato tutto ciò. Ma non più di tanto.
Un grande abbraccio
Adelelmo Ruggieri
se comunità provvisorie non afferma la fondamentale uguaglianza degli uomini, in diritti e doveri, nella dignità e qualità di persone, nonostante i differenti casi della vita, uscirò per sempre, gradatamente, da questo movimento (che rischierebbe di diventare il solito circoletto di anime belle), su questo non transigo
scrivo solo perché chiamata in causa, quelli di voi che sono rimasti in contatto con me e mi sono stati vicini sanno che ho scelto il silenzio da un bel pezzo, e per il mondo della rete non è stata certo una gran perdita la mia assenza:-)
Jobs era un genio, era un visionario pratico, era famoso, potente ed era miliardario. aveva un suo sogno, una sua passione e un suo obiettivo e li ha perseguiti. era un uomo di questo tempo.
Ora, con tutto il bene che vi voglio, io che c’entro? a stento riesco a contenere la foll(i)a dei pensieri che mi attanagliano il cervello… a stento riesco a resistere nel mondo…in questo mondo.
vi ringrazio, mauro e franco, siete generosi e pazzi ( ma come vi vengono in mente certi paragoni?!?!) e io vi voglio bene.
voi sapete come la penso. per ciò che conta, credo che la vera follia e la vera rivoluzione stiano nella speranza che accada qualcosa di veramente “miracoloso” o che non accada nulla, in definitiva nel rischio di vivere completamente e furentemente ( perdonate questo avverbio che forse nemmeno esiste, e questo la dice lunga…) e gioiosamente nel Mondo, quello vero, non quello dell’utile.
d’altra parte lo stesso Jobs, finendo il suo discorso dice: be hungry, be foolish, be hungry, be foolish. affamati e folli, e questo mi piace, al di là della retorica americana.
un abbraccio e in bocca al lupo a franco per il suo libro!!!!
elda
Cara Elda, ciao. Solo una piccolo cosa, quel passaggio, “be hungry, be foolish, be hungry, be foolish”, è davvero…. …. …… E va bbè, meglio lasciare perdere. Piuttosto volevo ricordare la casa sotto la piazzetta. La nostra amica che ci racconta dei suoi parenti emigrati in Argentina. Quella cucina lunghissima che faceva anche da salotto. Ci accolse per una manciata di ore. Ma sarà difficile dimenticarle. Ti giunga un grande abbraccio. Adelelmo
non le ho dimenticate nemmeno io, caro Adelelmo. sono un tesoro inestimabile, un dono da tenere protetto e da conservare nel mio cuore.
ti abbraccio con affetto e con stima
elda
le persone caro sergio
dovrebbero essere tutte uguali di fronte alla legge
e tutte uguali negli ospedali etc..
non certo in letteratura e non certo per cristo
per il quale gli ultimi dovevano essere i primi…
io non voglio affatto sminuire steve. sto scrivendo con una sua macchina. ha fatto molto, è indubbio.
quello che mi preme è che non ci devono essere automatismi. l’eccezionale, l’inaudito non deve essere per forza lontano da noi, tutto qui…
piccolo appunto : forse le Parole , quelle vere , si fanno ascoltare …
tutto esatto caro franco, aggiungo solo, come faccio a sperare, anzi a esigere, che il peggiore delinquente, il più incallito bugiardo etc…faccia autocritca, si emendi e non “pecchi” più, se non ho la incrollabile convinzione che in “nuce” non abbia tutte le potenzialità per divenire il più saggio e utile degli uomini?
Amici, tutto si conquista e tutto si disperde, solo la poesia no, ma bisogna ritrovarla in quel poco di buono che c’è in ognuno di noi aggrovigliati eternamente tra bene e male, passioni e delusioni, fatica e fortuna, disgrazia e sopportazione, cause ed effetti, speranza presa dalla vita degli altri, sorriso e compassione sbocciati nel cuore per testimoiare il meglio noi stessi… Vi saluto, un abbraccio garbatissimo a Elda, Gaetano Calabrese desideroso di vedervi presto!
gaetano caro, sei sempre un gran signore. mi sei stato vicino anche da lontano, col tuo garbo e il tuo affetto sincero, non me ne dimenticherò mai. è con persone come te che sarebbe bello pensare a un Mondo nuovo, o almeno sognarlo.
un abbraccio a te a ai tuoi cari
elda
Sono io il responsabile dell’accostamento e del paragone.Avevo letto in altro spazio il post critico e stimolante di michele e con l’astuzia della ragione mi ero sentito nello stesso tempo attratto ed insoddisfatto.Mi sono chiesto ma lo spirito generoso e laicamente misericordioso delle nostra esperienze comunitarie rispetto alla morte di una tale figura culturale ed umana autenticamente controversa con quali parole vere e profonde poteva essere evocata se non quelle della Elda .Io so che di aver fatto una forzatura alla sua volontà di non apparire sul nostro nuovo Blog ma conosco la sua amicale generosità ed ho voluto usare le sue parole per esprimere un mio disagio emotivo, razionale ed umano rispetto alle esigenze di michele.Delle persone che apprezzo e stimo non mi interessano la loro funzione nella gerarchia dei poteri economici,politici o culturali ma mi intriga la loro vita se è vissuta in modo genuinamente coerente alla loro contraddizioni.Ogni uomo è grande se vive le sue debolezze con consapevole coerenza.Enormi grandezze insieme a grandi debolezze per un uomo profondamente umano. La tecnologia credo che lo annoiasse a morte per la sua strutturale rpetitività ma tuttavia se prodotta doveva dare il meglio di sé anche in bellezza e praticità. Il meglio …quello che noi a fatica tra incomprensioni e limiti cerchiamo di profondere nei nostri sentimenti ,opinioni e idee.La tecnologia è espressione della nostra umanità al ricerca del meglio e del bello o non è. Le invenzioni tecnologiche precedenti (microfono,telefono ,televisione) erano protesi estensive dei nostri sensi le nuove tecnologia sono estensioni della nostra immaginazione , delle nostra mente e esrcizio critico dei nostri valori.Il loro intento (nonostante il profitto economico moralmente e politicamente accettabile ) è di essere occasione e palestra pe il nostro corpo,delle nostre sensibilità, emozioni ed idee e delle nostre parole,alla velocità della luce ma con intuito ,grazia e bellezza. E ,se vi pare poco, questo per ora mi basta……uno stile di vita :affamati e folli anche in irpinia….
mauro
da questa intervista a Pierre Levy , nuvi spunti per continuare la discussione ……
http://www.hackerart.org/corsi/fm03/esercitazioni/pecorini/Interviste/5_interviste.htm
spero sia utile . 🙂