Il racconto contromano – PALLE DI NATALE

Ricevo e pubblico questo breve racconto di un giovane scrittore nuscano, Luigi Capone, vecchia conoscenza del blog che fu. Una storia contromano, alla maniera bukowskiana. Anche questo un modo per segnalare la malattia del mondo, magari un po’ ingenuo, ma perché no, ci sta per sorridere amaro sull’orgia natalizia di cui pare che non se ne possa fare a meno e che non cela il cinismo d’un mondo che sprofonda.  E poi un BAD-racconto, che va illustrato in adeguato modo….. (Salvatore D’Angelo)

(Logo elaborato da Maurizio Ceccato)

PALLE DI NATALE

di Luigi Capone

Questo fottuto albero di Natale mi guarda e lampeggiano le sue lucine su questo tetro  arrivo della vigilia, nel bel mezzo del periodo delle convenzioni più marcate.  Questi giorni  pieni di lotterie  ma senza fortuna,  di centri commerciali e di gesucristi elettrici  e babbi natali che si inculano,  di tabacco rollato e fumato al freddo,   giorni saturi di addii e di gente che ritorna.  Rinchiuso in una stanza che puzza di stufa a gas,  perso tra i bar in una solitudine, respirando l’aria fredda dell’inverno.

Ho un vassoio ricoperto di avanzi di cibo da asporto sul davanzale, una bottiglia di spumante mezza vuota e ammuffita, l’amplificatore attaccato a una spina bruciata e la chitarra sul letto insieme a me.  Le lenzuola sono di nuovo grigie. Dovrò decidermi a lavarle un giorno. Esco di tanto in tanto per scendere al bar sotto casa dove un certo numero di persone con la pancia piena e sazia di cibarie paga e offre bicchieri di prosecco. Il sapore che ha quella roba è qualcosa tra l’acido e la muffa ma ubriaca in fretta e costa poco.  Ne butto giù pure io quanti riesco a prenderne.

Nei supermercati trionfano scritte come “ENJOY!” e  “PALLE DI RENNA FORMATO FAMIGLIA IN OFFERTA”. Ed happy new year, ovviamente.

Il sindaco, per incentivare il commercio, ha piazzato sopra le vetrine dei negozi e dei bar degli altoparlanti che diffondono incessantemente le musichette natalizie. All’inizio non ci faccio caso in mezzo al trambusto,  poi più  il jingle continua a girare più iniziano a girarmi i coglioni a tempo di sonagli di palle di renna. Infine basta essere poco attenti e distrarsi un attimo per urtare contro uno di quei pupazzetti barbuti che appena li sfiori iniziano a simulare la grassa e porca risata di Babbo Natale :”OH OH OH”.

Proprio stasera credo di averlo visto dal vivo. Stava entrando furtivamente dentro il locale. Si è guardato bene attorno per assicurarsi che nessuno lo stesse vedendo ed è sgattaiolato per la porta del retro dove si è messo a fumare sigari e a buttare monete in una slot machine. Il gestore del locale gli ha sistemato una branda nello stanzino in modo che Babbo può restare a dormire lì quando esagera col bere.

Dalla finestra della mia stanza si riflettono sul pavimento le lucine rosse, gialle e blu, e riesco anche a vedere il balcone della casa del nostro Babbo. Le ante sono sempre spalancate e grondanti buste di immondizia; in mezzo, come a fare da ornamento c’è una vecchia sedia Ikea pieghevole spaccata. In giro dicono che ci abiti un pazzo. Solo io so che ci abita Lui. Dorme sul divano con un dito nel culo davanti alla tv accesa su trasmissioni di sesso telefonico.

Quest’ anno sembra avere la barba ancora più sudicia e unta, capita sempre più spesso che vada a rubare del cibo, qualche prosciutto o roba del genere durante le feste e che divorandolo avidamente si imbratti del tutto. Il whisky nemmeno lo aiuta ma gli dà quell’aria sorniona e bontempona che in lui tutti i bambini amano.  Ha messo su ancora qualche chilo e in casa sua deve avere il cesso otturato. Credo che ultimamente abbia bisogno di un medico ma non ha i soldi per pagarlo, spende tutto in gioco d’azzardo, whisky, sigari e qualche mignotta a buon prezzo. E’ facile che lo vedi tornare a casa talmente ubriaco da reggersi sulle spalle del travestito che gli fa da accompagnatore. Ma rimane sempre di buon umore, ed è solito canticchiare ai trans delle canzoncine natalizie  che si sentono fino alla mia finestra :

“non rubo in giro: faccio affari questo racconto ai miei compari… mi vesto in una maniera bizzarra ma solo per il gusto di trovarmi sempre al posto giusto… Mi vendo il culo e non mi lagno pur di avere un bel guadagno… Vado in giro per le strade facendo il compagnone finché ‘sto popolo riman coglione… Sono un pezzo di merda ma non lo dici perche vi faccio alla fin felici…”

Ah! Quello stronzo di Babbo Natale ! Dove c’è il brodo lì inzuppa la pagnotta !

Molti non sanno che ha anche l’anima del pezzente. Si sente derubato di continuo ma non lo dà a vedere. E’ davvero avido fino all’osso. Non gli frega un cazzo se alcuni bambini piangono e restano senza regalo.

Gesù Cristo ha fallito.  Ha lasciato che il suo compleanno diventasse la festa  di chi se la può permettere. Io e quelli come me restiamo nella merda e siamo delle merde, e dei  peccatori .  Chi vive nel merdaio se ne fotte di Dio. Chi vive in centro si mette il vestito e va in chiesa. Sicuramente quando scenderò giù al bar dopo la mezzanotte troverò un branco di tossici che si faranno gli auguri e comprerò a debito la mia dose. Così si festeggia il compleanno del bambinello da queste parti.

Per il resto sarà tutto normale :anche quest’anno il buon papà della villetta vicino al centro sarà costretto ad andare nei negozi per comprare il regalino al suo bel bambino dai capelli dorati. Il bambino del mio quartiere invece avrà un destino leggermente diverso .  Il suo vecchio uscirà di casa, sparerà un colpo di pistola in aria e rientrando gli dirà: spiacente ma Babbo Natale si è suicidato.

26 pensieri riguardo “Il racconto contromano – PALLE DI NATALE

  1. prima di commentarlo voglio rileggerlo bene domattina, posso dire che è in linea con il personaggio di luigi capone, che sto imparando a conoscere dalla chat di fb, un uomo spontaneo, genuino, generoso, senza infingimenti. ce lo raccomandò all’epoca mastro michele fumagallo, che istituì con lui un rapporto di franco dialogo, senza spocchia da parte sua, rispettoso. rieccolo due anni dopo, integro nella sua veracità di fondo. spero che stia con noi, per iscritto e in carne e ossa

  2. Quoto Sergio. Mi auguro che Luigi (con altri giovani amici) ci raggiunga all’oasi di Senerchia dopodomani, appuntamento alle ore 11,00 e poi trascorra con noi il resto della giornata, da Luciano a Materdomini , per una bella chiacchierata comunitaria e un pranzetto di fine anno. Non abbiate preoccupazioni eccessive, ci si stringe e ci si aiuta.
    @f.cataldo
    l’accostamento a Bukowski era un complimento….”mutatis mutandis”, si capisce.

  3. Bukowsky non c’entra niente, l’intenzione era descrivere “l’altra faccia (o feccia) del Natale. Quello che vivo io! Auguri a tutti!

  4. p.s. l’unica citazione presente nel racconto è di Jake La Motta. Il pugile italo americano, quello che fu interpretato da De Niro in Toro Scatenato!

  5. @ francesco cataldo
    Comunque devo dire che la maggiorparte dei racconti che ho letto su questo blog sono di “arminiana memoria”, ossia Imitazioni di franco arminio…io mi ispiro alla letteratura americana a russa…

  6. @salvatore d’angelo…
    onestamente la tua “prefazione” non mi è piaciuta…Definire il racconto ingenuo come per dire: “so ragazzi…”, “perdoniamoli perchè non sanno quello che dicono”, mi pare un pò squallido.

  7. caro luigi,

    non pensavo affatto a quello che riporti; sono sincero e non hai motivo di non crederlo.

    Rileggi con meno pregiudizio : “Una storia contromano, alla maniera bukowskiana. Anche questo un modo per segnalare la malattia del mondo, magari un po’ ingenuo, ma perché no, ci sta per sorridere amaro sull’orgia natalizia di cui pare che non se ne possa fare a meno e che non cela il cinismo d’un mondo che sprofonda. E poi un BAD-racconto, che va illustrato in adeguato modo…”.

    L’ILLUSTRAZIONE, ossia il nuovo logo del BAD, acronimo per Bunker Art Division, con quell’uovo/bomba pronto a esplodere si sposa bene con la tua intenzione di raccontare l’altra fa(fe)ccia del Natale. Vale a dire anch’esso un sintomo del mondo che sprofonda. Esattamente ciò che avevo ed ho appena ri/portato dalla mia presentazione. Che non mi pare affatto negativa, né è un peccato dire che mi rimanda a certe atmosfere bukowskiane.

    Quanto al modo “ingenuo”, è semplicemente una opinione, non è “lesa maestà”. Non devi avertene a male. Avrò il diritto di esprimerla la mia opinione? avrò il diritto di farti sapere che c’è dell’ingenuità nel modo come costruisci questo segmento di narrazione? Non sempre l’ingenuità è un limite.

    Di certo lo è la presunzione. Cioè il PRE/SUMERE – e dare per verità acquisita- ciò che non pensano affatto gli altri.

    Con schiettezza e senza rancore.
    Spero di incontrarti di persona mercoledì.

    1. Luigi dici a me?
      ad ogni modo, se così fosse, mi spiace deluderti. non ho mai letto libri di franco arminio. solo qualche nota su fb. e già questo mi basta a dire che non è il mio genere.
      le tue “minchiate”, come tu stesso le definisci, mi piacciono. era la prefazione che, a mio avviso, trovavo fuorviante nei termini di “maniera bukowskiana”.
      la tua autopresentazione esprime molto meglio quanto scrivi. gli conferisce molta più forza. e poi, non ti nascondo che esprimere dissenso per le convenzioni e l’ipocrisia che si vedono in giro, è virtù di pochi e allo stesso tempo è arte che riesce ai pochi. e da quanto letto, credo che tu ci sei in questa cerchia ristretta.
      una mia opinione, tutto qua. non vuole essere certo un giudizio.

  8. @salvatore d’angelo
    Forse hai ragione, pensandoci bene l’aggettivo “ingenuo” è esatto…avendo visto Babbo Natale non può essere altrimenti.

    1. a quanto ho capito l’amministratore del blog ha rimosso qualche commento di una persona terza. questa cosa mi infastidisce perchè potrebbe far pensare ad altri lettori che la diatriba sia tra il sottoscritto e sergio e luigi. cosa non vera.
      caro amministratore del blog, non solo censuri, non dai spiegazioni ma lasci soprattutto spazio agli equivoci. poca onestà!
      Cambia mestiere!

      1. Tranquillo, amico, sei fuori strada. Ti invito a leggere, in alto a destra, le regole del blog, così capirai. Ho rimosso com’è mio legittimo diritto e secondo le regole condivise, non “qualche commento” ma due – dico due- parole assolutamente offensive in quanto due insulti grevi rivolte alla persona , che nulla aggiungevano al lapidario ( e condivisibile) invito al “letterato” a non celarsi sotto un nick per esprimere la sua “sarcastica ironia” nei confronti di l.c. Semmai facevano ulteriormente abbassare il livello dei commenti. Insomma , una cosa è fare dell’ironia, invitando qualcuno “a non fare il bukowski” (il che, per quanto fuorviante, ci può stare) altro è insultare con parole grevi.

        Ciò detto, invito te e coloro che sono intervenuti nei commenti a rileggerli in sequenza e a prendere atto che di tutto si sta parlando tranne che entrare nel merito del testo, della sua composizione, delle sue qualità letterarie o meno. Il che non depone a favore della sostanza di chi interviene. Nè oso pensare che questo sia solo un espediente per alzare il numero dei commenti; se così fosse vorrebbe dire che siamo proprio sottozero. Spero proprio di no.

        Detto di volata: tacciare di “disonestà” e invitare a “cambiar mestiere” persone di cui si ignora tutto, ( e non solo per ciò che riguarda l’agire specifico, ripeto- più che corretto) è quanto meno temerario.

        Per rispetto all’autore del testo sarebbe interessante entrare nel “merito”, discutere della forma, dello stile, del contenuto, della sua resa, del suo ritmo, della maniera come viene costruita la “fabula” nel testo, della sua interna tensione eccetera eccetera.. facendolo con convinzione e con rispetto del punto di vista altrui. Questo darebbe tono e stile alla discussione, arricchirebbe ( e non annoierebbe) anche quelli che si limitano a leggere soltanto.

        PS Per quanto mi riguarda, le parole “grevi” nel testo, sono semplici “parole” appunto, fanno parte di una scelta di stile utile a caratterizzare psicologie ambiente situazioni; tutto qua.

      2. bastava postare un semplice “commento rimosso”.
        riguardo al racconto credo di aver espresso un parere. l’analisi del testo la lascio ai letterati. è ben lungi da me. se poi i pareri di semplici lettori non sono ben accetti, buone cose a voi e al blog

  9. io non ho mai scritto niente per nessuna casa editrice, non sono uno scrittore nè un poeta. Forse però sono libero di scrivere quello che voglio, siano anche minchiate…

  10. .mi piace.

    –“ Vivo sulla lama, mi commuovo nei bassifondi, parlo coi ricercati dello Stato, brigo, mi procuro e dilapido milioni, poi rischio, mi struggo, mi umilio, mi arrendo. Poi mi faccio e tutto torna bello, più splendente di prima. Vuoi mettere risorgere, risorgere, risorgere!”. da Pompeo di A. Pazienza .

  11. FINTI letterati. Pensano di valere qualcosa solo perche si sono letti centinaia di libri di merda. Pessima razza.

  12. cortesemente non sostituite parole del mio commento con sottintesi che non ho scritto io, semmai mettete “omesso dal moderatore”, grazie. e poi non vedo perchè deve essere tolto il mio epiteto e puo restare il beffardo insulto di letterato, per giunta anonimo

  13. buon anno a tutti, poveri e ricchi, buon anno a te Luigi Capone anche se pur comprendendo lo stato d’animo e “d’ispirazione” non condivido lo stile del linguaggio scritto.
    Buon anno a tutti.

  14. @lavocedimonteverde
    Ti ringrazio, mi fa piacere che finalmente qualcuno ammette di essere infastidito dal mio linguaggio. Buon anno anche a te!

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