Jalāl al-Dīn Rūmī, fu poeta, giurista, teologo e mistico nato nel 1207 D.C. e fondatore della confraternita sufi dei “dervisci rotanti”, è considerato oggi come una delle figure più rilevanti della letteratura persiana nonchè autore di numerosi testi, di cui uno “Masnavī Spirituale”, è oggi ritenuto un Corano in lingua persiana, e di una massima a me molto cara: “O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso”.
Qui, una sua “poesia mistica”, sul ruolo del cammino, della casa, e del Cammino per La Casa che l’uomo sovente insegue per tutta la vita.
O gente partita in pellegrinaggio! Dove mai siete, dove mai siete?
L’Amato è qui, tornate, tornate!
L’Amato è un tuo vicino, vivete muro a muro:
che idea v’è venuta di vagare nel deserto d’Arabia?
A ben vedere la forma senza forma dell’Amato,
il Padrone e a la casa e la Ka’ba siete voi!
Dieci volte siete ormai andati per quella via a quella Casa,
provate una volta da questa casa a salire sul tetto!
Bella è la casa di Dio, ne avete narrato i segni:
provate ora a darci un segno del padrone di quella casa!
Dov’è il mazzo di fiori, se avete visto quel Giardino?
Dov’è la perla dell’anima, se uscite dal mare di Dio?
Comunque possa tanta fatica vostra divenirvi un tesoro,
sebbene, ahimè, siete voi stessi velo al tesoro!
Ti ringrazio per avermi fatto scoprire questo maestro di saggezza. Poiché mi sono incuriosito, mi sono anche messo a ricercare; tanto che ho scovato quest’altra poesia sufi che offre spunti di buona riflessione. Nella rosa ci vedo un paese dei nostri destinato all’abbandono, con le sue meraviglie e con le sue difficoltà, da proteggere e da condividere. Un saluto Giovanni Castello
IL SAGGIO.
Ero perso con lo sguardo verso il mare
ero perso con lo sguardo nell’orizzonte
tutto e tutto appariva come uguale
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l’ho colta ma l’ho protetta con le mie mani,
non l’ho colta ma con lei ho condiviso il profumo
e le spine, tutte quante. (Hafiz)
Mi vengono in mente le rihla, i diari di viaggio del berbero Ibn Battuta, straordinario giramondo, un secolo più tardi…
Quella rosa che ci commuove tanto, perchè tanto ci assomiglia? A me, viene da pensare così…
…e Ibn Battuta, paesologo ante litteram? Mi permetto di consigliare a chi non lo avesse letto un libro straordinario “In viaggio con Erodoto”, di Kapuściński, presto da inserire su queste pagine. Sulle radici del viaggio, aiuta a capire e domandarsi. Per me è stato molto importante leggerlo.