Le cose ben fatte richiedono tempo

Le cose ben fatte richiedono tempo
[Inedito di Tiziano Fratus, Trana – 5 febbraio 2012]

La tormenta di neve era durata un giorno più un altro giorno,
una passata di bianco aveva moltiplicato le geometrie del buio.
I tetti erano scomparsi smozzicati dalle strade e dai muri,

i pini strobo lungo il corso del torrente e intorno all’acquedotto
avevano tirato fuori i muscoli, soltanto il ponte di legno
era rimasto lo stesso, spezzando la luce diffusa nel respiro di valle.

I volontari della protezione civile sventolavano le bandiere
facendo rallentare il traffico lungo la statale, Andate troppo veloci
diceva il figlio del falegname al fratello del sindaco;

gli sguardi tagliati dalle folate di gelo, la pelle violacea,
quel che ora avevano di fronte non era una novità ma pur sempre
un dispiacere: il pelo arruffato che oscillava al passaggio delle macchine,

il sangue rappreso intorno alla bocca sporcato dalla neve ingrigita.
Le pupille sparate, vitree, non sembravano nemmeno morti.
Sapevano cosa andava fatto ma nessuno avrebbe seguito la procedura.

Dove la vuoi seppellire? Chiese il fratello del sindaco, girando la mano
come a ricevere l’ostia del parroco. Forse nel bosco, sopra
la torre vecchia, la natura non ci sta in un sacco di plastica

5 pensieri riguardo “Le cose ben fatte richiedono tempo

  1. Caro Homo Radix
    Qui sull’altura per una strana storia il destino di un ospedale si legò alle sorti di una volpe. Una sera mentre attraversava la strada la volpe fu investita ma chi era ala guida non si prese cura di lei e l’ospedale non curò più nessuno.

    1. Ciao caro,
      non ho ben capito la dinamica. Perchè l’ospedale non ha curato in seguito più nessuno?
      (se è una dimensione poetica ci sono arrivato, se è una dimensione reale, concreta, mi manca qualche passo)

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