il vero sputo

marzo è un serpente gelato.

esco per andare in ospedale. un medico

mi dice: tu che sei un estremista devi farti sentire

devi lottare. lui non ci pensa neppure di mettersi contro

de mita. ecco il sud da tre soldi.

non c’è da lamentarsene. semplicemente

bisogno combatterlo.

farsi partigiani, stare sui monti come in una nuova

immaginaria resistenza.

forse l’otto settembre del capitalismo

può essere combattuto con la poesia

con l’accanita difesa della bellezza,

difenderla e spartirla, fare che sia il nostro pane

migliore.

dico queste cose dal mio mal di testa

le dico sapendo che stanotte alle tre sull’autostrada

stavo finendo dentro un camion, primo colpo di sonno

della mai vita. ieri sera in puglia parlavo con calore,

non ho vero che non credo più agli uomini

e che credo solo al paesaggio, il mio umore

è sempre lo stesso, è la rivoluzione

e la rivoluzione si fa con uomini e donne

e con gli umani si fa la gioia

e pure la poesia.

la solitudine e il silenzio in cui siamo immersi

cresceranno ancora se stiamo qui a indugiare

a farci ingannare. bisogna essere delicatamente feroci

sputare in faccia alla gentaglia che comanda,

sputare in faccia a chi non spunta in faccia

alla gentaglia che comanda.

non penso a sputi di saliva, penso alla bellezza

alla poesia, penso che restare innocenti,

penso che non partecipare al bottino

del conformismo e dell’ipocrisia

è il vero sputo.

9 pensieri riguardo “il vero sputo

  1. Condivido in pieno, caro Franco. “Tu che sei un estremista devi farti sentire, devi lottare” a me l’hanno detto tante volte quelli che condividono una battaglia ma hanno paura di metterci la faccia, quelli pronti a darti pacche sulle spalle se vinci la battaglia e far finta di non conoscerti se la perdi. Si, hai ragione: al cinismo e alla “moderazione” bisogna opporre la “radicalità” dell’innocenza, della bellezza e della poesia e “non partecipare al bottino del conformismo e dell’ipocrisia”.
    Gino dalla Murgia barese.

  2. caro Franco, le tue parole commuovono, ma la cosa che più mi smuove una grande tenerezza, impastata di dolore – perché questo è il sentimento – è che tu dici “bisogna fare la rivoluzione con gli umani” e io subito penso che da tempo non so più chi sono gli umani; forse so chi sono alcuni umani, magari li vedo tra le persone che conosco e amo, o nelle immagini dalla val di Susa, o altrove; ma “gli umani”, quelli che “tutti insieme” possono fare le rivoluzioni, proprio non li riesco più a vedere.
    un caro saluto, a voi tutti e tutte, qui.
    giovanna

  3. come sc riverebbe Fabio…..il mio apporto ad una possibile “rivoluzione” è restare un dolce,coerente e inquietante vento di canti d’amore,di poesia, di bellezza e di silenzio per insidiare le pale meccaniche ed umane dell’Irpinia d’oriente che resterebbero ferme ed inutili senza di lui…………

  4. A proposito di sputi… ho esposto su un triste muro (rimesso a nuovo) un paio di poesie su ceramica…apriti cielo!!! ….assessori, tecnici comunali, questuanti, gli accidiosi di sempre, gli invidiosi,TUTTO un repertorio di umane miserie si è messo in subbuglio: DOVEVANO essere LORO ad AUTORIZZARMI !!!..

    Ho detto a questi ZAVORRATI che il mio è un lavoro intellettuale e che ci sta dentro pure la poesia…ma loro non sono d’accordo e stanno studiando come farmela pagare questa mia inedita esuberanza. Accidenti che sputo…le mie parole e quelle del criptico Lucio, spianano ed interrogano.

    Mi sono esposta in un paese di gente abbottonata, parlare “di un paese” con parole “altre” e affiggerle disturba .. non se ne capisce il motivo ma è così.

    Se la storia dovesse perdurare proporrò in via ufficiale che quel muro venga messo a disposizione di TUTTI quelli che vogliono “POETARE” con il proprio paese.

    Ascrivo questo mio agire al mondo paesologico-

    Gettare sassi negli stagni solo questo ci è dato fare, miei cari compagni di cordata.

  5. grazie Arminio. anch’io penso che “..non partecipare al bottino..” sia la vera rivoluzione. anche soli, quasi emarginati. anche se “una noce nel sacco non fa rumore”, come mi sento ripetere spesso. in effetti , a volte, è preferibile il silenzio

  6. ho spento il pc e lo accendo oggi con due pensieri sfolgoranti e folgoranti di franco, che esprimono la nuova frontiera della letteratura civile, dell’etica e della ricerca spirituale.
    chi non lo capisce si pone indietro nel tempo

  7. C’è stato vento di tormenta
    in tutta l’esistenza:
    per anni han grandinato sputi!
    Mi son tornati tutti, ad uno ad uno,
    li ho riconosciuti:
    primi fra tutti
    quelli di chi non mi aspettavo.
    Non è bastato predicare il sogno
    difendere l’amore e la cultura
    tempesta fu e tempesta ancora dura.

    EnzLu

  8. enzo capisco intensamente il senso dei tuoi versi….

    sergio e tutti gli altr…grazie
    questo blog deve un poco alzare la sua temperatura……
    per uccidere i batteri del quieto vivere

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