Il marcio e il pacchiano

Sono giorni di campagna elettorale nel mio paese. I muri sono pieni di facce eccentriche. Nella piazza principale vedi uomini, un tempo autistici, che escono da se stessi offrendo ai passanti cortesia, attenzione e il “santino” del proprio narcisismo stampicchiato su un volantino.

Ci sono candidati che non contenti della figurina, innalzano sulla cortina dei palazzi storici del centro enormi manifesti colorati che annunciano speranza, cambiamento e prosperità!

Nel mio paese sono anni che si parla di voti venduti e comprati; dei soldi investiti da quello e da questo; dei pacchi “dono” per le famiglie indigenti in cambio di una preferenza voto ricatto.

Si, nel mio paese ci sono dei personaggi che si comprano la fame, promettono di tutto, ma proprio tutto, pur di avere il “consenso” garantito da un gruppo familiare con tre o quattro disoccupati a carico.

Il mio paese è questo: un corso di anime inquinate in tutte le sue fibre dagli escrementi virulenti di piccoli e grandi individui che si sentono padroni di un feudo, padroni delle anime, e della terra che queste plebaglie calpestano.

L’economia del paese dice Wikipedia “… era originariamente impostata sull’agricoltura e sul commercio alimentare ad essa collegato. In tal senso molto redditizi sono stati in passato la coltivazione del noce e la produzione del Cremore di tartaro (noto come Il Cristallo di Sant’Antimo). Ma come permette di verificare la soprastante tabella demografica, la forte vicinanza alla città di Napoli ha dato fiato fin dagli anni Settanta a devastanti manovre di speculazione immobiliare che ha portato ad un assorbimento nel territorio comunale di numerosissimi nuclei familiari forestieri. L’economia attualesi basa soprattutto sulle attività relative all’edilizia ma si registrano negli ultimi tempi diverse iniziative imprenditoriali nel settore del fitness (vd Centro Sportivo Sant’Antimo, Centro 4me, l’Acqua Park Gloria Village etc.etc..) e dei discopub (Remake, Joia, Bukumba..etc, etc).

E’ una cittadina fiorente di attività ludiche, pratiche mediche, movimenti dionisiaci notturni e locali per bulli e pupe. Sembra uscito proprio da un format delle tv del biscione il mio paese, sarà per questo che nel cinquantesimo anniversario di una scuola media hanno invitato come madrina una tizia tutta tette (ma laureata!) resasi famosa durante una puntata del gran fratello mediatico!

Sant'Antimo, comizio in mongolfiera!
Sant’Antimo, comizio in mongolfiera!

Sarò per questo che tutti i candidati quando parlano danno la strana sensazione di desiderare davanti alla loro faccia non un elettore, ma una telecamera che, annullando ogni logica e distanza, proietti la propria immagine oltre i confini paesani, per approdare presso gli italiani d’America o in Germania o presso uno sparuto gruppo di napoletani, persi tra i deserti australiani, mentre cercavano un centro commerciale per comprare un provolone nostrano.

Sant'Antimo, prete e martire
Sant’Antimo, prete e martire

Insomma, nel mio paese la campagna elettorale è solo un pretesto. La regione vera di tutto il profuso impegno di certi candidati è semplice: uscire dal freudiano “narcisismo primario”, per approdare,finalmente!, ad una forma più alta, “meno stretta” e più mediatica di un narcisismo globalizzante. In questo modo anche Obama verrà a conoscenza, dall’altra parte dell’oceano, che Antimo Verde (nome e cognome tra i più comuni nel paese) si è candidato in questo posto che di un paese ha solo il deretano. In cui girano strane leggende su voti che si comprano e che ha come santo un tizio venuto dall’Asia (dicono) che i voti li vuole, perchè altrimenti si arrabbia, fa la faccia scura e sfoga il suo narcisismo sacro isolando il paese dal mondo, fino a farlo scomparire in una galassia troppo lontana per far arrivare il segnale dello spot che promette ai cittadini un “sano e produttivo” futuro!

Antonio D’Agostino 

19 pensieri riguardo “Il marcio e il pacchiano

    1. Grande Antonio e’ bello sapere che c’è qualcuno che ha ancora la voglia e il coraggio di ricordare e descrivere quello che il nostro territorio era e cosa e’ diventato!! Nutro la speranza che ciò possa scuotere un po’ le coscienze di tutta la gente , la mia grande stima .. Ciao Antonio

      1. ciao Giovanna, non ti nego che a prevalere il più delle volte è l’impotenza, tale è la distruzione, la sottocultura etc., La prima cosa da fare è mettere in discussione se stessi, altrimenti non si esce mai dalla nenia “culturale” in cui tutti siamo, più o meno, invischiati. un caro saluto . ciao

  1. Lioni, 06 maggio 2012, ore 02:13 = BELLISSIMO POST & LO LASCEREI…=

    Un bel pezzo illustrativo e chiaro nella sua amarezza cruda che deve farci riflettere sulla ineludibile consapevolezza del luogo, dei tempi e degli effetti scempiati prodotti dalla conurbazione e che attesta pericolosi disvalori sociali.
    Un pezzo che ci dice della diversità dell’aria che ivi si può respirare e della urgente necessità di arginare la devastazione delle coscienze imprigionate in una periferia della civiltà mediterranea perduta.
    “Il marcio e il pacchiano” ovunque, con diffuse – se non accettate – illegalità coniugate per approssimazioni che deturpano e che vorrebbero sempre più le anime confuse, raccatate in modo indifferenziato per sottrarre il decoro e il rispetto alla dignità, cioè la imprescindibile luce della vita.
    Il marcio che impera, che si veste in modo pacchiano, per coprire misfatti, cercando finti orizzonti nel futuro dall’alto di una mongolfiera dove gli astanti, col capo all’insù, vedono sparire nel vento le parole delle facili promesse tanto praticate da una malevola politica politicata che vive da circa quarant’anni sul trono forgiato dalle coscienze asservite alla spregiudicatezza, che si nutrono di un potere colluso e ottuso che impone impunemente notevoli costi sociali come malessere del luogo, regressione civica e dove solo il coraggio del singolo reclama il riscatto della plebaglia.

    Un abbraccio ad Antonio e ai coraggiosi di Sant’Antimo, Gaetano.

    = POST SCRIPTUM: Questo post lo lascerei un bel po’ in apertura del blog;
    la paesologia chiede molte risposte pressanti alla buonanima della pianura campana = e se sbaglio = ditemelo con un abbraccio nel perdono:
    Gaetano Calabrese,
    Paesologo di ritorno da Casandrino
    Dove i cuori onesti sanno dare
    Ebbrezze di speranze rare
    Al sangue e non al vino:-))
    A costo di amare spese!

  2. Lioni, 06 maggio 2012, ore 02:13 = BELLISSIMO POST & LO LASCEREI…=

    Un bel pezzo illustrativo e chiaro nella sua amarezza cruda che deve farci riflettere sulla ineludibile consapevolezza del luogo, dei tempi e degli effetti scempiati prodotti dalla conurbazione e che attesta pericolosi disvalori sociali.
    Un pezzo che ci dice della diversità dell’aria che ivi si può respirare e della urgente necessità di arginare la devastazione delle coscienze imprigionate in una periferia della civiltà mediterranea perduta.
    “Il marcio e il pacchiano” ovunque, con diffuse – se non accettate – illegalità coniugate per approssimazioni che deturpano e che vorrebbero sempre più le anime confuse, raccatate in modo indifferenziato per sottrarre il decoro e il rispetto alla dignità, cioè la imprescindibile luce della vita.
    Il marcio che impera, che si veste in modo pacchiano, per coprire misfatti, cercando finti orizzonti nel futuro dall’alto di una mongolfiera dove gli astanti, col capo all’insù, vedono sparire nel vento le parole delle facili promesse tanto praticate da una malevola politica politicata che vive da circa quarant’anni sul trono forgiato dalle coscienze asservite alla spregiudicatezza, che si nutrono di un potere colluso e ottuso che impone impunemente notevoli costi sociali come malessere del luogo, regressione civica e dove solo il coraggio del singolo reclama il riscatto della plebaglia.

    Un abbraccio ad Antonio e ai coraggiosi di Sant’Antimo, Gaetano.

    = POST SCRIPTUM: Questo post lo lascerei un bel po’ in apertura del blog;
    la paesologia chiede molte risposte pressanti alla buonanima della pianura campana = e se sbaglio = ditemelo con un abbraccio nel perdono:
    Gaetano Calabrese,
    Paesologo di ritorno da Casandrino
    Dove i cuori onesti sanno dare
    Ebbrezze di speranze rare
    Al sangue e non al vino:-))
    A costo di amare spese!

  3. bello, è la storia di tutti i paesi della provincia di napoli, che fino a poco fa erano vera e propria arcadia

  4. bello, è la storia di tutti i paesi della provincia di napoli, che fino a poco fa erano vera e propria arcadia

  5. è molto triste per me, “emigrato al nord” x realizzare un sogno che a S.Antimo sarebbe soffocato, tornare ogni tanto e rendermi conto che non è cambiato nulla, e che nulla mai cambierà….mi piace pensare che esiste una parte di quel paese con un senso civico, che si disgusta e si rattrista vedendo sprofondare la propria terra. Penso ai miei fratelli che oggi non hanno un futuro, penso alla malavita che è l’unica a prosperare e penso che non riuscirei mai a tornare……

  6. è molto triste per me, “emigrato al nord” x realizzare un sogno che a S.Antimo sarebbe soffocato, tornare ogni tanto e rendermi conto che non è cambiato nulla, e che nulla mai cambierà….mi piace pensare che esiste una parte di quel paese con un senso civico, che si disgusta e si rattrista vedendo sprofondare la propria terra. Penso ai miei fratelli che oggi non hanno un futuro, penso alla malavita che è l’unica a prosperare e penso che non riuscirei mai a tornare……

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