il blog della paesologia

questo blog ha cambiato nome: da oggi si chiama IL BLOG DELLA PAESOLOGIA.

penso che ci sia bisogno di un luogo in cui questa disciplina “inesistente ma indispensabile”

si senta a casa. la missione delle comunità provvisorie è quella di costruire l’umanesimo delle montagne. forse ci vorranno molti decenni per vedere un tempo nuovo, ma non possiamo per questo accodarci alle mense dell’attualità.

la paesologia è la declinazione meridiana della decrescita, pensiero che risente della sua nascita nel nord del mondo.
il sud perché ha paura di una cosa sua? perchè non prova per una volta a sostenere senza riserve una cosa sua?

qui chiedo una cosa molto semplice: provate a scrivere, a fotografare, a filmare, a pensare partendo da una fonte che sia solo nostra. facciamolo qui. questo è un luogo piccolo ma prezioso. non è il mio luogo, non è il luogo di un gruppo. è il luogo di un’attenzione che cresce e prende un’intensità che ci ravviva.

franco arminio, 2 ottobre 2012

Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

11 pensieri riguardo “il blog della paesologia

  1. Caro Fabio questo blog non è mai stato una “sezione” né alcuno lo ha ma inteso come tale o ha mai lavorato – scientemente o meno – perché lo diventasse.

    Questo PER ONESTA’ INTELLETTUALE – va detto a chiare lettere.

    Quel post così intestato è moneta falsa. Lo sappiamo ( e lo sai) bene, per il carteggio collettivo intercorso.

    Metterlo è stato incongruo, un’ulteriore gesto da “fatto compiuto” ; come il cambiamento dell’intestazione (non ci si doveva riunire per discuterne?).

    Estrapolare frasi da mail collettive , intercorse per motivi precisi e “altri” rispetto alla delicatezza dell’oggetto in questione – dando per avallata una decisione al momento propria – serve a creare il “fatto compiuto” ,appunto. E obiettivamente a ridurci al ruolo di “figuranti” (come sostiene qualcuno).

    Tra l’altro ( e in questo clima) anche le tue belle frasi aforistiche corrono il rischio di essere lette in chiave di involontaria (e beffarda) retorica. Ed è un peccato, davvero.

    Io mi dissocio e non avallo questo metodo. Lo dico qui, pubblicamente.

    Salvatore D’Angelo

  2. da che ti dissoci e di che gruppo fai parte? esistono delle persone (tante) che vengono a degli incontri paesologici che organizzo. sono il titolare della ditta e questa non è una società per azioni, tanto per essere chiari. ovviamente ho grande interesse che si crei un lavoro culturale collettivo e qualche buon segnale c’è (vedi le belle foto e i bei testi che stiamo mettendo in circolazione). se vuoi lavorare per la causa mi fa piacere e puoi farlo come ti piace, ma non fai parte di alcun gruppo, perché non ne faccio parte neppure io.

  3. c’è un post dello scorso novembre. è intitolato una casa ad andretta.
    qui c’è quanto occorre per capire che si trattava in realtà di una ‘società per azioni’.

    nulla questio. anzi, l’occasione della festività di san francesco, mi offre il destro di farti dono delle azioni che mi illudevo di aver sottoscritto, con i migliori auguri per altri cento di questi giorni.

    per il resto dei titoli in circolazione puoi lanciare un’opa.
    si chiama totalitaria nel diritto commerciale e pure in altri campi.

  4. Caro Franco,

    mi dissocio dal METODO DEL FATTO COMPIUTO e dal metodo di SPOSTARE L’ ATTENZIONE dall’ “oggetto” – metodo reiterato anche nel tuo commento qui sopra.

    Da QUESTO mi dissocio.

    Io non faccio parte di nessun gruppo; sei tu che spacci questa moneta, tanto per spostare l’attenzione dall’oggetto, appunto.

    Scrivi: ” esistono delle persone (tante) che vengono a degli incontri paesologici che organizzo. sono il titolare della ditta e questa non è una società per azioni, tanto per essere chiari”.

    Perfetto, Viva la sincerità. ma avresti dovuto dirlo a quelle dodici tredici persone che nel luglio/agosto del 2011 si sono riunite insieme a te sotto la quercia di Aquilonia per lanciare LE COMUNITA’ PROVVISORIE e il blog delle Comunità Provvisorie sotto l’egida della poetica paesologica, a cui allora hai raccontato tutta un’altra storia, come hai continuato a fare.

    Individui, PERSONE in carne ed ossa, SINGOLE ENTITA’ dotate di cuore, sentimenti emozioni intelligenza, consapevoli e convinti di dare -come hanno dato – un contributo in tal senso

    Alle quali tu ora RIVELI che – senza saperlo – stavano per far parte di “una ditta” di cui tu sei il titolare e l’amministratore unico e l’unico organizzatore abilitato di “incontri paesologici”. a cui viene l’orticaria quando deve confrontarsi con opinioni, pardon, “emozioni” paesologiche diverse dalle proprie.

    Con quel che ne consegue.

    Scrivi :”se vuoi lavorare per la causa mi fa piacere e puoi farlo come ti piace”.

    Come mi piace?..Orsù, e per carità di patria…paesologica!

    Da bambini si correva guardando il cielo;
    che entusiasmo quel palloncino attaccato al dito,
    si ascendeva in millanta e favolose realtà.
    Attimi di meravigliosa eternità
    attimi di ingenuo mitico piacere che sembrava non finire mai…
    Ma il palloncino si sgonfiava, precipitava al suolo…
    Che delusione quelle pellicole slabbrate, dilaniate…

    (Intelligenti pauca.)

    Prendo atto, incarto e porto a casa.

    Ma niente è così sia.

  5. il progetto comunitario non è chiuso, anzi è in cammino. ho fatto una scelta verso i percettivi, non lo nascondo. comunque il cammino non è precluso a nessuno. se qualcuno pensa di aver fondato qualcosa non posso farci niente. qui non si distribuiscono soldi, non si dividono affari. l’idea è mossa e senza protocolli. il titolo può cambiare di nuovo domani mattina. senza la simpatia verso questo approccio si ricade nella schema della sezione e a me non interessa.
    questa volta sono più divertito. spero di incontrarvi ai prossimi incontri, a partire da quello di sabato col ministro barca. non ho convocato alcuna riunione per invitarlo, neppure con quelli che mi pagano per organizzare questo tipo di incontri.

    1. Franco, si possono avere opinioni diverse, e, registrata questa circostanza, forse alcuni amici potrebbero concedersi di mollare un po’ la presa, ma le tue ultime uscite sono un concentrato di mistificazioni e scorrettezze retoriche tale da procurare una certa vertigine. Non posso fare a meno di segnalarlo e, nel farlo, di ritrarmi.
      Ho cancellato l’iscrizione al blog, questo commento è in moderazione.

  6. AHO!”:
    Nel Council (il Cerchio dei Nativi d’America), che pratico da diversi anni, anche attraverso la “Biblioteca dell’anima” nella “COMUNITA’ PROVVISORIA” di CLOWN & SOGNATORI, c’è una parola magica:”Aho!” che è semplicemente un segno di approvazione per le cose che dicono gli altri. Questa, è l’unica parola che si può dire, perché nel Cerchio del Council sono vietati “giudizi” e “opinioni” nei confronti delle cose che dicono gli altri. Il potere è del cerchio e non del singolo.
    Questo, a dir la verità, aiuta anche a liberare le persone da ogni schema mentale: pregiudizi, risentimenti, acredini, e da tutte le maschere o le gabbie mentali che ci propina tutti i giorni il “potere” (il noi) sotto ogni forma. La realtà a volte risulta anche più leggera di come ce la raccontiamo o ce la raccontano.
    Per questo vi dico “Aho!”
    Questa è una parola senza nessun potere.
    In tutte le culture è una parola di “approvazione” (la usiamo anche noi nel nostro dialetto napoletano) per accogliere le cose che dicono gli altri.
    Pare addirittura che questa parola rappresenti una “potente formula magica” per risolvere qualsiasi problema, per raggiungere qualsiasi obiettivo e anche per ottenere qualsiasi stato della mente o del corpo si desideri. Nei diversi linguaggi dove la incontriamo è più di un semplice “ciao” o “arrivederci” o “amore”.
    Il suo significato più profondo implica “l’allegria (“AHO”) di condividere nel presente (“ALO”) energia vitale (“HA”): lo spirito di Aloha delle isole Hawai.
    Vi consiglio di usarla molto spesso. E’ un segreto che volentieri vi svelo e prendetelo proprio come una “benedizione” perché può rappresentare tutto quello che desiderate perché? Ma, …: “…benedire qualcosa implica dare riconoscimento, o enfasi, ad una qualità positiva, ad una caratteristica, o condizione, con l’intenzione che quello che sia riconosciuto, o enfatizzato s’incrementi, perduri nel tempo o inizi ad essere. Benedire è efficace per cambiare la vita, o per ottenere quello che si vuole.”
    Insomma si può anche non essere d’accordo ma benedico lo stesso questa esperienza, che in ogni caso continua con le sue diverse nature, ma che mi ha regalato un sacco di opportunità di conoscere un sacco di belle persone e dando il giusto senso a questa parola la potremmo tradurla anche in: “stai nella bellezza” o “cammina nella bellezza” oppure in “la bellezza ti circondi”.
    Il vento soffia dove vuole, ne senti la voce, ma non sai da dove viene ne dove và. Lo spirito è sempre libero. Il sogno diventa realtà perché cosi riesci praticarlo.
    La comnunita provvisoria o provvisorie l’ho intesa sempre e comunque e profondamente come un “percorso di transito” per farci superare tutte le paure del “noi” e insegnarci ad “amare incondizionatamente” noi stessi e gli altri perché ognuno di noi è unico e divino.
    “Percorso di transito” per modificare le nostre percezioni e le nostre credenze mentre ci confrontiamo con gli altri e con noi stessi. “Percorso di transito” per ritornare a sognare, capire che è possibile vivere in un mondo senza paure. “Percorso di Transito” per colorare la nostra vita. Percorso di transito come gli “omini” disegnati da Keith Haring, che si arrapicavano sui muri dei palazzi e delle chiese.
    Insomma la comunità provvisoria o provvisorie credo che debba essere proprio questo e per me lo è stato e lo sarà “AHO!”
    nanos enzo

  7. caro michele, mi hai tante volte detto che ti sentivi fuori dal blog. dunque non c’era bisogno di questo annuncio. comunque ci vediamo sui cantieri, quando puoi e se vuoi. non è che bisogna militare ovunque. ti abbraccio con la simpatia e la stima che sai e che si conferma agli amici anche quando ci sembrano insolenti.

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