di irene balducci
Andar per luoghi estranei ai luoghi,
sentirsi vivi in quella morte ferma.
Spostare gli occhi cercando sguardi di cose che erano state.
Fermarsi a fissare. Fissarsi. Capire che anche la morte vive
nei nuovi assetti delle linee:
il sopra è sotto, il dentro è fuori, l’orizzontale ora è verticale.
Forma in-forme a creare nuovi sensi.
Rovesciarsi sembra qui la chiave per essere, per starci.
Ed ecco Tutto qui, ed ora: il suono delle capre nel silenzio,
l’abbandonarsi del cane.
Io stessa ho presenza e perdo Tempo.
Confondo quest’ora con un dopo, e il prima diventa il mio sarò.
La vedo ferma, la morte, a spiegare le ali della vita.
Vita nell’aria densa, leggera, perchè svuotata.