cimitero sull’altura

Il post brevissimo di Fabio Nigro è un ideale sigillo a questo blog. Nel paese digitale si aprono tante case, la paesologia ne chiude una.

Io sono tornato a casa. Continuerò a fare i miei giri, ma senza portarmi dietro ciò che non è mio. E magari proverò ad aprire un’altra nicchia in un luogo appartato.

Voglio ringraziare quelli che sono passati di qui, e anche quelli che passeranno in questo piccolo cimitero sull’altura.

Voglio ringraziare David Ardito e Franco Lancio che hanno vestito questo luogo. Ora la paesologia ha bisogno di tornare nuda e spoglia come la sua stagione, come l’inverno.

La comunità era provvisoria. Il suo destino era nel nome.

FRANCO ARMINIO

Proverò, proveremo, spero, a trovare un’altra forma, un altro nome.

Pubblicato da david ardito

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22 pensieri riguardo “cimitero sull’altura

  1. adatto:

    ogni tanto mi formatto
    cancello il mio volatile
    digitale artefatto
    condiviso incredibile
    per non diventare matto
    e ritornare intatto
    al mondo praticabile
    accoccolato e quatto
    a covare il possibile
    nascituro ritratto
    del vissuto sensibile
    ad usare l’olfatto
    anche per l’invisibile

  2. provvisoria la VITA,PROVVISORIA PER FORZA DI COSA, LA COMUNITà. RIMANE IL SENSO DELL’ESPERIENZA CHE è STATA INTERESSANTE.nON VIVERE PIù IN UNA STANZA,NON SIGNIFICA NON PORTARSELA PIù DENTRO… GRAZIE FrANCO E BUONE COSE

  3. “Sono nato nella bocca di un lupo, un lupo sperduto in un’altura senza boschi, era febbraio del sessanta, c’erano nel paese una decina di macchine e un migliaio di muli, le rondini muovevano il cielo, i porci tenevano ferma la terra, camminavano i giorni verso il futuro. Poi tutto si è fermato, siamo entrati nel mondo, i vecchi sulle panchine hanno preso la via del cimitero, il cimitero ha preso la via delle case. È andata così, più o meno, il tempo alla lunga si rivela la forma tranquilla del veleno.”
    franco arminio

    di mauro orlando
    …..ma è mai possibile che da una bocca di lupo possa nascere un tranquillo e domestico cane “ triste ,solitario y final” randagio di riporto o di testimonianza tra le macerie di un Nord affluente e disamorato. Ho letto la bella storia di un lupo che ha disegnato una arteria naturale ininterrotta che unisce appennini ed alpi, tra foreste,crinali ad alta quota, vallate partendo da i monti Sibillini solo beneficiando del progressivo spopolamento ed abbadono di interi territori appenninici e alpin solo per indiacre agli umani “una via naturale e possibile di vita “.Anche la “paesologia “ potrebbe essere questa via che ognuno deve imparare a disegnare per sé e per gli altri. Il lupo è un animale molto umano.Non ama la debolezza ,preferisce l’astuzia e la leggerezza de “ la mètis”…greca alla furbizia e superficialità della modernità dello sviluppo a tutti i costi .Prova speranza ,paura ,orgoglio, disgusto,rabbia.Il upo con le sue azioni ci mostra e offre descrizioni e racconti del suo mondo interiore.Normalmente non può parlare ma, quando naturalmente possiede le doti, riesce a proiettare sé stesso e a dare voce alle creature che appaiono sulla sua scena tra i silenzi dei suoi territori e paesi abbandonati dagli uomini e dalle idee.Nelle “alture senza boschi”Imparare sin da cucciolo come la radice più profonda di un albero a sentire un passero posarsi sopra il ramo più alto…..Si sente ono diverso dalle altre cose viventi, diverso dagli alberi e dalla neve, più simile al fuoco, più simile all’autunno che all’estate…..Impara a parte del silenzio dei boschi e delle macchie … Imparare a sentire oltre alla falcata pesante delle sue prede anche il ritmo del loro cuore e del fiato….. a misurare la loro paura mista a rancore , invidia, accidia …… si abitua ad essere il lupo , quello che strappa e sconvolge la tranquillità della vita per amore e altruismo ,il predatore del quieto e impaurito vivere .E’ sempre diretto e onesto …attacca tenendo gli occhi aperti…Sa e vuole essere …. il lupo l’ombra che porta la luce della morte, la vita che dona la libertà ai paurosi,pavidi…. braccando le mandrie e mettendo fine alle sofferenze dei deboli……Ama confronti aperti, espliciti ….equilibrati e dignitosi.Ha imparato dai vecchi solitari e muti a saper ascoltare il suono impercettibile che affiora dal silenzio, un ramo che scricchiola, e cadeva sulla neve con un tonfo distante , calcolare il tempo e il suono , il verso di un eccello o il fruscio delle ali all’altezza delle orecchie, il grattare di un insetto dal profondo di un albero morto.Rumori che sente solo quando non gli occorre sentirli, come se sapessero che possono farsi sentire proprio perché non li ascolto…che non lo distraggono dall’ azione delicata e vitale…. solo un essere vivente,naturale , vivo e sveglio che sente ,fiuta e percepisce gli altri uomini mentre sa che gli alberi non lo sono e non li sentono……ma li subiscono…
    Non può vivere addomesticato e tranquillo “l’inverno in una stanza vuota e senza connessione”.La sua natura è libera e ferina , rispettosa e memore dell’equilibrio perduto e oltraggiato dal resto degli esseri umani : e’ un essere autenticamente democratico e lo sbaglio che fanno sempre i più forti nella “bella famiglia d’animali” ….è credere di poterlo scoraggiare mostrandosi agguerriti e decisi a scacciarlo o annientarlo o relegarlo … l’inverno in una stanza vuota e senza connessione”. O in un definitivo e civile “cimitero d’altura”
    .La aggressività ,malevolenza , accidia o malvagità non fa che accrescere la sua fame di combatterli e anche di abbatterli….E anche quando sembra sconfitto, scoraggiato e amareggiato …… Non si rifugia nella fredda ma accomodante per affetti “casa d’inverno” ma ….ma in cuor suo per natura si predispone ad esercitare ad impararare a simulare negli occhi lo spettro e la paura della momentanea sconfitta o di “un buen retiro” per riprendere il suo ruolo individualmente ferino di portavoce poetico dell’ equilibrio … de rerum natura e della riscossa degli abbandonati e maltrattati negli zsunami e sulle macerie della modernità delle élites finanziarie ed economiche e di tutti loro lacchè, nani e ballerine .

  4. Qualsiasi cosa accadrà, questa navicella spaziale resterà in orbita con le sua tavola ancora bellamente apparecchiata.

    Bisaccia, Bisaccia, cape canaveral di arditi progetti che perdono la rotta .. (vedi anche:http://www.unibis.org/)

    Franco, Franco, perché disperdere tutto il lavoro fatto? Questo blog è ancora un luogo vivo e accogliente APRILO invece di chiuderlo!

    Un giro di mail, incontriamoci, la paesologia è grande e tu ne sei il profeta.
    A Sicignano c’è la neve, i boschi sono incantati… vediamoci lì.

  5. Da parte mia invio un grande ringraziamento a franco arminio che ha generosamente dato tutto a questo blog. Un abbraccio caloroso a tutti gli autori e commentatori che lo hanno animato. Spero di vedervi tutti molto presto e (magari) ripartire con una nuova esperienza!

  6. chi muore a casa muore in camera da letto o in bagno, quasi mai in cucina, qualche volta anche nel salotto.
    io sono morto su infostrada.

  7. stagione memorabile. e come tutte le stagioni dell’amore vengono e vanno … forse. Personalmente, anche se ormai da diverso tempo non più così assiduo animatore, questa scelta di chiudere una casa -pur se provvisoria – fa il paio con l’individuale decisione di dare spazio e campo a nuove persone nel dirigere e coordinare le attività di un’altra esperienza che in questi ultimi 5 anni ha pure materializzato qualche intuizione interessante. Vuol dire che il 2013 porta in se il virus del rimescolamento .

    1. Ero un assiduo lettore del primo blog “comunità provvisoria”, trovo che l’esperienza sia già finita lì per certi versi. Questo nuovo blog con la sostituzione di “a” con “e” è stato l’ultimo strascico di vita che presagiva l’imminente morte. Non so se andava evitato ma sono pienamente d’accordo con Franco su una cosa, la comunità era provvisoria…Per il vero mi pareva che fosse già morta al compiersi del suo primo compleanno, quando ci fu un incontro al castello di Sant’Angelo e si iniziarono a perdere pezzi importanti, personaggi decisivi per il blog e che l’avevano anche fondato.
      Ciò nonostante penso che l’esperienza della “comunità provvisoria” sia stata senz’altro positiva e finchè è durata (per un anno), è stata sicuramente portatrice di novità e di nuovi tipi di riflessioni di cui abbiamo già fatto tesoro.
      Era giusto che finisse. La finitudine, come nella vita, è ciò che dà davvero senso ad un percorso.

  8. Grazie per questa lettura profonda che mi avete regalato tra le righe di un paesaggio cercato, atteso, sognato.

    Vorrei tanto ritrovarvi a primavera… con i fiori e l’aria fresca che ci riporta alla luce, come il verde che cresce nei prati senza fare rumore.

  9. Questo chiudere un’esperienza così densa di senso, questa vissuta provvisorietà, che ha camminato per strade secondarie, questa rivendicazione del piccolo e dei frammenti di vita – “l’umanesimo delle panchine” -, questa capacità di lasciar andare, di segnare un’ interruzione, questo rifiuto di confezionare le cose in modo definitivo, ecco tutto questo è una porta aperta ad altri pensieri, altre parole, altre strade.
    Questa tua opera incompiuta, Franco, ha sconnnesso un tantino i miei pensieri e spalancato una domanda di senso. ci hai ricondotto tutti a quella condizione che ti appartiene ormai, di chi cerca solo con i propri piedi e il proprio sguardo di connettere un tessuto lacerato fatto di paesi e campi e montagne. assumere su di sè questa provvisorietà è ciò che ci hai consegnato. su questo inconcluso cammino spero di poter registrare nuovi incontri sotto il segno della paesologia. a presto. francesca

  10. Da ” l’umanesimo delle panchine”..ritratto di francarminio paesologo

    Seduto su una panchina imbraccia la desolazione come una chitarra, l’accorda al maggiore dei suoi affanni e suona per le porte chiuse del paese.

    un saluto a tutti
    fabio

  11. Lioni, 23 gennaio 2013, ore 20:05=
    Cari amici -tutti -, caro Franco, scusate il ritardo.
    Con voi ho vivificato i miei pensieri ricevendo pezzi di sensibilità luminosissima.
    Vi sono debitore grato.
    Per me sarà sempre facile incontravi perchè l’erranza è la vera forza della poesia e della fratellanza, vostro amico, sempre, Gaetano Calabrese.

    1. ogni giorno produco
      il mio epitaffio
      e m’ottundo
      al produrre l’ennesimo graffio
      al mio stesso pensare

      ( purtroppo troppo spesso in letteratura
      c’è un autore dietro la scrittura )

  12. Se scambi una moneta con un altro, vi ritrovate sempre con una moneta a testa. Se scambi un’idea, avrete due idee a testa. Ho ritenuto questo vostro spazio un luogo di scambio di pensieri ed è stato un bel pensare, mentre i nostri paesi se ne stavano in silenzio. E’ stato come gettare il seme e vedremo se dopo la neve avrà germogliato il grano. Vi ringrazio tutti e spero che lascerete una vostra traccia per scambiarci qualche altra moneta, magari da qualche altra parte. Con stima, giovanni castello.

  13. caro franco, ricordando le belle feste fatte in questo giorno negli anni passati, ti auguro oggi buon compleanno e tanti successi ancora

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