La bella luce di febbraio.
quest’anno è mancata anche quella.
Febbraio è stato a avvolto e avvilito
da questa luce vecchia, dicembrina.
Prima della fugace primavera
bisogna aggirare il muro di marzo
e le montagne russe dell’aprile.
Il paese non è più la belva
di un tempo,
la bocca sdentata, l’umore spento,
sembra che più nulla ormai lo scuota.
Io qui sono un fantasma
dentro la testa e dentro la mia casa,
mi sento come una madre
che guarda in una culla vuota.
franco arminio
Pubblicato da Arminio
Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.
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secondo Gianni Celati una delle poesie più belle di questo tempo
Pensando a questi versi da qualche parto ho usato la metafora della bocca sdentata. La prima parte incalza con dinamismo attraverso i mesi più duri dell’anno. Tutta la seconda parte incupisce, scava nel sottosuolo del’inquietudine. Monumento estremamente potente. Ma chiosi con una similitudine atroce. Quegli ultimi, terribili, due versi che sono emblema e significato del dolore.
questa invece è una sua poesia. luigi
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