Forse un buon programma politico deve appoggiarsi su un programma intimo. Questa è la novità della mia politica. A me spetta un dire ch sia un dare, non mi candido per recriminare, rivendicare, blandire, accusare.
1. Pensa che si muore e che prima di morire tutti hanno diritto a un attimo di bene.
2. Ascolta con clemenza il mondo nei suoi sbadigli e nei suoi furori.
3. Prendi coscienza del tuo sfinimento e dello sfinimento altrui.
4. Guarda con ammirazione le volpi, le poiane, il vento, il grano. Impara a chinarti su un mendicante, ad accarezzare un cane, a non distogliere gli occhi e il passo. Senti la sofferenza di una formica schiacciata sotto i piedi, onora le viscere esposte di un maiale squartato.
5. Cerca continuamente parole migliori, senza credere troppo né alle tue né a quelle degli altri.
6. Impara a sentire l’energia del dolore, della vecchiaia, della povertà e della disperazione.
7. Coltiva il tuo rigore e lotta fino a rimanere senza fiato. Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, dai tutto te stesso, senza avarizia, senza remore.
8. Considera la vita nella sua miseria e non nella sua grandezza.
9. Diffida della ragione, dei ragionamenti, della freddezza stitica, dei cuori rinsecchiti. Evita i commerci umani, non limitarti a galleggiare, scendi verso il fondo anche a rischio di annegare.
10. Sorridi di questa umanità che si aggroviglia su se stessa e cedi la strada agli alberi.
Condivido ed ho sempre creduto che l’autocoscienza sia indispensabile per il cammino di ogni persona. Rivendico solo il diritto a parlare in prima persona, anziché di usare il “tu” a mo’ di comandamento o di figura retorica, secondo le circostanze. Penso, ascolto, prendo coscienza,guardo,cerco,imparo a sentire,coltivo,considero, diffido, sorrido talvolta con difficoltà. Grazie
Scusa, aggiungo il mio cognome