la grande piazza di montesarchio,
la pioggia che mi ha impedito di fare il comizio ad ercole,
il rosso immaginario dei vasi antichi
nelle carceri del castello,
la pioggia che sputa l’inverno della pasqua,
i poeti i sala,
il mio parlare,
i giovani ragazzi di sel,
la signora che mi saluta con gli occhi commossi,
partire verso casanova di carinola,
la strada da montesarchio a caserta
con le case al posto degli alberi
le insegne al posto delle foglie,
arrivare in un bar, mettere qualche parola
nel muro della giovinezza che si ammucchia
per non piangere,
vagare nella notte ad afragola
puntare su nola e trovarsi a pomigliano,
andare, andare nel buio di una felicità
che non immaginavo.
forse ho davvero imparato a guardare
e quando arrivo a casa
do un ultimo sguardo agli alberi di noce.
il mio testamento è pronto,
a chi rimane sulla terra
lascerò una sola parola:
guarda!
Magnifica, diretta, essenziale, sentita.Un abbraccio Gaetano