LA LINGUA, frammenti da romanzo inedito

provate a mandare questo testo e a chiedere il voto per arminio. magari qualcuno si convince

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Gli uomini pensano che stanno chiavando una donna bellissima e invece stanno chiavando col mio dolore. L’orgasmo non è altro che un dolore che si riscalda e che evapora. Sempre e soltanto una piccola parte. Non si può mettere a bollire una montagna.

Ho sempre cercato un uomo che fosse follemente generoso e follemente coraggioso e follemente inattuale e follemente devoto, ho sempre cercato un uomo che non avesse niente da spartire con la modernità, con quest’epoca in cui ognuno fa la guardia a se stesso. Mi piacciono quelli che hanno il sogno di sfasciare la propria identità, quelli che vogliono ricongiungersi alla terra, alla terra che non ci vede e di cui siamo composti. Mi piacciono le creature furenti che non fanno la guardia alla propria salute, che non si nascondono in un partito, in una famiglia, quelli che non hanno un opinione su tutto, quelli che tremano.

Non mi interessava sopravvivere, mi interessava tentare la vita, cercare sempre il massimo di intensità. Volevo sentire la scapola sepolta, l’affanno della formica, il respiro del moribondo. Volevo sentire nel mio corpo un altro corpo, volevo sentire il respiro del mondo, di tutto il mondo, non accontentarmi del rancio che passa la galera in cui ci siamo reclusi.

Gli uomini e le donne di questa epoca di nani non sanno più cos’è la dedizione assoluta, il furore. Forse sarò pazza, ma io voglio dare tutto e voglio avere tutto. Questa è la regola, chi la infrange è un nemico, è un nemico per sempre.

Piangere per la morte di un animale. Continuare a farlo anche dopo anni. Le persone posso dimenticarle, gli animali no. La mia vita è stata una lotta disperata con le persone, il desiderio folle di cercarne almeno una che sfuggisse all’aridità che sentivo salire e che si prendeva tutto e tutti, parenti e amici, ricchi e poveri, professori e contadini. Sono vissuta in una peste che ha essiccato le coscienze, ha rinsecchito i cuori. Una peste solo per gli uomini e per le donne, gli animali sono salvi, gli animali hanno ancora tutta la loro purezza, non c’è modo per noi di corromperli, ancora non si è visto un gatto che non è più un gatto o un cane che non è più un cane. E lo stesso vale per la natura. Gli alberi in primavera continuano a fiorire, il filo d’erba, la nuvola, la montagna, tutto è ancora nel suo splendore tranne gli esseri umani, solo a noi è capitata questa sventura dell’arroganza, questa meschina fantasia del potere e del successo.

Ogni volta che ho abbracciato un uomo ho sperato di sentire qualcosa del gatto, del cane, del filo d’erba, della nuvola, della montagna, ho sperato di sentire un ardore senza limiti. Ero assetata di purezza, di coraggio. E invece dopo qualche slancio iniziale puntualmente mi sono trovata di fronte a una penosa inconsistenza. E ogni volta ho pensato non poteva essere così, da qualche parte ci doveva essere lo splendore che cercavo. Forse lo sto cercando ancora, ma in un’altra maniera. Forse mi sto semplicemente riposando in attesa di ritrovare le forze per riprendere a combattere e a cercare l’amore assoluto, l’unico per cui vale la pena di vivere.

Senza l’amore assoluto è tutta una pagliacciata, è stare in fila davanti all’ufficio sbagliato, è conficcarsi sempre più in noi stessi. Chiudersi in una tana che non c’è, questo è il nostro destino senza l’amore assoluto. 

Ognuno ha il suo balcone da cui guarda il mondo. Per me è il dolore. Se guardo una formica penso al dolore che le occorre per portare il chicco nella tana. Se guardo un cane randagio penso al dolore per il cibo che gli manca. E quando sto con le persone cerco di aiutarle. Anche il sesso per me è questione di fare qualcosa contro il dolore. Non mi interessa la libidine. Io guardo le cose nel dolore e le vedo nel dolore e le voglio salvare dal dolore.

La vita è sbilanciamento, è un numero da fare senza rete. Non c’è niente da risolvere e il tempo passa comunque. Allora è il caso di provarci fino in fondo a battersi per la bellezza, a difendere i deboli, a proteggere gli inermi. Io non ho mai badato alla carriera e neppure alla famiglia. Sono sempre andata dietro alla commozione più che alla saggezza. Quello che hanno fatto gli uomini a questa terra nell’ultimo secolo mi ripugna profondamente. 

Non ho mete da raggiungere, non nulla da difendere. Mi piace l’idea che ci sei e che c’è la poesia. Quello che abbiamo fatto non è servito a noi e non servirà a nessuno. Abbiamo provato a passare intensamente il nostro tempo fingendo che il tempo sia nostro. Apparteniamo al tempo come un lampo appartiene al cielo.

 



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Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

3 pensieri riguardo “LA LINGUA, frammenti da romanzo inedito

  1. e’ straordinariamente bellissima e vera. vorrei sapere scrivere così…sarei una persona più’ libera dalle ossessioni che rendono cupa la mia vita

  2. e’ straordinariamente bellissima e vera. vorrei sapere scrivere così…sarei una persona più’ libera dalle ossessioni che rendono cupa la vita

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