DUE DONNE E UN FILO D’ERBA

un vecchio testo…per gli affezionati di comunità provvisorie. f.arminio

io non faccio l’amore da sei anni. si chiamava michele, un petto stretto, e poi laggiù era strano, lo teneva storto, una curva proprio sulla punta, quando glielo prendevo in bocca mi finiva contro una guancia la sua punta. io il suo sperma freddo in bocca non riuscivo a berlo, ma era pure difficile orientare il getto, con quella punta storta spesso mi sporcavo.

io faccio l’amore quasi tutti i giorni, tranne il sabato. il sabato mangio la cioccolata, sto nel bagno per ore, leggo i libri, il sabato non guardo la televisione, non leggo giornali, non rispondo al telefono, io il sabato sto muta e spesso tengo pure gli occhi chiusi, diciamo che metto a riposo i miei sensi o li uso solo per cose che considero essenziali.

io non faccio più l’attrice. ora non so neanche bene cosa faccio. ho imparato a cucire, a cucinare. mi sembrano cose utili.

sei bella quando parli, ogni volta pare la prima volta che parli, qualunque cosa dici è come se la dicessi dopo un silenzio di mille anni, forse il tuo talento è il parlare, questo parlare che viene dal silenzio, in te il silenzio è una malattia e la parola lo guarisce, tu stai bene solo quando parli. io sto bene solo quando non parlo.

nicola maurizio gianni stefano claudio marino ernesto luca giuseppe walter. mai un momento in cui sono riuscita a stare con uno di questi uomini a non sentirne lo schifo. è che a me mi fanno schifo gli uomini, quelli belli e quelli brutti, quelli intelligenti e quelli cretini. ma tu come fai a tenere tante storie, come fai a sentirli, a seguirli?

ma io non sento, non seguo nessuno. io sono la persona più egoista del mondo o almeno spero di esserlo. io sono una raffineria dell’egoismo, faccio solo quello che mi conviene, non aiuto nessuno, non amo nessuno. io calpesto il mondo, lo bruco come una pecora con l’erba, questo faccio, gli uomini sono fili d’erba e qualche volta hanno un fiore accanto, qualche volta un po’ di merda sopra, io prendo tutto, il fiore e la merda, non ho tempo di scegliere, la vita è troppo breve per indugiare a scegliere.

io invece sento tutti, ascolto tutti, io non riesco a scopare perché mi fermo prima, mi fermo per un respiro sbagliato, per una parola detta male, perché vedo che uno mangia e non sa mangiare, perché uno parla di sé e non sa niente di sé, perché uno ha la pancia perché un altro ha le dita troppo corte. io trovo difetti ovunque e davanti ai difetti mi fermo. una volta uno stava quasi per entrarmi dentro, mi ha detto: senti, senti ora te lo metto, ma prima devi guardarlo, devi vedere quanto è grande. io ho subito chiuso le gambe, a me uno che fa la radiocronaca dei suoi gesti non mi piace e non me lo mette da nessuna parte. si è fatto una sega e l’ho fatto venire sulle lenzuola. era il periodo in cui tutti gli uomini li facevo venire sulle lenzuola e poi ci dormivo sopra, mi piaceva l’odore dello sperma nel letto, mi piace l’odore delle cose che si perdono.

però ti piace parlare di sesso, credo che alla fine con questi uomini non hai fatto altro che parlare di sesso, per questo non lo facevi, proprio per poterne parlare, tu sei sempre stata una tipa strana. anch’io dicono che sono una tipa strana. ma io di sesso non ne parlo mai, io non ho mai parlato di sesso con un uomo. io bruco, mangio, urlo, lecco, piscio, io faccio cose semplici con gli uomini, parlare mi pare una cosa troppo complicata, parlare è già darsi delle arie, è una cosa che posso fare con me stessa o con te che sei mia amica.

forse è vero quello che dici, forse a me piacciono solo le parole. io ho paura della morte perché quando moriamo staremo tanto, tantissimo tempo senza parlare. io non credo al paradiso, ma pare che lì non si parli, i beati non ne sentono il bisogno, il parlare è una cosa che viene stando incastrati quaggiù in mezzo agli altri.

ma tu parli come se io fossi qui a sentirti e dovessi dirti cosa penso di quello che racconti, io prendo le tue parole e non penso niente, le tue parole sono fili d’erba, non te lo scordare.

ti devo dire una cosa terribile, è la prima volta che dico una cosa terribile a qualcuno, ma prima mi devi dire se te la senti di sentire una cosa terribile.

ma io voglio sentire solo cose terribili, la vita mi interessa solo quando è infiammata, purulenta, insostenibile.

andiamoci a stendere su un binario, io e te insieme, mi piacerebbe morire insieme a te.

anch’io devo dirti una cosa terribile e non so se a te piace sentire le cose terribili.

a me non piace sentire niente e niente è terribile, sono sempre fili d’erba, tutto è un filo d’erba.



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Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

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