ERESIE MERIDIONALI

metto qui un pezzo uscito oggi sul fatto quotidiano. f.a.

Negli ultimi anni tutti i governi hanno fotto poco e male per il Sud. Non solo hanno spostato altrove le risorse destinate al Mezzogiorno, ma non hanno avuto nessuna vera idea per governare in maniera intelligente i tanti Sud che abbiamo nel nostro Paese.

L’idea ossessiva è che bisogna rimettere in moto la crescita, e poi, una volta che riparte la locomotiva Italia, il Sud non può che accodarsi. Si tratta di un’idea che da troppo tempo viene smentita dalla realtà dei fatti. Non si può considerare il Sud come un semplice vagone da agganciare a una motrice. C’è bisogno di politiche costruite sui singoli territori. La democrazia locale e quella centrale devono lavorare assieme: intimità e distanza. Un lavoro che possa incrociare gli interessi di chi vive in un luogo con gli interessi generali della Nazione.

La società meridionale purtroppo è ferma al lamento. Chi vota Pd dovrebbe chiedere al Governo come si fa a stanziare il 98% dei soldi per i treni al Nord. Chi vota Pd dovrebbe chiedere al Governo perché non fa davvero un piano straordinario per il Sud, un piano che riduca il ruolo delle mafie ed esalti le tante energie positive che ci sono nei diversi territori. Chi vota Pd dovrebbe chiedere al governo perché non usare il flusso dell’immigrazione per dare nuova linfa al Sud interno: terre e case vuote che diventano sempre più vuote.

Mentre la politica da discount di Salvini fa il pieno di voti, la gran parte dei politici e  intellettuali meridionali cercano di posizionarsi in modo da ricavare qualcosa per sé e per la propria famiglia. Il familismo amorale è ovunque e continua a dominare la vita sociale delle regioni più povere. Nei paesi non si eleggono le persone migliori, ma quelle che sembrano più disponibili all’intrallazzo. Ed è impressionante anche il silenzio e la rassegnazione dei ragazzi meridionali. La lotta sarebbe la sola strada per ottenere il rispetto dei propri diritti, ma non si lotta da nessuna parte. Ci si applica di più per mantenere una certa fedeltà al disimpegno dai propri doveri.

Ovviamente non è così in tutte le zone. La Puglia non è la Calabria, Martina Franca non è Napoli, Matera non è Marsala. E forse bisognerebbe partire proprio dal modello di Sud che s’intravede a Matera: scrupolo e utopia, la forza del passato e la passione del futuro.

Il Sud ha straordinari pensatori politici. Franco Cassano, Piero Bevilacqua, Isaia Sales, solo per citarne alcuni. Forse sarebbe il caso che loro ed altri si mettessero insieme per spiegare al Governo cos’è il Sud oggi, io direi perfino dov’è. Ho l’impressione che Renzi abbia un’idea vaghissima del Mezzogiorno. A lui piace parlare con Marchionne e Draghi più che con Fabrizio Barca. Quando scende sotto Roma sembra a disagio. La sua politica alla fine vuole globalizzare l’Italia, Sud compreso, senza capire che la forza del Sud è proprio nel fatto che la globalizzazione non ha attecchito.

Bisogna spiegare a Renzi e ai suoi sostenitori che la specificità dell’Italia è la sua disunità, la sua diversità. Matera oggi può essere considerata nello stesso tempo un paese lucano e una città europea, a Matera c’è un sapore che non c’è a Pescara. E allora, oltre che finanziare in maniera equa i diversi territori italiani, occorre finanziarli per far luccicare la loro specificità, non per omologarli. Il Nord, se vuole, si affidi pure a Salvini. A noi piacerebbe un Sud eretico (erede di  Giambattista Vico, di Giordano Bruno), un  Sud insofferente ai tamburi ciarlieri dell’attualità, un Sud che sa costruire il suo futuro senza accettare i luoghi comuni da cui è sommerso.



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Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

4 pensieri riguardo “ERESIE MERIDIONALI

  1. Bellissimo articolo, sono d’accordo su tutto, ed adesso non credi che sia tempo di agire? non credi che tutti abbiamo delle responsabilità? non credi che sarebbe bene lasciare fuori dal progetto tutti i politicanti? siccome ogni sud nelle proprie specificità è una risorsa per tutti, non credi che sia ora di rimboccarci le maniche e mettere in moto la locomotiva ecc…..

  2. Ho letto con molta attenzione l’articolo e da meridionale lo trovo giusto nell’enfasi ma, a mio parere un nuovo esempio di stereotipo letterario.
    Non so se l’autore è un meridionale ma posso assicurare che non è la politica centrale a poter intervenire sui meridionali bensì sono i meridionali che rimanendo dentro le mura del sud e di un certo sud si fanno obnubilare mente e corpo da certe situazioni che sono sedimentate da secoli.
    La mia non è una banale giustificazione al problema è solo un modo di chiarire che se non ci sono riusciti i Savoia a mutare le cose, se non ci sono riusciti i vari Verga, Sciascia e molti così come i nuovi cultori qual cosa vorrà pure significare se ancora oggi il 90% dei comuni calabresi e siciliani sono in mano al centrodestra e che la vittoria del PD alle Regionali sarà solo un più su pallottoliere della sinistra.
    L’azione di cambiamento deve nascere da quello che il Sud fa veramente, senza dare sempre spazio e pubblicità ai punti negativi, e non parlo degli eroi parlo della gente comune che pur di lavorare onestamente si sottopone al lavoro in nero, combatte ogni giorno in silenzio e senza armi contro il degrado cercando di migliorare un pochino le cose proprie e quelle altrui, che aiuta fin quando è possibile il prossimo di tasca propria, che innova e ricerca con fatica e spirito decubertiano , che vuole vivere in pace i suoi spazi e che non se la sente proprio di vedere da che parte viene la puzza ma va avanti lo stesso. Sono i giovani che ancora vogliono restare ma anche quelli che vogliono andarsene.
    Tutti quelli del Nord e i famosi sono scesi per la campagna elettorale non è necessario l’elenco e se anche ora è Renzi in sella al paese non mi pare che possa fare il taumaturgo.
    Dice, l’articolo “che chi vota PD dovrebbe chiedere al Governo perché non fa davvero un piano straordinario per il Sud, un piano che riduca il ruolo delle mafie ed esalti le tante energie positive che ci sono nei diversi territori. Chi vota Pd dovrebbe chiedere al governo perché non usare il flusso dell’immigrazione per dare nuova linfa al Sud interno: terre e case vuote che diventano sempre più vuote” ma dove vive costui? Ridurre il ruolo delle mafie, usare il flusso migratorio per una nuova linfa? Lo sa in quanti pezzettini è diviso il PD in Calabria dove le correnti stanno peggio che sull’isola di Molène in prossimità del Fromveur”, sono tante e così forti che non è possibile sradicarle, e poi gli immigrati vogliamo una nuova guerra tra poveri? Benché il sud sia stato decimato dall’immigrazione oggi più di ieri il diverso è un pericolo perché ruba il lavoro e si accontenta delle briciole quelle stesse briciole che il sindacato (tutto) per anni ha contestato calando da Nord per ingentilire i tamarri e che ha costruito troppi cavalli di troia per far penetrare nel meridione il principio dell’assistenzialismo a pioggia che ha rinvigorito e alimentato il mal costume politico e in una parola il marciume.
    Il Sud è stato educato da sempre ad essere insofferente ai tamburi ciarlieri dell’attualità, lo hanno tenuto sempre fuori dalla costruzione del mondo e non si può pretendere che d’emblée modifichi il suo essere. Ci vuole tempo e ci vogliono gli uomini ma quelli del Sud non i bracconieri

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