Non c’è più altezza

Trovare qualcuno che non sia in guerra è difficile. All’improvviso compare la trincea che hanno scavato, compare l’osso nero dell’orgoglio e ti spuntano in faccia. Accade quello che non accade con gli alberi. Gli umani spesso sono inerti e noiosi. Quando li smuovi diventano più cattivi che buoni. Ma non bisogna arrendersi, bisogna continuare il proprio lavoro, dire le proprie cose, guardare il mondo, anche la sua parte invisibile, guardare negli occhi il nulla da cui veniamo e a cui siamo diretti. La nostra vita adesso è dolorosa perché si svolge in una scena sociale malata. La malattia di cui si parla è la crisi, come se fosse una questione di soldi. Forse i soldi sono un dettaglio. La malattia è che la società è finita. È stata uccisa dalla politica. In Italia il livello di indegnità della politica è mostruoso. Non bisogna stare tranquilli, bisogna fare qualcosa contro questa indegnità. Invocare altezza dalla politica, non stancarsi mai di invocarla, sia in chi governa che in chi si oppone. Oggi l’altezza non è al potere e nemmeno all’opposizione. L’altezza non la trovi in Parlamento e non la trovi in piazza. Devi frugare nei margini, fuori dal centro e dalla cronaca.

Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

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