COSE

Il dente di un bambino rimasto per anni in una cristalliera di castagno.

L’infarto che è venuto a Salvatore.

L’armonica a bocca di Michele Di Prenda.

Una tegola sul tetto della casa di Marcello.

L’ultimo orgasmo che ha avuto Nicoletta Menna col marito.

Le olive che restano a terra senza diventare olio.

Il dito che perse Attilio il falegname.

Un tappo delle birra Peroni.

La settimana enigmistica nella centoventisette di Michele Cuozzo.

Una maglia nera messa ad asciugare sul termosifone.

Il piede destro di Gesù Cristo in una chiesa di campagna.

Uno sbadiglio.

Gigi Riva, una delle figurine dei calciatori, un doppione.

Il camino di Zia Elvira in vico Noci, il camino che faceva fumo.

Il bacio che lui e lei si diedero in macchina in una sera di nebbia del 1979.

Un maglione di lana.

Una molletta su un balcone di Napoli.

II sesso di Patrizia.

Il morso di una zanzara sul collo di uomo che dorme.

L’odore di stalla nei capelli di Tonino Rizzo.

Le chiavi della macchina di Vito Papa.

Un colpo di tosse.

Una finestra di una stanza d’albergo.

Due pile nel cordless di Gerardino Loffa.

La carta di un panino lasciata sotto una panchina, attraversata dalle formiche.

Un rubinetto di una casa abbandonata.

Un piccolo animale che mangia.

Il grano che c’era nel garage di fronte casa mia.

La striscia rossa sotto la A nella barra dei comandi del computer.

La G del grassetto.

La vaschetta dei termosifoni.

Una lavatrice in una casa qualunque.

Una rosa che sfiorisce durante un comizio.

Un mal di pancia, uno dei tanti che veniva a Nicolino Albenzio quando andava a scuola col mastro Menna, il più cattivo dei maestri.

La scarpiere bianca.

Una canzone, una qualsiasi.

L’ombra del lampadario sul soffitto.

La sedia di un cinema.

Un quadro appeso alla parete.

Uno che si chiama Salvatore.

L’erba spuntata dall’asfalto.

Un fiocco di neve.

Il rumore che fa il computer di Leonardo Macchia quando è acceso.

Un bambino che gioca a pallacanestro.

Dodici ragazzi di dodici anni in pizzeria.

Il seno di una donna che dorme.

Una a su un foglio.

Il silenzio di una stanza.

Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

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