appunti del 13 giugno

Dopo poche ore che sono tornato qui devo ricominciare a scrivere.

Lo stomaco non mi digerisce.

Il giorno di festa che non è festoso.

Felline è il posto che mi è piaciuto di più negli ultimi anni. Non me ne aveva parlato nessuno. Non ho voglia di dire perché mi è piaciuto.

 

una festa senza diavoli e senza dio

un giorno senza argenteria.

così chi esce

trova solo gli altri che sono usciti,

lievemente lieti

ampiamente sfiniti.

 

Sensazioni intime. Come una donna che sente familiare il tuo odore, come una donna che viene sorpresa dalle tue rughe intorno agli occhi, come una donna che vede il tuo corpo in rete e lo trova smisurato, un corpo che non contiene un essere umano e basta, un corpo che è anche lago, foresta, crepa. Il mio corpo ha trovato la sua forma migliore a un’età che una volta era piena vecchiaia.

Poco fa ho detto al mio amico Fabio che le cose scadono assai presto, come uno yogurt che scade mentre lo smuovi col cucchiaino. Le elezioni europee mi sembrano lontanissime. Mi fa uno strano effetto quando mi fanno gli auguri nonostante che non sono stato eletto. Tutti dicono che ho preso tantissimi voti, ma il problema non sono i voti, è che a me la faccenda sembra avvenuta in un’altra epoca. A maggio il mondo non era quello che è adesso alla metà di giugno.

 

ogni volta provo a riavere

quello che mi hai già dato.

la ripetizione è uno degli incidenti

più frequenti dell’amore.

 

Il Salento e i suoi paesi alti quanto gli ulivi. 

Il capitalismo è da combattere ma con un’altra lingua.

Fare la lingua, ecco la cosa che ho detto più spesso in questi giorni. Il poeta deve fare la lingua come il fornaio deve fare il pane, come il vigile urbano deve fare le multe.

 

cercare l’infinito in un bacio,

pensare che ogni incontro

tra un uomo e una donna

si svolga

alla frontiera di dio.

non è dunque una cosa

tra un tu ed un io.

 

Fare l’amore con una persona in fin di vita, il senso di fare le cose seriamente, di spingersi nella vita senza orpelli, senza riserve.

Parlare su una spiaggia e piacere a tutti, agli scienziati, ai lori figli, a giovani donne, a un attore, a turisti stranieri.

La malattia del mio più caro amico come monito a non perdere tempo dietro rancori inutili.

 

la poesia quando è vera

fugge

non gli puoi dare nessuna casa

non gli puoi fare nessun nido.

fugge e non si fa seguire.

aspettala, è il tuo avvenire.

 

Felline mi piace perché nella sua piazza c’è una vago sapore rurale, un senso di candore. I posti piccoli posso essere aggraziati o sgraziati, i posti grandi sono sempre sgraziati.

Che cos’è la paesologia? Forse è il piacere di arrivare in un posto come Felline, trovare una piazza e poi un’altra ancora, un paese in cui le piazze occupano più spazio di tutto il resto. Piazze fatte per essere piene con poche persone.

 

guarda

tutto quello che c’è fuori

e appena dopo

guarda quello che non vedi.

accetta che sei vivo

e appena dopo

che sei morto.

 

Un sogno in cui compare due volte mia madre, sola e triste.

L’amicizia è ancora più difficile dell’amore.

Sto scrivendo per diluire il cibo fermo nello stomaco.

Dio non c’è, ma non è colpevole della sua inesistenza. Nel materialismo c’è un’aria di rimprovero che non mi piace.

La paura di morire che mi attraversa distrattamente, non mi fissa come faceva fino a poco tempo fa.

 

il paese mi ruba la vita

e mi dà le parole.

franco arminio



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Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

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