la festa

LA LUNA E I CALANCHI
ALIANO,22-25 AGOSTO 2017
FESTA DELLA PAESOLOGIA

Le aree interne, le terre alte dell’Italia non sono luoghi minori, sono luoghi enormi. E solo una clamorosa miopia geografica porta a renderle invisibili pur essendo il cuore della nazione.
Bisognava aprire emotivamente i paesi, dilatare la loro anima e invece la modernità incivile degli ultimi decenni li ha aperti solo dal punto di vista urbanistico: si sono sparpagliati nel paesaggio, a imitazione della città, ma è rimasta la contrazione emotiva.
Bisogna agitare le acque, ci vuole una comunità ruscello e non una comunità pozzanghera.
La festa della paesologia serve a creare fiducia e voglia di restare. Nei progetti di sviluppo locale non si parla mai della gioia. La gioia è intesa come qualcosa di intimo, di ineffabile. Forse è venuto un tempo in cui la gioia deve essere immessa nello spazio sociale come elemento cruciale. Anche salutare un vecchio è un progetto di sviluppo locale.
La festa della Paesologia è un piccolo esperimento di rigenerazione comunitaria in cui la politica e la cultura lavorano assieme.
Aliano, più di altri paesi ha un sapore di lontananza che in Italia è rarissimo. Qui la geografia è la prima attrice, i calanchi sono un luogo di grande suggestione, in cui ogni espressione artistica diventa più solenne. Qui qualcosa ha retto alla grande dimenticanza, al genocidio delle tradizioni, e ora questi luoghi hanno la forza del passato e dell’altrove. C’è qualcosa che resiste, ma bisogna aprirsi al nuovo, più che chiudersi nella nostalgia. Bisogna aver cura dell’antico e del nuovo, in questo tempo e in questo spazio.
La festa della paesologia è una sorta di sagra del futuro. I calanchi non davano pane e nessuno ne ha mai percepito la bellezza. Ora il canone è cambiato, ora che l’Italia è tutta urbanizzata, il paesaggio “vuoto” diventa solenne, lirico, diventa un punto di forza dei luoghi
La festa della paesologia unisce sogno e ragione, intimità e distanza. Un’azione politica e poetica allo stesso tempo, un cuneo, una prua nello stagno dell’indifferenza e della rassegnazione. Abbiamo bisogno di un cuore collettivo che non sia vigliacco, serve qualcosa che unisca i nostri stracci per farne un vestito bellissimo.

Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

2 pensieri riguardo “la festa

  1. fantastico il pensiero:città ruscello e non città pozzanghera. Ahimè penso che oggi tutti sanno cosa sono le pozzanghere ma pochi conoscono i ruscelli.
    Ilaria Marvelli

  2. Amo i calanchi, li ho conosciuti solo attraverso le fotografie di un mio caro amico e bravo fotografo, credo che se li vedessi da vicino vorrei dormirci vicino per una notte. C’è in loro un che di primordiale, le forme ricordano il primitivo, e viene voglia di accarezzarli, di passare la mano sopra ad ogni curva, ad ogni sinuosità, cresta e apertura, l’erosione sa dare vita a qualcosa di fantastico e quasi irreale, c’è bisogno che la gente li conosca e li possa cavalcare con il cuore.
    Buona festa Franco!

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