1.
Case chiuse,
una dietro l’altra.
2.
Il vento che sbatte sui paesi,
specialmente di notte.
3.
Quelli che escono il mattino presto,
e si mettono in un punto della piazza
quando ancora non c’è niente
da guardare.
4.
Le capre a Craco,
sotto il sole che esce
dopo la pioggia
e prima del tramonto.
5.
La neve che arriva alle maniglie
delle porte.
6.
I vecchi visti da fuori,
seduti nella loro casa.
7.
Le pecore improvvise
nell’alba di Aliano.
8.
Amendolea. Roghudi. Pentedattilo.
9.
La battaglia per impedire
la discarica sul Formicoso.
10.
Quelli che si ammalano di tumore,
il giorno in cui sanno il nome
della malattia.
11.
Il verde di maggio
che cambia ogni giorno.
12.
Il niente buono
nei paesi in cui non c’è niente.
13.
Il tiglio di Rocca San Felice.
14.
Senerchia
un pomeriggio di dicembre,
il paese morto col fiume dentro.
15.
La donna che attraversa la strada
con una busta in mano
in un sacro pomeriggio di giugno.
16.
L’insegna del bar a Monteverde,
avvolta da una busta nera.
17.
La cattiva digestione
e il sonno che si rompe
si stropiccia come carta argentata
che non sarà mai più liscia.
18.
I tre suicidi di Lacedonia.
19.
Quelli che dicevano:
oggi viene il senatore da Roma.
20.
I cimiteri, tutti i cimiteri.
21.
Arrivare in un paese
del Pollino.
22.
I matrimoni che si facevano
nelle feste di Natale.
23.
Cominciare una storia d’amore
a Montaguto.
24.
Il paese caduto dopo il terremoto,
un vecchio che lo sta guardando.
25.
Rovistare dentro la paura
di morire.
26.
L’essenza della paesologia:
stendersi al sole
ad Accadia.
27.
Il maestro delle elementari
che si puliva le orecchie
con la testa di un chiodo.
28.
Gianni Celati che legge Leopardi
a bassa voce al centro anziani
di Bisaccia.
29.
Mio zio Tonino
morto a Vancouver.
30.
L’infanzia e la giovinezza
col mal di cuore
di mia madre.
Lo sguardo del novantenne di Muro Lucano che compie lo stesso tragitto tutte le mattine e che si ferma nello stesso punto, per mezz’ora, di fronte al paese come se si trovasse di fronte all’altare di una chiesa.