L’HERCULEA: i motivi per una riflessione…..

Questo anonimo pastore-cotadino è uno degli ultimi “personaggi” della HERCULEA,vive sul Formicoso presso Bisaccia e ,come potete vedere( sará pure casuale) ha un trattore targato Foggia :legamesimbolico di queste terre verso la Puglia….
L’HERCULEA: i motivi per una riflessione…..

 di gianni panzetta e maria tanga

“…La strada non e´ una materialità amorfa; noi studiamo le strade, non come un fine ma come un mezzo. Le strade impongono il problema dei loro capilinea, della loro efficienza; trasportano correnti ideali come oggetti modesti. Ricostruire una strada vuol dire ricostruire un capitolo di effettiva storia, non soltanto economica ma spirituale…”(1). E´, anche, attraverso lo studio delle strade e dei sentieri sanniti e romani (in particolare dell’ Herculea ) che sarà possibile ricostruire una traccia del legame antropologico sui quadri ambientali determinatisi dal flusso di migrazione periodica millenaria (transumanza) che ha segnato il territrio Dauno-Irpino. L’economia pastorale coinvolgeva milioni d’individui e, nonostante l´alternarsi di regimi politici, invasioni di popoli, pestilenze e terremoti e lo sviluppo di nuovi assetti viabili e territoriali, era sempre là. Dopo tre millenni queste tracce sono ancora indelebili. Nell´intero territorio appenninico, tra la Maiella ed il Pollino, la cui area è ancora fisicamente intelaiata da questi sentieri, le permanenze antropologiche di affinità sono notevoli. In un rapido confronto dell´elenco telefonico di Foggia e di quelli dei comuni attraversati dai Tratturi, la ripetizione di numerosi cognomi ricompone una via ideale di continuità. Un legame parentale non del tutto interrotto. Un altro è la sorprendente analogia culinaria e la produzione di alcuni formaggi. Il cacio-cavallo ne è un altro banale esempio. Si potrebbe credere che sia una produzione puntuale di posti specifici e, invece, è la permanenza di una produzione lineare diffusa sulla linea dei tratturi e il cui nome di derivazione araba – Cáscavàl- è un formaggio turco la cui fonetica araba è sorprendentemente uguale a quella di molti dialetti riscontrabili lungo il tratturo Pescasseroli-Candela e permanenza linguistica, forse, dei Mori trasportati a Lucera da Federico II. Questa persistenza di analogie culturali lungo la dorsale appenninica evidenzia, altresì, la concezione miope con cui il neonato Regno d´Italia costituì la regione Campania. Abbiamo accennato qui solamente ad alcuni aspetti incontrati in questi primi approcci sull’Herculea. Sarebbe auspicabile che queste intuizioni, evidenziate anche da altri studiosi, siano oggetto di ricerca interdisciplinare a cui le Università e gli Enti Locali non dovrebbero sottrarsi.

Significato della via Herculea.

Ritenendo che la storia di una comunità è imprescindibile dalla strada che, col tempo l’ha determinata o che da essa è stata costituita, ci cimenteremo in un lavoro di ricerca che è, insieme,un viaggio reale e metaforico, tra presente e passato, alla ricerca delle tracce fisiche ed antropologiche di una grande via dimenticata, oggi grande corridoio ecologico: la via Herculea. Essa è stata, per almeno 2000 anni (compare sia nell’Itinerario Antonini che nella Tavola Peutingeriana fino alla Cartografia di A. Rizzi Zannoni) la base di connessione culturale- economica-linguistica dell’area appenninica Dauno-Irpina. Dei dieci miliari conosciuti ed ad essa attribuibili, cinque sono stati trovati tra Monteleone e Scampitella. L’Herculea collegava le valli del Miscano-Cervaro-Calaggio ed Ofanto e la sua importanza, forse, è dovuta al fatto di essere la strada di supporto alla Transumanza e, quindi, a tutto il complesso culturale- economico-parentale che questo comportava. L’Appia e la Traiana attraversavano questi territori come le attuali autostrade. L’Herculea, invece,univa e interconnetteva comunità. Essa ha definito nel tempo un condensato palinsesto della cultura agro-pastorale ancora tangibile. Si dovrebbe, avendone fatto uno studio più circoscritto ed attento, poter richiedere all’UNESCO di inserirla come patrimonio dell’identità pastorale. La storia di queste terre si è svolta su quest’arteria ed è stata vissuta in uno scenario politico di tre forti poteri: la Mena delle pecore della Dogana di Foggia (con suo stato giuridico autonomo facente capo al Re in persona) la Chiesa e i Baroni. Quando la Transumanza sarà abolita (1806-1865), i Baroni e i grandi proprietari di pecore diventeranno la nuova borghesia agraria, acquisendo per poche lire beni feudali dismessi o quelli espropriati alla Chiesa. Quest’ultima, attaccata dal nuovo Regno d’Italia, difenderà a denti stretti i suoi ultimi privilegi. L’autorità del nuovo stato Piemontese, con le nuove imposizioni fiscali, stenterà a imporsi e i contadini s’impoveriranno ulteriormente per la perdita degli usi civici su proprietà assegnate a nuovi padroni .L’impossibilità di usufruire delle pur magre risorse a loro concessi dall’economia della transumanza, li renderà ancora più disperati. L’Herculea o la sua perpetuazione perderà, allora, il suo ruolo connettivo e scomparirà. Queste aree eternamente di “mezzo” diventeranno di “confine”. Inizia ,da questa data, quel disagio sociale definito dalla storiografia ufficiale “Questione meridionale”. Molti contadini diventeranno briganti e saranno decimati. Aspetteranno poi, invano, le terre promesse durante la prima guerra mondiale e dopo, alla fame sceglieranno l’emigrazione verso le Americhe. Chi rimase iniziò le lotte per l’occupazione delle terre (chi non ricorda l’opera e il dramma di R. Scotellaro ?). E poi, la speranza disattesa della riforma fondiaria con la nuova Repubblica, a cui seguì la fuga definitiva verso il Nord Italia e l’Europa. Infine,il terremoto del 1980 con le rapide trasformazioni antropologiche e i disagi psicologici (descritte in modo autoptico da Franco Arminio). In sequenza agli eventi politici-sociali sopra accennati, la Traiana sarà sostituita dalla strada Regia per le Puglie e poi, le S.S. 9 0 e 9 0 bis e l’ Appia con la strada Regia per Melfi o Napoletana (oggi S.S.303) e l’autostrada Napoli- Candela. Tutte, però, perpetueranno il carattere di solo attraversamento e pochi paesi beneficeranno del nuovo assetto viario. La via Herculea, invece, scomparirà come arteria di connessione totale e, al suo posto, compariranno le strade provinciali di fine 800 lungo la direttrice Savignano– Monteleone- Anzano- Scampitella- Vallata-Bisaccia che avranno, però, solo la funzione di interconnettere i paesi tra di loro e alle direttrici principali.

La strada…… per conoscere……

Attraversando la Daunia e l’estremo lembo dell’Irpinia ci inoltreremo,in questo “viaggio” collettivo, sulle sparute tracce dell’Herculea, verso la Puglia e la Lucania, alla ricerca di luoghi simbolici cristiano-pagani: Sentianum, città del martirio di San Potito, a cui Leon Battista Alberti dedicherà un libro; ad Matrem Magna, località dove vigeva il culto orfico e si venerava la Magna Mater; il lago d’Ansanto, immortalato nell’Eneide di Virgilio; Monte Crispiano, dove una leggenda riporta essere il reale luogo di seppellimento dell’imperatore Alessandro Severo e altri luoghi minori i cui siti pur restando, a volte storicamente indefiniti, hanno lasciato con miti e leggende, segni indelebili nelle comunità locali agro-pastorali. Questo “viaggio” è un’occasione per raccontare, tra la memoria del passato e il presente, le permanenze antropologiche, la trasformazione del paesaggio, catastrofi, leggende, paesi e personaggi. Un excursus attraverso delusioni di chi se n’è andato e le speranze di chi, costretto a restare, continua a “resistere” in un territorio che, se pur ancora bello, viene inesorabilmente depredato. Un’ approccio alla scoperta di una “terra di confine”, utilizzando il tracciato antico, per raccontarne la storia, vederne la geografia, le ricchezze economiche marginali, le architetture e i paesaggi esclusi dai circuiti dell’economia turistica.

1) G.Devoto,Parole e strade della Magna Grecia pag.7 in VIE DI MAGNA GRECIA, Atti del II convegno di studi sulla M. Grecia tenuto a Taranto dal 14 al 18 ottobre 1962.

(GIANNI PANZETTA E MARIA TANGA)

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