San Tammaro. Abbattete la Reggia di Carditello!

Pubblico volentieri questo jaccuse amarissimo per il triste destino cui sembra avviata la Reggia di Carditello. In questa invettiva rabbiosa Nando Cimino mette il dito nella piaga di una classe dirigente tra le più ignoranti e culturalmente  più analfabete d’Europa, capace, nel corso di un quarantennio, di far andare in malora uno dei siti più belli non solo di questa terra martire d’ogni nequizia, ma dell’Europa intera. Tutti sono coinvolti nel disastro, nell’ordine: politici, intellettuali, tecnici, popolazioni, complici –chi più chi meno-  di un degrado inarrestabile e del destino di svendita del patrimonio pubblico. (Salvatore D’Angelo)

 

 

di Nando Cimino

ABBATTETELA. Abbattete la Reggia di Carditello. Fatela sparire dalla memoria della gente di Terra di Lavoro. Fatela sparire, insieme a quella parte sana della Storia, che ha reso grande il popolo del Sud. Rendetela un cumulo di macerie sotto le quali seppellire l’incompetenza, l’incoscienza e la codardia di chi ha permesso tutto ciò. Adibite, il cortile reale, a parcheggio per i nauseabondi camion della spazzatura provenienti da Napoli, da Salerno e da tutta la provincia di Caserta.

Il Real sito di Carditello va cancellato, al pari di come andrebbe cancellata una delle pagine più squallide della frustrata storia della provincia di Caserta. Una pagina lunga decenni che ha visto questo territorio, vittima  dello più sfrenato e scellerato napolicentrismo, grazie anche all’indifferenza compiacente di coloro che, eletti nei collegi casertani, avrebbero dovuto almeno tentare di difendere questa terra dall’assalto dei CDR, delle discariche e dei siti di stoccaggio.

Una provincia subordinata, in tutto e per tutto, agli umori del “Kapo” di turno, posto al governo di quello che appare sempre più come un lager. Un campo di concentramento, dove le giuste aspettative della gente perbene di questa provincia, sono sempre più disattese. Caldoro, che si è ricordato di San Tammaro solo quando ha dovuto liberare le strade di De Magistris, dall’immondizia partenopea, respinge l’emendamento al bilancio proposto dai consiglieri regionali casertani, per stornare i fondi da veicolare verso l’acquisto della fattoria borbonica, così come proposto da anni dalla Sga.

Ovviamente nessun casertano, minimamente attento alle cose della politica, così come nel nostro Paese è concepita, ha creduto per un solo istante, che la cosa potesse approdare ad un sicuro riparo. I più smaliziati, pensano persino che altro non sia stato che un modesto tentativo, quello abbozzato dalla squadra casertana, di fare una lavata di faccia ai propri elettori, dai quali sono stati compulsati a prendere posizione sulla vicenda.

Un errore madornale, quello di ricondurre tutto ad una vicenda da campanile. Il Real Sito di Carditello infatti, pur essendo la proiezione della illuminata visione che Ferdinando IV di Borbone aveva di questa parte della Campania, è un bene che appartiene a tutta la Regione e a tutto il Paese e che, pertanto, meritava la difesa di tutto il governo regionale e non solo di una parte minoritaria di esso. Inutile oggi, ripercorrere le responsabilità oggettive e soggettive; questo è lo stato dell’arte.

La parola fine, è stata vergata da una classe politica che ha concepito la Reggia di Carditello come un problema da allontanare da sé e non certo come una risorsa e come un’opportunità, capace di generare lavoro e quindi economia. La parola alla prossima asta fallimentare. Sì, perché di fallimento si tratta.

 

(tratto da PrimaPaginaItaliana.it.  Venerdì 30 DICEMBRE 2011)

10 pensieri riguardo “San Tammaro. Abbattete la Reggia di Carditello!

  1. Purtroppo in Italia i Beni Culturali sono costantemente avvertiti come un fastidio, quando non divengono oggetto di interessi illegali…lo dico da archeologo, con grande amarezza. Carditello è un sito meraviglioso, anzi era, dopo lo scempio che ne è stato fatto. Sono vent’anni che studio il mondo dell’archeologia napoletana e borbonica, gli scavi illegali, quelli “di regio conto”, le collezioni, i furti, i falsi, le copie.
    Carditello aveva una sua collezione di vasi antichi. E’ scomparsa anch’essa, in questo gran naufragio, indecente, vergognoso e pure vile a cui stiamo assistendo.
    vi abbraccio
    elda

  2. il sito di Carditello non è solo la reggia di caccia dei Borbone…. è campagna aperta, paesaggio rurale costellato di luoghi della civiltà contadina….. è tante cose insieme che, lentamente, a colpi di vandalismi e di ignoranza politica, stiamo perdendo giorno per giorno….. poteva essere l’avamposto di una rinascita lieve e moderata del territorio, invece diventerà terra di saccheggio per il cemento e un idea di civiltà che ha già irrimediabilmente distrutto la vita dei luoghi a nord di Napoli e del casertano.
    amen

  3. invece è in fase di ultimazione il recupero del casino reale quisisana di castellammare di stabia, anche se non so l’uso che ne faranno

  4. Ringrazio Salvatore D’Angelo. La mia indignazione è profonda e l’amarazza si rinnova quotidianamente. La prefazione sintetizza il mio pensiero e il pensiero di tutti coloro stanchi di una classe politica e dirigente incapace e soffocata dalle abbuffate a danno della gente per bene. La Reggia va salvata proprio per ciò che rappresenta al di là delle violentate mura…
    Grazie ancora! Nando Cimino

  5. E’ inconcepibile che un patrimonio architettonico-culturale sia stato ridotto in tali condizioni. Non ci sono parole per spiegare tale
    incivilta’. A chi dare la colpa? Qualsiasi altro paese al mondo si sarebbe mosso per difendere, proteggere, valorizzare tale patrimonio
    artistico. Invece noi che facciamo? Ci laviamo le mani. Aspettiamo che tutto venga dal cielo. Tutta l’Italia si dovrebbe vergognare.
    Tutta la Campania e in particolare Caserta e Provincia si dovrebbero mobilitare e fare da guardia notte e giorno e offrirsi per difendere
    e riparare tale scempio e offesa all’Italia di Virgilio, di Cicerone, di Dante, di san Francesco, di Machiavelli, di Michelangelo, Leonardo,
    Galileo, Leopardi, Verdi, Verga, Manzoni, Marconi, Meucci, De Gasperi…

    O Italia mia, nuda la fronte e nudo il petto mostri.
    Oime’ quante ferite,
    che lividor, che sangue! o qual ti veggio,
    Formosissima donna! …

    E questo e’ peggio
    che di catene ha carche ambe le braccia;
    Si’ che sparte le chiome e senza velo
    Siede in terra negletta e sconsolata,
    Nascondendo la faccia
    Tra le ginocchia, e piange.
    Piangi, che ben hai donde, Italia mia

  6. Eh per quante cose si dovrebbe sollevare la “serva Italia benché del parlar sia indarno”…. e il discorso ci porterebbe lontano, lontanissimo, dritto filato alla liquidazione delle stagioni delle lotte e della coscienza civile diffusa, con quel che ne è conseguito. Noi ci abbiamo provato e ci stiamo provando, e lo faremo sempre, fino all’ultimo respiro, tenendo conto del sistema che ci atomizza e ci isola nel virtuale e nei tanti virtuali anestetizzanti… ma non ci arrendiamo. Tu, caro Raffaele, ci sei? ci stai a sostenere la lotta?

    1. Caro Salvatore, come il tuo nome stesso dice, la mia tristezza e vergogna, vengono un po’ addolcite da persone come te e altre che non si danno per sconfitte e hanno la volonta’ di fare per “salvare” qualcosa e difendere tutti questi gioielli che l’Italia ha e che altre nazioni non hanno e ce le invidiano.

      Poi e’ da considerare un altro fattore molto importante. Ci lamentiamo che in Italia
      c’e’ una crisi economica spaventosa. Ebbene, il turismo potrebbe essere una buona medicina salvatrice.

      Ripristinando e valorizzando il patrimonio artistico-culturale dell’Italia, si creano molte possibilita’ economiche e i turisti vengono a milioni nel Sud Italia, invece di fermarsi a Roma.

      I turisti non vengono nel Sud Italia perche’ hanno paura di essere derubati e perfino uccisi per un orilogio o una borsetta. Siamo sinceri con noi stessi.

      Il turismo darebbe lavoro a tutti: ristoranti, negozi, alberghi, trasporti pubblici e privati… spezzando cosi’ il circolo vizioso di miseria e di criminalita’.

      Nel giro di pochi chilometri si hanno le reggie di Caserta e di Carditello, di Capodimonte a Napoli, con la certosa di San Martino, il Cristo velato, Santa Chiara, San Domenico Maggiore… la Costiera Amalfitana, Salerno, Paestum
      la badia di Cava dei Tirreni, Serino con le Mura della Civita…

      Caro Salvatore, continua la tua lotta. Non ti scoraggiare. Io sono con te e con tutti coloro che amano e rispettano l’Italia.

      Raffaele
      Raffaele

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