venti passi

Venti passi fino all’orlo della propria rupe quotidiana e, dando le spalle al vuoto,  appoggiare la schiena alla solida bellezza di questi versi.

franco arminio

Stato in luogo 

quando l’aria è chiara

 1.

Quando la terra è gialla

si vede la puglia, la paglia.

quando l’aria è chiara

dall’ ultima loggia si può vedere

l’orario dei treni

alla stazione di foggia.

2.

Verso tricarico

il mezzogiorno di novembre

ha il buio che sale già sui fianchi.

la luce che resta è bevuta

dalle vacche nei campi,

dalle argille dei calanchi.

3.

L’antica caffetteria e bar vitale

zichella, ziccardi, di geronimo

agorà, seven stars, e uno senza nome.

tane del buio dov’erano acquattati

un po’ di vecchi taciturni e secchi

e qualche mesto giovane spaiato.

4.

Certi giorni vado a strappi

da un paese all’altro.

deliceto, orsara, faeto

e poi con un filo di fiato a greci

nell’ altezza del grano.

5.

Com’era lieve domenica

il mondo a montaguto.

quasi li sentivi

i piccoli prodigi che muovono

i minuti.

6.

Nella terra che fu del lupo

nel mattino di marzo

un paio di malati in piazza

si muovono a testa china,

meste sentinelle

del dirupo.

7.

Il tiglio di rocca san felice

non è al centro della piazza

è la piazza stessa.

fuori dalla sua ombra

il paese è già periferia.

8.

A potenza

il freddo nascondeva

le mani nelle tasche:

in via pretoria un po’ sfaccendati

facevano le vasche.

9.

Si viene a frigento per visitare il cielo

o per guardare altri paesi da lontano.

si sale da un lato e si scende da un altro.

paese sobrio e semplice

come una sedia.

10.

Pure questa notte ha piovuto.

un insetto già vola.

le nuvole toccano in silenzio

le cime dei pini.

due uccelli passeggiano nel prato

di tarvisio e un altro si posa su un albero.

conosco il nome di pochi alberi

di pochi alberi.

11.

La processione del venerdì santo

da sola vale il viaggio a vallata.

per il resto non vi aspettate niente di particolare.

questo è un paese normale,

mezzo rigo

nella garzantina universale.

12.

Il grano intorno

la zolla sulla porta.

a biccari bisogna arare pure le case

la prossima volta.

13.

Devo tornare a senerchia

con una donna che cammina in punta di piedi

e si allontana tra le case, cerca

quelle più in alto e lì si va a posare

come un’ aquila e mi aspetta.

14.

A zungoli si arriva

per strade piccole.

un luogo malinconico

di cose singole, spaiate,

di una malinconia ad acquerello

fatta di un grigio molto chiaro.

15.

A cairano

l’unica pianura

è il palmo della mano.

16.

A troia

quando il grano è falciato

si sente la noia del deserto.

allora sembra un miraggio

il rosone perfetto della cattedrale,

la pietra lavorata ad uncinetto.

17.

A grottaminarda

durante il festival dell’amicizia

ornella vanoni cantò meno di un’ora

con aria assai distratta.

poi, per saluto, un cenno

della mano e un frettoloso

<<ciao, torno a milano>>.

18.

c’era uno a santomenna

a cui avevano tolto le galline,

uno a cui avevano tolto il banchetto

che aveva a salerno per i panini

e un altro che aveva lasciato la moglie

in america

del quarto non ricordo niente

se non una chioma da predicatore.

19.

Le tre del pomeriggio a scuola.

dentro l’aula c’è una quiete dolorosa.

provo ad aprire la finestra.

oggi è grigio il bel cielo di andretta.

da fuori non arriva nessun segno

che il mondo è vivo.

20.

Craco, romagnano, roscigno,

conza, apice, aquilonia…

prendete un paese del sud italiano

svuotatelo di tutti i suoi abitanti

guardate come diventa bello

guardate come diventa vivo.

2 pensieri riguardo “venti passi

  1. Franco questi versi sono un capolavoro, un filmino in bianco e nero che scorre lento sul lenzuolo della vita, un bicchiere di vino da sorseggiare degustando la gioia di un pezzo di caciocavallo leggermente piccante.
    Grazie per questi doni che ci porgi.

Rispondi a maria nardelliAnnulla risposta

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