craco

Fino a quando vedi un muro, una porta, un soffitto, un balcone, un paese c’è sempre. Craco tiene la sua vita dentro una trave, dentro una scalinata, in un pavimento sfondato. Non è un paese morto, non va toccato. Se vuoi entrarci devi correre un pericolo, è come scalare una montagna: non ha senso metterci l’ascensore. Craco accoglie il sole e la pioggia, accoglie il vento, l’alba e il tramonto. È …ospitale con le rondini e con le mosche, è una dimora ideale per le capre e le lucertole. Craco è il corpo della sposa e il paesaggio intorno è un lunghissimo velo pieno di pieghe, un albero, una ginestra, l’ombra di una nuvola, sei dentro il vestito della festa. Lo sposo è la luce o il silenzio o la lontananza. Questa è un’Italia dove non c’è l’Italia. Le rovine hanno trasformato tutto il paese in un castello. Più che a una Pompei del novecento si può pensare a una fortezza bombardata. Le case abbandonate tendono a somigliarsi, non somigliano più a chi le abita, tendono a sembrare un’eruzione del paesaggio. Craco, come i calanchi di Aliano, pare un’ambasciata della luna sulla terra. Non si deve pensare di riempirla, di custodirla. Il restauro delle rovine è sempre un’operazione pericolosa. E se proprio lo si vuole fare, bisogna farlo solo per una piccola parte di esse. Il resto deve essere lasciato al lavoro del tempo, come lasciamo i nostri corpi nelle bare. Solo che Craco non è seppellita, è sollevata nell’aria e ogni giorno che passa diventa più bella e più viva. Ogni muro che cade gli dà forza, perché diventa sempre più inattuale, diventa sempre più un luogo, in un momento in cui i luoghi stanno scomparendo e diventano sempre più l’unica cosa di cui abbiamo veramente bisogno. Craco è un mito del futuro, è un miracolo che si deve compiere. Non si può imbavagliare la carriera delle rovine, non si può incatenare la nostra fine.

4 pensieri riguardo “craco

  1. Ci sono stato per curiosità, per la fama del “paese fantasma”… sono cose che finchè le senti raccontare da qualcun’altro magari lasciano il tempo che trovano, ma quando sali da Craco Peschiera la senti subito un’atmosfera… un’energia… non so, qualcosa di “diverso”…le cavallette enormi che ti attraversano la strada, l’erba alta che invade la carreggiata spuntando tra le crepe dell’asfalto, i rapaci che volteggiano sopra la tua testa… E poi la visione, il paese là in alto, immobile, che sembra aspettare te, viaggiatore di passaggio… per avere un po’ di compagnia…

  2. Ci sono stato per curiosità, per la fama del “paese fantasma”… sono cose che finchè le senti raccontare da qualcun’altro magari lasciano il tempo che trovano, ma quando sali da Craco Peschiera la senti subito un’atmosfera… un’energia… non so, qualcosa di “diverso”…le cavallette enormi che ti attraversano la strada, l’erba alta che invade la carreggiata spuntando tra le crepe dell’asfalto, i rapaci che volteggiano sopra la tua testa… E poi la visione, il paese là in alto, immobile, che sembra aspettare te, viaggiatore di passaggio… per avere un po’ di compagnia…

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