di Pasquale Blasi
Le lenzuola stese al vento
tra la campagna e il sole.
Correvi sempre,
non ti voltavi mai,
così arrivammo al fiume,
i piedi bagnati
l’allegria nel cuore,
la nostra infanzia
era perduta ormai.
Ora che tutto tace
nel grigio rumore,
la città ci conduce
per le vuote ore.
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è stato proprio adesso
ti ho visto nel mio specchio
eri l’ombra di un ricordo
o forse no?
Un giorno
ti ho visto in un cassetto
proprio dietro
i miei calzini preferiti.
Le scarpe mie si accumulano
ma i sentimenti languono
nel vuoto di un armadio
che era tuo.
Cercando tra gli oggetti
ritrovo i miei ricordi
frammenti di una vita
che non c’è.
Se aspetto ancora un poco
sparirò tra le mie cose,
dimentico del mondo
…e poi chissà?
…e poi chissà?
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Quando siamo scesi al fiume
avevamo ancora il sole negli occhi,
eravamo andati per pescare
e l’esca luccicava tra le mani.
Una lunga attesa, poi
l’acqua cominciò a guizzare
mille scaglie d’argento si levarono
verso un raggio d’oro rifranto.
E poi il ritorno
lungo la strada segnata
una bici sgangherata
nell’aria ancora
il profumo verde delle rane.
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Passavamo le ore più dolci
facendo giochi con gli insetti
tane, torri,
ponti sospesi
sulle nostre fantasie
e la sabbia era il cemento
e i campi di grano
i tappeti dei nostri desideri.
Ci sorprendeva un acquazzone
con le sue prime gocce
pesanti,
la polvere inzuppata
odorava l’estate.
Bellissime poesie!!!…