da DOPPIOZERO

Nuove cartoline dai morti. 1


La signora che faceva la chemioterapia vicino a me leggeva sempre i fotoromanzi.

 

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Mi piacerebbe che qualcuno lo facesse sapere a Tonino, il carpentiere siciliano che lavorava con me in Svizzera. Non mi ricordo di che paese era e non mi ricordo neppure il cognome. Aveva i baffi e gli piacevano gli spaghetti col tonno.

 

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Tenevo la mia mano stretta nella sua. Lei guidava, mi stava portando in ospedale. Ci stavamo amando e ora io stavo morendo. Fuori pioveva, la pioggia bucava il vetro, arrivava ghiacciata sul mio petto.

 

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Lo sapevo che sarei morto a marzo. Lo avevo capito a ottobre che sarebbe stato il mio ultimo inverno. E ora sono qui senza cappotto, con un vestito elegante che non mi ero mai messo.

 

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Chi mi veniva a trovare sotto sotto sperava che io non guarissi, e così è stato.

 

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La malattia mi ha cambiato la faccia, me l’ha fatta più grossa. Sembrava che avessi due facce. Due giorni in ospedale e poi mi hanno rimandato a casa. Sognavo di morire nell’ambulanza. E invece sono rimasta altri tre mesi nel letto. Sono morta una sera di febbraio. Tirava un vento fortissimo. Sentivo che quel vento mi stava cercando, era venuto a portarmi via.

 

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Sono l’avvocato Pandiscia. Sono solo nella cappella di famiglia da più di trent’anni.

 

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Non sarebbe male se qualcuno potesse accorciarmi i baffi nella foto sulla lapide.



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Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

Una opinione su "da DOPPIOZERO"

  1. Troppo macabro triste e deprimento. Scrivi anche qualcosa che di SPERnza, guardando il mondo con un occhio piu’ benevole. Io leggo quello che mi “solleva ” dalla realta’, che mi susciti emozioni positive, che mi faccia stare bene. Non si devono per fare cio’ scrivere cose allegre ma cose evocative , che ti permettano di guardare la realta’ con distacco. Ma parlare solo di morte, di chemioterapia ecc ecc per me non vabene. Arminio sa scrivere molto bene sa usare le parole in modo mervaiglioso. Vorrei solo che usasse la sua magia con qualcosa meo trste.

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