PRIMA DEL PARADISO

 

Ho provato in tutti i modi stamattina a smuovere le acque sul problema dell’Appennino. Ora sono solo addolorato. Ho avuto poche risposte. Ma me le tengo care. E mi tengo cara già da adesso tutti i giorni in cui non sarò in questo mondo, tutti giorni consegnato senza lingua e senza mani al grande mistero che chiamiamo nulla. Noi intanto ne abbiamo costruito un più piccolo nella piccola comunità degli umani. E la mia impazienza feroce di demolirlo, senza sapere da che parte colpire, perché questo nulla è lontanissimo e vicinissimo, è nel tuo cuore e in quello dei tuoi amici e in quello dei tuoi nemici. Il nulla di cui parlo è l’addio a una storia condivisa, la regola che ognuno scambia il proprio sguardo come l’unico possibile. Non c’è una cantina degli sguardi dove portare i propri occhi. Il novecento aveva tentato attraverso le grandi narrazioni di infilare gli uomini in un progetto planetario. È finita in tragedia. E ora la tragedia prosegue e pare che in ogni forma della nostra vita riusciamo solo ad alimentarla ulteriormente, anche se in forma diluita, sonnolenta. Non devi parlare quando hai torto, ma ora non devi parlare neppure quando hai ragione, non devi aspettarti che se trovi una verità questa venga condivisa. Anzi, la verità che porti è un’offesa a tutte le menzogne in circolazione. Il potere è riuscito a calarsi tra i giovani, tra gli inermi, tra gli sconfitti e ha fornito a queste persone gli occhiali per leggere il mondo come vuole il potere. La voce di un poeta non potrà mai diventare la voce di tanti. Chi compie azioni indegne è assai più noto di chi fa onestamente il suo lavoro. Io oggi ci ho provato un’altra volta ed ho fallito. Ho fallito come fallisce una madre, un operaio, un disoccupato,  un anziano. Io oggi volevo uscire e stare nel mondo assieme a qualcuno, volevo lottare oggi e invece pare solo che parli troppo, il tuo fiato ruba il fiato agli altri. Dovrei farmi furbo, parlare ogni tanto, e passare all’incasso. Ma io so che il mio solo guadagno è quando avrò gli occhi chiusi sotto la terra. Lì ogni attimo sarà premio, sarà il paradiso che mi sto conquistando attimo per attimo, il paradiso che non c’è.

f.a

Pubblicato da Arminio

Nato a Bisaccia è maestro elementare, poeta e fondatore della paesologia. Collabora con “il Manifesto”, e "il Fatto quotidiano". È animatore di battaglie civili e organizzatore di eventi culturali: Altura, Composita, Cairano 7x, il festival paesologico ""La luna e i calanchi"". Da molti anni partecipa a innumerevoli manifestazioni sulle problematiche dei territori. Recentemente ha avviato scuole di paesologia (ne ha già svolto una decina in ogni parte d’Italia). In rete è animatore del blog Comunità provvisorie. E' sposato e ha due figli.

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