di antonio d’agostino
Il paese è un cieco
che rompe i vetri del mattino
Sente l’aria degli arrivi sulla faccia
forestieri inciampano sulle parole
che dalla sua bocca escono
avanzi della festa padronale
le luminarie accese sul luogo basso
tra il monumento alla mischia dei contrasti
e il teatro dei camici sonnolenti
è qui che si esaurisce la vena dei divertimenti
tra la mano del bambino , che regge il filo ,
e il palloncino
si mostra il deserto
l’insetto comico
diventa l’idolo ambulante del paese
quel poco di anima che rimane
scompare
nella luce eterna dei ceri della chiesa.