…per ricordare

PER RICORDARE IL TRAGICO 23 NOVEMBRE 1980
FRANCO ARMINIO
Conza
Nel centro di conza nuova
ancora fervono i lavori,
ci sono giochi per bambini che non ci sono
e poi sculture d’arte moderna
senza ammiratori.
un settantenne che ha lavorato lungamente
in belgio mi dice cose chiarissime.
uno di ottantacinque anni
vedovo da tre mesi
mi parla della sua vita e mi commuove,
germania e australia,
il nipote farmacista,
il nipote e l’emigrazione,
sua moglie filomena
morta davanti al fuoco
mentre puliva la verdura.
trecento abitanti in quattrocento case
e davanti al bar un annuncio
di chi cerca operai metalmeccanici.
ecco un’altra, chiara notizia del mattino:
il sud senza lavoro qui non esiste.
venticinque anni dopo il terremoto
dei morti sarà rimasto poco
dei vivi ancora meno.
( 1*) Nota: Poesia antologizzata, citata anche da Roberto Saviano
a conclusione della trasmissione “Parla con me”, a cura di Fabio Fazio.
.
2*
GAETANO CALABRESE
Trema la Terra …
Il cervello intrappolato in un boato,
la polvere nell’arsura delle grida,
rantoli di coscienza sommersi nel buio
chiedono aiuto a mani nude
dentro le viscere delle macerie …
Trema la Terra…
occhi accecati dalla disperazione
in cerca di barlumi di speranza …
Trema la Terra…
attimi sconquassati
segnano l’agonia del tempo
seppellendo la vita
nel baratro del dolore …
Trema la Terra…
sui volti coperti dallo sgomento,
venuti da lontano
a condividere lo spavento …
Trema la Terra…
crudele fatalità
dove la vita senza età
vale una manciata
di secondi assurdi …
Trema la Terra…
nello stordimento generale,
prima della luce di domani
c’è il lenzuolo circolare
intriso di polvere e sangue …
All’epicentro:
sigillati i tanti che furono …
Ai lembi:
i sopravvissuti
a custodire la memoria
nel pianto del vento…
( 2*) Nota: Poesia antologizzata.
. 3*
GAETANO CALABRESE
Morire…’80
Morire col cervello
spappolato tra le mani,
con gli abbracci sovrumani
coperti di polvere,
con la bocca
arsa di urli,*
con il cuore squarciato
dai tuoni
della terra che trema!
3 bis*
* licenza poetica
__________________
Metrica: versi liberi.
(3* e 3bis*) Nota: Poesia premiata e disegno inedito.
.
4*
GAETANO CALABRESE di Lioni
4bis*
LO VICOLO SPARUTO
Lo truono ‘nzurdente
de la terra
commigliào de pòreva
la paura
e lo tiempo scontào amaro
‘no momento scuro
pe’ ro passato e ro futuro…
La luna, scanzata,
restào tassata
da l’allucchi straziati
de dolore
spiersi dint’a lo burrone
de la morte
e pe’ misi guardào,
notte e ghiuorno,
lo vicolo abbandonato…
Po’, a primavera,
‘na sera de marzo,
tornào ‘na rondinella africana
a lo rifuggio suio lassato,
ma trovào sulo
murricini de macerie
ostinate a non fa’ nasce
manco erevacce,
a non vole’ sente
‘nnocenti scarpulizzi…
Volào disperata totta la iornata
fin’a notte strapassata,
addommanào a re stelle
‘mbriacate da la muffa
de re prète sgarrupate
ma non avìo risposta…
A la vista de tanto sfacelo
se sentìo ‘n pace,
quasi contenta
d’ave’ assestuto la mamma
prima de la traversata,
puro rassegnata a la morte
de lo rondinotto suio,
come lo destino volìo,
sott’a ‘no cielo lontano…
segue -/-
A l’albi,
senza cchiù forza e volontà,
vasào ‘no gattone ‘nfrestecuto,
lassato da ‘no criaturo fuiuto,
convinta de pote’ morì
senza prea’,
senza spenne ‘na làcrema,
ma po’, come ‘mpacciuta,
senza penza’
zombào arreto
sbattenno re scegdde
e volào storduta
da re parole de lo sole,
sentennose ’n core
lo coraggio
de chi era romasto vivo:
cchiù forte
de quanto basta e soperchia… *
Traduzione – di servizio – IL VICOLO SCOMPARSO
Il tuono assordante/ della terra /coprì di polvere/ la paura/ e il tempo scontò amaro/
un momento oscuro/ per il passato e per il futuro…//
La luna, illesa/ restò stupita/ per le urla straziate/ di dolore/ disperse nel burrone/
della morte/ e per mesi guardò/ notte e giorno/ il vicolo abbandonato..//
Dopo, a primavera,/(in) una sera di marzo/ tornò una rondinella africana/ al suo
rifugio lasciato/ ma trovò soltanto/ cumoli di macerie/ ostinate a non far nascere/
nemmeno (le) erbacce/ a non voler sentire/ innocenti scalpiccii…//
Volò disperatamente/ per l’intera giornata/ fino a notte alta,/ domandò alle stelle/
ubriacate dalla muffa/ delle pietre diroccate/ ma non ebbe alcuna risposta…// Alla
vista di tanto sfacelo/ si sentì in pace,/ quasi contenta/ di aver assistito (alla morte)
di sua madre/ prima della traversata,/ finanche rassegnata alla morte/ del suo
rondinotto/ come il destino volle/ sotto un cielo lontano…//
All’alba,/ senza (avere) più forza e volontà/ baciò un gattone inselvatichito/ che era
stato abbandonato/ da un bambino fuggito (via)/ convinta di poter morire/ senza
pregare,/ senza spendere una lacrima,/ ma poi, come impazzita,/ senza pensare,/
saltò indietro/ sbattendo (forte) le ali/ e volò stordita/ dalle parole del sole,/
sentendo nel (suo) cuore/ il coraggio/ di chi era sopravvissuto/ più forte/ di quanto *
.

Una opinione su "…per ricordare"

  1. Amici,
    innanzitutto devo ringraziare Mauro :-)) per aver messo il post e penso che gli ho dato molto fastidio a scomporre il file pdf corredato di miei disegni per farne un post.
    Si notano imprecisioni di testo qualche numeretto e parola di troppo nell’impaginazione, qualche imprecisione glottologica nel mio testo dialettale perché uso delle lettere in ‘apice’, qualche parola omessa alla fine della ‘traduzione di servizio’.
    Mi scuso pubblicamente e aggiungo che ho commesso il grave errore di attribuire la trasmissione televisiva della Rai “Parla con me” a Fabio Fazio, che, come notorio, è di Serena Dandini mentre Fazio conduce la trasmissione televisiva Rai “Che tempo che fa”.
    Questo mi autorizza a meglio condividere, sempre con affetto con voi tutti il pensiero di Franco, espresso nel post “trentuno”, ove a conclusione ha scritto: […questo blog ha tantissimi lettori, bisogna solo tornare con più lena a muoversi nel territorio, la rete non feconda nulla, la rete è frigida….F.A.].
    Un abbraccio nel perdono con pensieri chiari e sempre pronti a incontravi, vostro Gaetano.

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