….la Cairano da non dimenticare….

Tragedia di un progetto utopico
non realizzato
che sembra morto
senza essere mai nato.
M.C.Baroni

“Uscendo dal bar ho sbagliato strada. Il vento era fortissimo e nevicava. Il cuore si è gelato sotto il cappotto”. Uso questa “cartolina” di Franco come metafora della nostra condizione intellettuale ed umana non in un “inverno ,qualunque, del nostro scontento” ma  a risposta agli annunci di un passaggio d’epoca che ha visto consumarsi disastrosamente il capitalismo reale e il comunismo reale inaugurati dalle promesse razionali dell’Illuminismo settecentesco. Il vento della crisi del nord è forte e nevica anche sulla  nostra Irpinia della mente e del cuore.Ma noi ci siamo premurati per tempo contro “il vento forte tra Lacedonia e Candela”! Ma i venti del nord  è più insidioso dei venticelli dell’ipocondria,del rancore  e del rimorso dei nostri appennini orientali. Chi l’avrebbe mai detto o immaginato che in questi tempi di tristezza del pensiero politico e deriva finanziaria dell’economia il pericolo più insidioso al nostro spirito individuale responsabile ed attivo,alla democrazia partecipata e anche alle piccole comunità specie se provvisorie ….. potesse venire da un pensiero troppo innamorato di sé stesso,operativamente declinato sulla quotididianeità operativa e ancora una volta impaurito dalla spiritualità e la vionarietà onirica della poesia,del sogno specialmente se si fa comunitario e non si chiude in sé stesso ma osa puntare il dito anche verso di noi e gli altri che ci sono vicini. Noi ci eravamo imposti una occasione di “bellezza,silenzio, nostalgia,grande vita,sogno, poesia……per sette giorni a Cairano non come obiettivo salvifico o utopico ma per segnare una distanza ,una vicinanza, una leggerezza e una profondità da chi quotidianamente,tra catastrofi naturali e crisi economiche, ci imponeva e ci impone a convivre con un quotidiano , massificato e superficiale stile di vita e di pensiero. Qualche commentatore intelligente ha scritto che l’agonia della nostra epoca e società non va misurata a partire dall’esibizionismo banale,superficiale di tutto ciò che oggi si dice “cultura”, cioè di una crescita quantitativa di un “sublime” diffuso e massificato , nel fare arte, poesia, spettacolo..La comunicazione eccessiva ,trasversale ,politicamente corretta e caciarona vuole imprigliare il nostro “io” in un autismo privato deluso, empirico,infelice, solitario y final o in una rimozione o autismo corale di un territorio da sempre violentato e emarginato in una sorta di “cupio dissolvi” volontario. Paradossalmente si sottolinea la denuncia e si alimenta la paura etnofoba di “nuove invasioni barbariche “ e contemporaneamente la dichiarazione o l’auspicio del crollo della poesia,del sogno e della bellezza nell’epoca in cui la stessa poesia rischia di farsi edonistica indifferenza o eccessiva esposizione e si omologa ad un mondo istupidito e superficiale alle esigenze mediatiche e alle dinamiche editoriali. Mai come oggi esiste un aumento demografico di poeti e di intellettuali che si ritrovano nelle vetrine –riserve di una democrazia sempre più involgarita mediaticamente .Potrebbe risolversi in una sorta di isteria nazionale che qualcuno ha chiamato ”autarchia creativa del sublime” a cui viene dato o la libertà di sovraesporsi o di relegarsi in regime di innocenza separata o di narcisismo territoriale, storico e politico come una specie in via di estinzione o che dia voce ad una malinconia collettiva o autismo corale che rimargina ( cioè esalta e falsifica) lo sbandamento di una comunità che non c’è più o che non ci è mai stata se non nella mente di Platone ,Rousseau o peggio Marx. Niente di tutto ciò si pensava di fare a Cairano auspicando che ognuno di noi continuasse a coltivare negli angoli più riposti del proprio spirito la scintilla “comunitaria e paesologica” che ci facese diversi ed originali e non unici rispetto ai notevoli apporti della tradizione culturale del passato e agli “spiriti animali” del presente che ci obbliga di confonderci e omologarci alla massa impaurite ed inebetita delle buone e pratiche intenzioni.Pensiamo sempre al “meglio”…….non dimentichiamoci di pensare e coltivare la Cairano del nostro cuore nelle piccole e grandi occasioni dei nostri incontri!Questa “cairano del sogno ” nessuno”- e dico nessuno- potrà mai portarcela via …. non solo come legittimo ricordo  ma come possibile e  futura speranza.Non permetteremo che “il cuore si geli sotto il cappotto”.

mauro orlando



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Una opinione su "….la Cairano da non dimenticare…."

  1. sarò didascalica: intorno alle 16,00 Franco Arminio oggi era ospite della trasmissione -Fahrenheit -radio 3- ed ha lasciato una magnifica intervista urbi et orbi… possibile che nessuno l’ha acchiappata tranne me?

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