Ho lasciato Armino al suo presente. Ora , mentre scrivo , lui è ancora a Sant’Agata di puglia a presentare “vento forte”.
La strada che porta al paese è stata macinata dalle frane, sembra uscita da un frantoio.
Sotto la scritta AUGURI un semaforo regola l’ingresso ad una fredda ricostruzione.
La badante arrivata dalla Polonia si accende una sigaretta contro vento.
La piazza offre una vasca corta alla pazzia e, virata dopo virata, si spegne con stile la giornata.
L’operaio tornato da Torino ha lo sguardo spento .
Arminio ha fatto l’ultimo scatto al ventre enorme di un gatto.
La farmacia Del vento ha cambiato da poco direzione.
Questo pomeriggio c’era vita solo nei cani e nei panni stesi.
Il paese non c’è più, ha preso il largo appena hanno issato la bandiera arancione.
Non bastano le bandierine per fare un borgo ed una comunità
Sono arrivato tardi a Sant’Agata.Nella bibiloteca comunale parecchia gente e anche il sindaco.presentazione, discussione,un difficile districarsi fra paeosolgia e paesanologia.Non è facile spegare come si parte dalla desolazione per arrivare alla grande vita dei piccoli paesi.Franco cerca di tenere il ragionamento quanto più leggero possibile.I moderatori sono lunghi ed anche i giornalisti.Alla fine applausi e voglia di leggere il rivoluzionario dell’aldilà.Il siparietto più bello alla fine in Piazza.
Si avvicina una gentile signora e chiede a Franco se gli è rimasta qualche copia di vento forte.La invitiamo a seguirci in macchina ,dove Franco ricorda di avere qualche copia.
Niente signora mi dispiace posso darle un Terracarne o un Nevica, quale preferisce? cinguetta Franco
“Terracarne è troppo grosso per cominciare a leggere ,preferivo Vento forte.” risponde.
Mi dispiace Signora posso darle un nevica che è più piccolo però cè un racconto molto erotico. recita Franco
Ahh allora è buono!!!! pontifica la signora.
E’ proprio vero che il mercato del libro è aperto a qualsiasi evenienza.
Splendidi il post di fabio nigro (essenziale come non mai, fotografico direi) e il commento di angelo castelluccio.
questo è per me scrivere con animo paesologico….lo dico con ammirazione e rammarico per la mia prosa aggiocata dalla cultura del “logos” e il suo autoritario e complesso argomentare……
troppo buono
un abbraccio e buon anno
caro fabio
intanto grazie per questa tua presenza costante sui luoghi della paesologia.
le tue bellissime frasi magre negli accordi dovevano essere raggiunte dal mio racconto della giornata. vediamo se trovo il tempo e la concentrazione….è un momento in cui sono chino su tante cose.
tu sei l’esempio di come si possa stare dentro la paesologia senza adulazioni e diffidenze.
Bello l’incontro a Sant’Agata, ha lasciato il segno. Sono rimasta in questo paese, pur non essendo santagatese (vivo qui da 30 anni…) e ancora non me ne sono pentita. Sarà che qui c’è la mia attività, sarà che mio figlio ha deciso di tornare (per una serie di motivi). A volte mi lamento, ma resto qui… Fotografo gli alberi, i fiori e il paese che da casa è il miglior panorama. Sicuramente i piccoli centri sono privi di distrazioni, ma oggi tutti possono tuffarsi nel caos di una città e rimpinzarsi di cinema, vetrine e supermercati. Amo la tranquillità di questo posto e il rumore del suo silenzio…