Oggi tutte le bacheche di Facebook
urlano che è scomparsa Witney Huston –
per carità, brava cantante: ma
per me, invece, oggi è morto Santo –
71 anni (uno in più di mio padre;
da che ho memoria sordo per lavoro:
girava col carretto, a ferrivecchi…) –
un infarto poco prima di pranzo
(la fine che voleva: un colpo secco)
spazzando il po’ di neve nel cortile,
finché sua moglie Angela (cugina
di mia madre: da sempre in carrozzina…)
gli preparava, dentro, la minestra.
Eri piccolo, con pochi capelli,
il mento pronunciato, mani forti
e callose, due figli e tre nipoti;
non farfuglierai più nel salutarmi
e chiedermi dei miei, di come stanno,
facendoti capire con lo sguardo
meglio di chi ha studiato 10 lingue –
le volte che c’incontravamo in giro
per Mira in bici, o quando ti portavo
la posta, ai tempi che ero portalettere –
l’ultima casa di via Molinetti;
tu non cantavi, e pochi ti capivano:
oggi sei la mia voce – ti si sente.
(Sarà cremato, come aveva chiesto:
fu becchino un periodo e non voleva
lo mangiassero i vermi sottoterra,
ma neanche liquefarsi dentro ai loculi.)
(12/02/2012)
Ulisse Fiolo