…….il paese che c’è…….ripartendo dai nostri margini

A Milano….tempio e fucina  della teologia economica bocconiana dei professori Monti e Cornero, che tanto ci mortifica e ci opprime…… a raccontare il nostro umano-troppo umano….viaggio nei paesi invisibili
e nei paesi giganti del Sud d’Italia…..

……ripartire dai margini e da un Sud ” una volta oppresso dai “galantuomini”, adesso…. difeso dalla congiura dei deboli che hanno deciso di affossare l’innocenza e e conservare l’avarizia, di taglieggiare l’immaginazione e conservare l’avarizia, di taglieggiare l’immaginazione e tutelare la sfiducia”…….per ritrovare ,fermando la mente e riattivando il cuore, gli occhi, il sangue ,la carne,i semi della vita dai luoghi dell’abbandono e dello smarrimento.Non basta la sola consapevolezza dell’abbandono e la difesa dei margini sociali e territoriali.Lanostra esperienza ci ha portato alla  paesologia che non  è  solo una scienza arresa ma attiva e consapevole di poter essere “una nuova forma della politica, un modo di resistere allo sgretolamento del presente e di prepararsi al futuro del tempo venturo”. I viaggi poetici di Franco al Nord nascono dall’esigenza di raccontare il senso della scrittura “che viene dopo aver bagnato il corpo nella luce di un luogo”, e  il privilegio di una sorta di “privatizzazione abusiva” della terra abbandonata e della bellezza visiva  nel film  di una Irpinia sconosciuta ai più nella sua essenzialità ammaliante  e  semplicità naturale con “terracarne,terramossa, terrascritta”.Da Milano dagli amici presenti  ci viene proposto un ritorno verso “i margini” con un consapevole abbandono de presunto l “centro del mondo” ,bombardato dalle macerie della “politica” e dalla macelleria sociale di una economia con pretese teologiche e ideologiche extramorali.Quì a Milano si pensa ad una partita sopratutto etica per ” curare ” un paesaggio sfregiato”, “i luoghi feriti…dall’incuria e dalla speculazione edilizia”, dai terremoti e dalle ricostruzioni. Recuperare i legami sociali sfarinati, riguadagnare uno sguardo diverso dall’esterno con parole,grammatiche,logiche  e categorie diverse.Dall’esterno non si può che richiamare comunque la storia che è passata nei luoghi abbandonati e la ricerca di una economia sostenibile o ecocompatibile ….una storia del mondo all’incontrario e scoprire che “nei margini” cè il massimo di resistenza e il massimo di possibilità e di futuro.La memoria non è la ricerca e la difesa delle nostre radici ma è una battaglia quotidiana di futuro e interrogazione critica e permanente del nostro presente barbarico e bocconiano e di un futuro che ci mortifica e non ci convince.Un ritorno di tutti a costruire dal basso  l’umanesimo delle colline e delle montagne per ricreare “luoghi simbolo” e lasciare le “pianure paludose” e le metropoli ,non-luoghi….”senza terra e senza prossimo” .Un ritorno immateriale,inoperoso ,provvisorio, paesologico non solo a ripopolare i “vuoti” dei paesi spopolati e mortificati ricucendo legami e sperimentando nuove piccole comunità “di cura” con un nuovo senso di cittadinanaza. Franco per noi ha parlato e raccontato l’Irpina dei nostri occhi e dei nostri cuori” attraverso il suo modo di vivere e raccontare la “paesologia”…..come “…una via di mezzo tra l’etnologia e la poesia. Non ..una scienza umana…è una scienza arresa, utile a restare inermi, immaturi…il passare del (nostro) corpo nel paesaggio e del paesaggio nel (nostro) corpo.E’ una disciplina fondata sulla terra e sulla carne” e……anche nella scrittura ” che viene dopo aver bagnato il corpo nella luce di un luogo”.Questo noi siamo e questo ha raccontato a milano, bergamo , parma della comunità provviosoria che pratichiamo e dell’irpinia che siamo e vogliamo.
mauro orlando



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