Ferita di paese

Ho perso il confine stabilito
nel docile ammantarsi d’un verso
dell’aspro orizzonte ch’è poi alle spalle.

Fascinazione d’oblii nella prima visione
poi accaddero schiarite, distese di senso
nel migrare altrove del corpo.

Ieri il mio paese fu condanna poi evasa
di cavarsi gli occhi per sfuggire al vento lieto,
acceccarsi in silenzio per non sentirsi soli.

Oggi il mio paese è scriver pochi versi
ed esser già stanco di parole,
chiudere a fatica la terzina che s’impone.

Domani il mio paese sarà una rossa funivia
che scorre nel tempo avanti e indietro
con l’illusione di librarsi altrove dall’adesso.

Ieri, oggi e domani son tre pallottole:
una insegue, l’altra sfugge, l’ultima dimentica
mentre canto apolide la ferita che mi muove.

Funicolare di Montecatini Terme.
Funicolare di Montecatini Terme.


5 pensieri riguardo “Ferita di paese

  1. una ferita da cui scaturisce un pulviscolo luminoso
    non cercare sempre il senso
    se ti capita di trovarlo cerca di farne a meno
    che senso avrebbe?

    ciao Luca

  2. della ferita non cerco un senso, ma non posso evitare la sensazione.
    forse dovrei ricominciare solo a giocare per strada, citandoti, ed essere meno fantasma…ma poi perchè non si deve essere fantasmi se si appare o
    altrove, tangibili? Domande.

    Ciao Antonio

  3. caro luca
    questo esercizio in versi è un pò forzato. molto belli invece i tuoi testi in prosa.
    è anche vero che sei molto giovane e hai tutto il tempo di trovare la tua voce anche in versi. un abbraccio caro luca

  4. Ciao Franco,
    è quello che spero, anche se “sento” questi versi più di decine di prose. Devo ancora capire la strada da percorrere insieme alle parole, ma spero anche di non trovarla mai, questa strada, di non saziare mai i miei passi, specie quando a differenza di oggi, qualcosa avranno trovato, col rischio di diventare un vuoto moto.
    Intanto so che l’origine è una ferita. Dare un giudizio estetico su questo testo mi è imposibile, mi basta sentirmi il sangue caldo, ascoltarvi. Un abbraccio a te Franco.

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