storie d’altopiano

    Anche ad aprile Concetta non smise di lavorare. Quando arrivarono le contrazioni lascio cadere la sua zappa a due denti. Si sedette ai piedi del vecchio pero. Appoggiò la schiena contro il tronco. Divaricò le gambe. Piantò i talloni nella terra e cominciò a spingere. Leone nacque contro vento.

   Lontano dall’altopiano Gioia divenne madre in un pomeriggio di luglio. Cercava riparo dal caldo ed entrò nel cinema Dante, una sala d’essai. Proiettavano La grande abbuffata. Non pagò il biglietto. La conoscevano. Il proprietario era un suo buon cliente, aveva solo l’alito pesante. Quando arrivarono le contrazioni Gioia divaricò le gambe, pianto i piedi contro lo schienale della poltrona che aveva di fronte e cominciò a spingere. Desiderio vide la luce su i titoli di coda.

    L’onda venne da sud. Correva in profondità e in superficie schiumava morte e distruzione.

La terra quella sera era un cane che cercava di scrollarsi di dosso le pulci, perché questo divennero gli uomini, le donne, i bambini, le case, gli animali, gli alberi in quella manciata di secondi: pulci. L’onda ai piedi dell’altopiano s’inginocchiò. La forza distruttrice si perse in un labirinto di cavità che l’acqua aveva scavato come una carie nelle radici del paese.

   Quella sera in chiesa cristo lascio la croce senza avvisare il prete che in quel frangente gli dava le spalle. Nel paese morì solo lui, schiacciato tra l’altare e il corpo di cristo. Gioia entrò in chiesa, molti piangevano e pregavano, senti anche bestemmiare. Raccolse la testa di cristo che si era staccata dal resto del corpo ed era rotolata sotto un banco. Si sedette, mise quella testa sulle gambe, con le mani la tirò a se contro il ventre e gli disse grazie.

6 pensieri riguardo “storie d’altopiano

  1. Folgorante esempio di narrativa paesologica, non intesa come stile-reportage, ma proprio come stile narrativo. Ho apprezzato.

  2. Folgorante esempio di narrativa paesologica, non intesa come stile-reportage, ma proprio come stile narrativo. Ho apprezzato.

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