confessioni di un paesaggista

di fabnig Oggi sono nelle mani di Giovanni. Anni prima sono stato nelle mani di Antonio, padre di Giovanni. Prima ancora ero nelle mani di Giovanni, padre di Antonio e nonno di Giovanni. Sono passato da una mano all’altra come un testimone, e ogni generazione è stata un giro di pista. Conosco la loro terraContinua a leggere “confessioni di un paesaggista”

chiusa per lutto

Qui la scomparsa è una macina, è sempre al lavoro, ora d dopo ora sgrana e schiaccia come chicchi di grano gli ultimi superstiti delle tribù dell’altopiano. I mangiasale I pizzafredda I senzasangue I cristonuovo I malopelo I buttafuoco I cacafoglia I cecauncino I beccafichi   fabnig

quando si nasceva in cento

Piove ma per il corpo disidratato del paese non basta.Nel bar si fanno i conti. Dall’inizio dell’anno sono nati cinque bambini, ci sono due gravidanze in corso, sono morte trenta persone e si sono celebrati nove matrimoni ma una sola coppia ha scelto di vivere in paese. Io, mi dice il barista, domenica ho festeggiatoContinua a leggere “quando si nasceva in cento”

settembre

…il primo mese dell’anno per un calendario, ovviamente provvisorio, di paesologia. Settembre rigira il coltello nella piega del paesaggio. Finiti i giorni larghi dell’estate, si riprende a camminare sulla lama stretta delle ore.  Lentamente la luce perde la sua forza d’attrito e scivola via dall’altopiano, lasciando i corpi e i paesi scoperti come vecchi calliContinua a leggere “settembre”