aliano…dove non si è più sognato

di

Caterina Pontrandolfo

questa immagine di Andrea me lo racconta:
cantare tra i calanchi ad Aliano…grazie Franco, perchè ho potuto essere visionaria e ignara, potente e smarrita. Covare la voce, in attesa, rannicchiata tra le pieghe aride. Cantare questa terra, essere l’ultima atlantide e tutte le voci delle mie ave, rivolo d’acqua sotterraneo che fa crescere gli ulivi. Se il canto può ancora risuonare dove non si è più sognato, c’è speranza.

2 pensieri riguardo “aliano…dove non si è più sognato

  1. Canti Calanchi…ipotesi di laboratorio.
    A me piacerebbe questa “azione paesologica” ad Aliano: ho immaginato che tante voci femminili potessero risuonare lì, tra i calanchi: trenta, anche cinquanta…donne, anziane, ragazze. Possono essere sia le abitanti di Aliano, Sant’Arcangelo, dei paesi intorno etc…sia le partecipanti alla scuola di paesologia che siano interessate a fare un percorso simile. Vorrei fare un laboratorio con tutte loro sui canti orali lucani (e non solo, un po’ su tutto il repertorio di canti femminili che mi porto dietro.
    Si tratta di un laboratorio attraverso il quale raggiungere una forte consapevolezza della voce intesa come mezzo che evoca, che trae dal profondo la necessità del racconto emotivo, che poi non è altro che condividere e comunicare il processo di lavoro artistico fatto su di me. Alla fine del laboratorio creare un evento di terra-canto. Non solo il canto. Anche il gesto. Cinquanta donne di diverse età, che si installano nel paesaggio lucano e lo riempiono dei loro gesti, delle loro voci, dei loro corpi. Una grande visione. E’ un mese che ci sto pensando. O meglio che questa visione un po’ mi ossessiona.
    Nei campi da bambina, vedevo in prevalenza le donne e mi chiedevo dove fossero gli uomini nel frattempo. Dai racconti femminili che ho raccolto in Basilicata, il rapporto della donna con questa terra risulta essere sempre stato fortissimo.
    Donne che ri-emergono (di nuovo la metafora delle “ultime atlantidi” di De Martino), si fondono e si confondono con il paesaggio o lo contrastano. Le vedo come un corpo unico, ma anche isolate, arrivare da diversi punti. Appaiono già da lontano, mentre la gente si avvicina.

Rispondi