Quando sei nato e tutto quello che dovevi fare l’hai fatto a Grotta fino a vent’anni, rimani del paese qualsiasi cosa tu faccia in seguito. Potrai vivere a Milano, andare in America, ma sarai sempre di Grottaminarda.
Non lo so se qui al Nord è diverso per i miei compaesani calmasinesi, la sponda est del lago di Garda è un posto strano, ma un paesano resta tale, e qui mi sento diverso e uguale a loro: insomma diversamente identico! Nella fattispecie Bardolino ha tutti i connotati della bandiera blu. Ma io ambisco alla paesologia e quindi scruto, ascolto e cerco la bandiera bianca di Arminio pure dove non ci “sta” o sembrerebbe non esserci.
“Sta”, la differenza tra Nord e Sud a volte è tutta nel predicato. Non è tanto che siamo diversi, in alcuni frangenti è una questione lessicale. Se il linguaggio è suono di come rappresentiamo la vita, semplicemente capita di essere nella stessa tonalità, ma un‘ottava sopra … o una sotto.
Molti ritengono sia una questione climatica, quando a Grotta “fa freddo”, nelle medesime condizioni metereologiche a Bardolino “c’è freddo”, e se ti capita una cosa brutta – metti una caduta sul ghiaccio-, in Valle Ufita “sei caduto”, mentre ai piedi della rocca di Garda o a Cavaion Veronese “sei cascato”, ovvio che l’importante è rialzarsi alla svelta. Sottolineo quindi la componente ludica: se in riva al Calore giochi con le “pietre”, le fai saltare nell’acqua come si faceva da bambini, nelle spiagge gardesane, lungo il limite dell’Adige troverai solo “sassi”, ma finirai per fare il medesimo gioco e vincerà spesso chi saprà scegliere quelli più idonei, accompagnandoli col lancio migliore.
A volte dare il suono alla vita è tutto un affare di nomi e basta! Mio figlio si chiama Stefano come lo zio e come il nonno, qua i bambini nascono ugualmente e per di più allo stesso modo, ma non prendono mai il nome dei nonni. Nelle mie classi “tengo” (i miei colleghi “hanno”) due Michael, Jennifer, Mattia, Andrea, Daniele, Luca, Matteo, Gaia per la componente autoctona. Anche se di solito a questa si aggiungono i vari Nicoleta, Ana, Alexander, Oussama, Fatima, Rocco, Salvo, Vincenzo.
Altre volte è una questione di tempo, allora può capitare che ti chiedano tuo figlio quanto tempo abbia, il tempo di tradurre e velocemente rispondo che ha due anni, talvolta se particolarmente ispirato aggiungo che ha due anni d’età e sedici anni di tempo per trovarsi un lavoro e liberare la stanza! Un discorso diverso merita l’orario: al bar Villanova di via Aldo Moro in Grottaminarda l’aperitivo è all’una meno un quarto, settecento e passa chilometri più su, al bar centrale di Calmasino invece il bianchetto è un quarto all’una. E chi arriva ultimo paga per tutti!
Vuotato il calice i ragazzi tornano a casa: solo che a Mirabella si chiamano “guagliun” e a Cisano “putei”.
Sandro Supplentuccio Abruzzese
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Complimenti x l’articolo…la tua sensazione è tanto più vera quando ci si trova all’estero, quando si incontra per caso un compaesano in un bistrot praghese, quando, seppur parlando in inglese ci si imbatte in un’inflessione vocale di troppo, o magari mangiare un prelibatezza del tuo paese d’origine “rivisitato”…ricordando i nostri odiati-amati natali….
Grazie. La sensazione è proprio quella della coincidenza degli opposti: Irpinia, e Garda, amore e odio, ambivalenza, sentirsi nel mezzo, sempre fuori luogo.