- come siamo piccoli qui dentro
con queste faccine
con questi pensierini
e come si rimane infiammati dopo un giorno
intero passato qua dentro
qui dove non batte mai il sole
dove non passano cani
dove non ci sono cicorie
ma solo complimenti e offese
solo cose umane
solo cose che accadono tra di noi
cioè niente.
- mettere il filo a piombo
con me non conviene
non conviene farlo con nessuno
sono un portale fatto di ciottoli
non sono una porta ma un fiume
e voi siete altre cose che meritano rispetto
una ha i capelli rossi
uno ha la madre malata
uno ha un tumore appena nato
un altro viene tradito
uno tradisce senza motivo
uno e tutti
meritevoli di gentilezza
e non di filo a piombo
per crescere squadrati
inquadrati verso il lavoro
e la morte.
- ci vuole un giorno interamente sbagliato
per scrivere un bel verso
ci vuole una vita interamente sbagliata
per scrivere una bella poesia
la vita giusta è buona e bella
ma non serve per la poesia
non serve neppure la vita onesta
per la poesia serve
che il corpo sia vecchissimo
o adolescente
non serve un corpo adulto
operoso efficiente
la poesia non sa che farsene
del mondo che produce
del mondo sempre presente
la poesia vuole il giorno sbagliato
l’attimo scagliato contro il tempo
non quello che fa il soldato
per stare dentro il tempo.
- ci sono grandi stanze
nelle case di paese
arredate con mobili scadenti
stanze in cui il freddo
è facile più del caldo
perché i paesi sono fatti
per prendere freddo
i paesi sono inattuali
stanno in posti fatti per nascondersi
e invece adesso il mondo è fatto
per vedersi per commerciare
ogni cosa anche il proprio cazzo
dunque non c’è posto in questo mondo
per i paesi
e nemmeno per le colline
per salvare una collina
bisogna farla parco
e per salvare una farfalla
ci vogliono magie
che non sappiamo più fare
oggi in italia ci sono più avvocati
che farfalle.
- per essere veramente civili
bisogna aprire il telegiornale con la foto
di chi è morto sul lavoro
fotografare la cava di marmo
il capannone
il ponteggio
accade ogni giorno
accade anche in questi giorni
in cui parliamo tanto di guerra
e non diciamo niente di chi muore
dentro il lavoro
di chi si ammala nel lavoro
io sono sicuro che morirebbe molta gente in meno
se i padroni sapessero che ogni sera
il telegiornale trasmette la foto del morto
e del luogo in cui è morto
le morti bianche prima di tutto
anche prima di una strage da cento morti
questo non sarebbe giornalismo
ma prevenzione
invece la strage terroristica andrebbe detta
in fondo
andrebbe detta con calma
sarebbe un’offesa ai terroristi
e un giusto omaggio ad ogni salma.
- la mendicante a tempo indeterminato
davanti al bar
più ricco di napoli
lei con le gambe gonfie
e noi che passiamo svelti
e quelli che prendono l’aperitivo
e discutono di amore e di affari
argomenti ormai nemmeno tanto lontani
l’amore non è più un delirio
una malattia
ormai bisogna considerare che esistono
gli arrampicatori sentimentali
gli amanti con cui non ti puoi distrarre
un attimo
il tuo corpo come tiro a segno
niente ansia
nessun tremore e indugio
ma subito un contendersi
i propri corpi
un senso di recinto
un sindacato del cuore
l’amore sindacalizzato
è vergognoso.
- grazia coppola
voglio cominciare con lei questa poesia
dove non so che dire
mi è venuto in mente di cominciare la poesia
con un nome
io che faccio fatica a ricordarmi i nomi
voglio che vada a lavoro sapendo
che c’è una poesia che comincia col suo nome
non importa cosa dice la poesia
la poesia non dice
e se dice diventa un’altra cosa
la poesia racchiude il dire e il non dire
il fare e il non fare
insomma è una cosa precisamente vaga
vagamente precisa
la poesia in questione la decido io
e potrebbe anche finire
col nome di grazia coppola.
8.
8.
prendetevi qualche obbligo
con la libertà
con l’immaginazione
con l’impensato
sappiate che se c’è dio
è obbligatorio essere immensi
e se non c’è
bisogna farsi immensi
bisogna dare al mondo
una qualche immensità
senza la nostra immensità
il mondo si ammalerebbe gravemente
anzi si è già ammalato
per il fatto che noi non siamo immensi
e percettivi
ma piccoli e opinionisti
noi non lo sogniamo il mondo
lo analizziamo
brutte schifose teste
piene di conti
ragionieri a oltranza
ragionatori
che invece di cercare incanti
cercano i miei torti
o i vostri.
- rosi bossetti
luciano malanga
daniela ippolito
gigio borriello
manfredi arminio
faccio una poesia con questi cinque nomi
faccio una mano
e se ci metto altri nomi posso fare un corpo
posso nominare luigi arminio
come mio ginocchio
al posto delle ciglia ci metto carolina vitale
per ogni costola un amico
nel fegato i nemici
provateci anche voi a gremire di nomi
il vostro corpo
così quando muovete una mano
esce un vito o un’anna
e quando sollevate le spalle
si vedono michele e gianni
si vede che ogni corpo è la casa degli altri.
- sono pazzo d’amore
per i miei figli
ma non li amo come un padre
li amo come amo i morti
la nebbia il sole
le cose naturali
il mio amore per loro è disumano
non ha il calendario del rispetto
e delle pretese
non è l’amore
troppo puntuale di me stesso
l’amore per i miei figli
non morirà con la mia morte
nessun vero amore è mai morto
niente va mai via
è tutto qui per sempre e da sempre
ogni unghia è affollatissima
una foglia è più grande di una stella
ci sono tanti pensieri in un capogiro
tanti sogni in un bacio
uno sbadiglio è una foresta di peccati
ogni morte appena inizia
diventa sconfinata.
p.s.
lo spazio nell’ottava poesia non ci vuole, ma non riesco a toglierlo
Belle!