Tornate. E raccontatelo

Da qualche tempo in alcuni paesi del Sud sta comparendo un manifesto con questi versi di Franco Arminio:

Tornate, non dovete fare altro.
Qui se ne sono andati tutti,
specialmente chi è rimasto.

Le reazioni sono controverse, alcuni vi ravvisano un’offesa per gli abitanti, ma è evidente che si tratta di una poesia che vuole invitare a una residenza più convinta, nell’idea che per abitare i paesi bisogna darsi entusiasmo, bisogna voltare le spalle alla sfiducia, anche quando te la trovi davanti ovunque e comunque.

E poi è innanzitutto un invito al ritorno in un momento storico in cui per i paesi si aprono opportunità che prima non c’erano.

Noi sappiamo che tante persone sono tornate e stanno tornando.

Se ci mandate una vostra foto e un piccolo testo (non più di trecento battute) in cui dite in che paese state e cosa fate e da dove siete tornati, lo mettiamo in Rete.

Volendo potete mandarci anche un video (col cellulare in posizione orizzontale e non lungo non più di 40 secondi).

Scrivete a info@casadellapaesologia.org


Il testo completo della poesia:

Tornate al vostro paese, non c’è luogo più vasto.
Tornate presto, non pensate se è conveniente per la vostra vita.
Cominciate la grande migrazione al contrario.
Avete una casa vuota che vi aspetta,
la casa che vostro nonno ha costruito coi soldi dell’emigrazione:
voi qui potete accendere la vita,
altrove al massimo potete tirare avanti solo la vostra vita.
Tornate, non dovete fare altro.
Qui se ne sono andati tutti,
specialmente chi è rimasto.

Franco Arminio, La cura dello sguardo, Bompiani, 2020


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