Giovanni Luigi Panzetta 4 settembre 14.26.07
LA SCOPERTA DEL MONTE ROMULO: identificazione della Romulea di Livio e della Sub-Romula della Tabula Peutingeriana e dell’ Itinerario Antonini.
(Arch.Gianni Panzetta ,blogger della Comunita`Provvisoria. Email: p.giovanniluigi@yahoo.it)
Note di premessa sullo stato della ricerca e della storia dell´Alta Irpinia.
Dispiace scoprire per l’ Alta Irpinia,dopo i numerosi contributi dell’ 800 (1), una carenza di studi storici su un periodo (sannita – irpino – romano) che ha visto vivere da protagonisti i suoi antichi abitanti. Mentre sulla Daunia e nell’immediato Tavoliere molte sono le ricerche e le pubblicazioni fatte, questa parte del nostro territorio resta molto scoperta. Rara e frammentaria e´ la presenza della storiografia ufficiale, mentre, resta attivo il contributo di studiosi e riviste locali (2). Per un quadro complessivo della ricerca archeologica fa ancora testo la pubblicazione di Oscar Onorato del 1960 (3) e ,per la viabilita` romana gli scritti di un Convegno sulla Magna Grecia (4), i libri di G. Radke (5) e di G. Alvisi (6) che pero`,solo marginalmente, tocca l’Irpinia.Ci sono, poi, i coevi e successivi scritti di G. Lugli (7), G. Gangemi (8), E. T. Salomon (9), W. Joannosky (10) e G.Camedoca (11). Restano, anche, i numerosi interventi a convegni di Werner Joannosky e di altri in seguito ai notevoli ritrovamenti e gli studi per l’individuazione del IV municipio romano in Irpinia (12). Buona parte di questi temi sono raccolti nel bel catalogo della mostra “ Studi sull’italia dei Sanniti” (13) . Parte consistente e` dedicata all’ Ipinia nel piu´recente libro di G.Tagliamonte (14). Ultimamente e`comparso un interessante articolo di F.P.Giovino sull’opera di Al-Idrisi (15) che sarebbe da approfondire spostando l’ indagine nell’ area Formicoso – Baronia –Valle Ufita . La situazione complessiva attuale, nonostante le numerose nuove scoperte che fecero dubitare Salmon sullo scenario della terza guerra sannitica da lui descritta nel suo famoso libro (16) e il citato inedito articolo di W. Joannosky sulla via Appia (17) , rimane ancora insufficiente e frammentaria. Pochi avanzamenti ,purtroppo,da quanto veniva descritto in premessa al libro di Onorato (18) :“….Ad onta di una nobile tradizione locale di ricerche e di studi,nulla era stato fatto perche`il piccone del ricercatore potesse riportare alla luce le vestigia di civiltà`antiche …………..quasi che anche sotto questo aspetto,l´Irpinia dovesse continuare ad esercitare il triste ruolo di area depressa………Certo la via e´lunga e ancor molto rimane da fare,tuttavia quel che si e´potuto ottenere fino ad oggi e´di buon auspicio e ravviva nei cuori la speranza di aver posto le premesse per un largo auspicabile intervento dello Stato e della Cassa per il Mezzogiorno per un organico piu´ vasto anche di valorizzazione turistica…” A tutt’oggi, l’area archeologica di Equum Tuticum in località`S.Eleuterio nel comune di Ariano e della citta` ignota ,scoperta casualmente trent´anni fa´, in localita´ Fioccaglie nel comune di Flumeri, restano esposti all´incuria sotto provvisorie tettoie di lamiere ,o peggio , ma forse meglio, la citta´ sconosciuta messa alla luce dall´archeologo Pecori a nord-ovest della vecchia Melito alla fine dell´800,di cui parlano Onorato (19) e Jannacchini (20) resta sotterrata ed addirittura ignorata dalla memoria della Comunita´. Un desolante attacco viene dato in questo settore dai recenti tagli economici al ministero preposto e dalle gravi mancanze di alcuni Enti Locali: mi riferisco alla mancata costituzione del Museo di Carife ed all’ inutilizzo di una efficiente struttura multimediale (il museo della Transumanza)di Villanova che,pronto da anni, non e` stato nemmeno inaugurato. E` all’interno di questo quadro che mi e´sorta la voglia di dare il mio contributo divulgando parte della mia ricerca sull’antica topografia irpina che , spero sia interessante per alcune nuove scoperte non ancora rese pubbliche : l’identificazione del Monte Romulo e del probabile sito della Romulea di Livio, il ritrovamento di una nuova pietra miliare appartenente alla Herculea e l’ identificazione di Sentianum (stazione di posta o oppidulo segnalato dall’ Itinerario Antonini) . A tale proposito seguiranno altri mie articoli che daranno un quadro completo della viabilita` irpina dalla Repubblica Romana al Medio Impero. Restiamo, tuttavia, in attesa che un novello “Braudel” faccia luce su un passato non ancora chiaro di questa terra e di cui le vie antiche ne sono solo un aspetto, ma niente affatto marginale.
“…La strada non e´ una materialità amorfa; noi studiamo le strade, non come un fine ma come un mezzo. Le strade impongono il problema dei loro capilinea,della loro efficienza; trasportano correnti ideali come oggetti modesti. Ricostruire una strada vuol dire ricostruire un capitolo di effettiva storia,non soltanto economica ma spirituale…” (21) .
Di Romulea e del Monte Romulo
“……. Volete forse accontentarvi di questa sola vittoria e di questo solo bottino? O volete coltivare attese adeguate al vostro valore ?……Da qui andiamo alla citta`di Romulea (ad Romuleam urbem ) ,dove siete attesi da non maggiore fatica ma da maggior bottino” (22). Cosi il console romano P.Decio additava i propi soldati dopo aver conquistato Murgantiam . Era l´anno 296 a.C. siamo in quella che gli storici concordemente definiscono la III guerra Sannitica .Teatro di guerra, presumibilmente, l’Irpinia . L’assillo degli storici ed archeologici e`stato l’individuazione del sito di Romulea. In passato e,qui riporto note indirette, visto l’impossibilita´di procurarsi l’ epitome della “ Etnica” di Stefano Bizantino (23 )
“ …era in piedi a tempo di Stefano bizantino,che l’ appella Romuglia..” (24) e Salmon (25 ) “… trovo` posto nel Dizionario Geografico del Byzantius il quale la descrive come “polis” dei sanniti in Italia…. “. D. Romanelli (26) riportava: “….Da Aquilonia sullo stesso corso dell’ Appia per andare a Benevento s’ incontrava la citta´detta Romula ,o Romulea. La Tavola Peutingeriana facendo menzione della stazione sub – Romula ci da`con chiara contezza della citt`´che appellar dovevasi Romula….” . T. Mommsen (27 ) ubicava Romulea sul “Monte Romulo” in un punto intermedio tra Castel B. e Carife e cosi´pure Dressel,Guarino e De Ruggero e, piu `recentemente pure Joannosky. Salmon nel suo piu´recente scritto (28) ebbe un’íntuizione interrogativa evidenziata in grassetto nella citazione seguente“ …. Testimonianze archeologiche suggeriscono che gli abitanti di Romulea avessero un avanzato grado di sviluppo…..Sembra comunque strano che i Sanniti irpini abbiano scelto un nome cosi` tipicamente romano come Romulea per uno dei loro maggiori insediamenti.Ma perche` dovremmo supporre che solo i romani avessero il diritto di usare il nome di Romulo? E´azzardato ipotizzare che tradizioni antiche possano essere circolate fra le diverse tribu`dell’ Italia nell’Eta` del Ferro? Noi sappiamo,infatti che i Romani e gli Irpini ebbero in comune almeno una tradizione:entrambi collegano al lupo le loro origini; potrebbe essere,inoltre,che Romulo fosse un eroe non solo per i Romani ma anche per altri popoli.a tale proposito vale la pena di sottolineare il fatto che il nome Romulo (o qualcosa di molto simile) sopravvive ancora oggi nell´area irpina; proprio a sud e un po`a ovest di Avellino c’e´una montagna chiamata…. Romula. Posso anche convenire che il nome sia stato dato alla montagna in tempi moderni ma esso potrebbe preservare il ricordo di un nome antico” . Salmon che, agli inizi degli anni 80 del secolo scorso fu in stretto contatto con la rivista VICUM, chiese insistentemente a S. Salvatore, allora redattore della rivista, se fosse a conoscenza di un monte Romulo o di un toponimo simile , non riportato sulle carte.
L’ intuizione di Salomon mi porto` a cercare sistematicamente un monte Romulo o qualcosa di simile nella cartografia antica e moderna,ipotesi di ricerca questa, trascurata dagli storici. Un giorno mi capito` tra le mani un libro sulla cartografia storica del Regno di Napoli (29). In una di queste immagini, costretto ad analizzarla con una lente d’ ingrandimento perche` la scala di riduzione era grandissima ,mi imbattei incredibilmente nel toponimo Monte Romulo.
Una scoperta eccezionale: il Monte Romulo in una carta di G. A.Rizzi Zannoni.
La carta che avevo tra le mani era uno dei quattro fogli che costituivano la “CARTA GEOGRAFICA della Sicilia prima o sia Regno di Napoli,disegnata da Gio. Ant. Rizzi Zannoni padovano,accademico di Gottinga e d’Altorf ; e fatta incidere per ordine del Re’ delle Due Sicilie in Parigi nel 1769”. Essa era stata elaborata circa trent’anni dal viaggio di Pratilli e della pubblicazione del suo libro sull’ Appia . Perche´ Pratilli, passando per Bisaccia,non trovo` traccia del Monte Romulo ? La motivazione ci viene,indirettamente, spiegata dagli autori nella didascalia alla Carta (30). Essi fanno notare che: 1) la carta fu voluta ed ordinata a Rizzi Zannoni da Ferdinando Galiani quando questi era segretario dell’ ambasciata napoletana a Parigi. 2) Il cartografo fece un’opera di ricostruzione a tavolino utilizzando materiale eterogeneo proveniente da cartografie precedenti tra cui l’Atlante delle province del Regno ,redatto da N. A. Stigliola alla fine del XVI secolo ( di cui rimangono solo cinque copie manoscritte )e le pergamene aragonesi.3) Rizzi Zannoni non pubblico` mai le analisi del suo lavoro e questo costituisce una gran perdita ,ma ottenne l’ incarico per le operazioni geodetiche e geografiche del Regno per la redazione della sua piu`famosa “Carta del Regno di Napoli “ detta anche “Carta di Rizzi Zannoni”. Da questa seconda Carta completata nel 1812, fatta con ricognizioni, sopralluoghi ed aggiornamento dei toponimi, scomparira`il Monte Romulo . Questo ci da`motivo di credere che Monte Romulo appartenesse alla memoria collettiva fino al XVI secolo e , sicuramente era presente nell’atlante di Stigliola o nelle carte aragonesi, fonti di appropriazione per l’elaborazione della “ Carta Sicilia prima”e tenendo conto ,ripetiamo,che il Zannoni non si mosse da Parigi . Si dedurrebbe quindi, che quando Pratilli passo`nel 1740 da quelle parti, il toponimo era stato gia´ dimenticato dalla comunita` locale . A noi resta la stranezza, pero`,del perche` tutti gli studiosi, tra cui il Mommsen , che nel C.I.L. IX mettera` una bella carta della topografia antica dell’Irpinia indicando persino Romulea , non abbiano consultato questa fonte.
Sull’ identificazione di Romulea e Sub – Romula alla luce di questa scoperta.
LA “Carta Della Sicilia prima”, non essendo appoggiata ad alcuna osservazione astronomica o topografica diretta , risulta deformata,con molti errori e presta difficoltà` interpretative sull’ esatta ubicazione di alcuni Toponimi. Dalla mia indagine ho dedotto che il Monte Romulo coincide esattamente con La Toppa, attuale denominazione (foglio 174 sud-ovest, I.G.M. scala 1:25.000) . La dizione attuale La Toppa e` sicuramente la trascrizione italianizzata, operata dagli ufficiali piemontesi durante i rilievi topografici dell’ Italia post-unitaria, del dialettale Tuop o Toppr, il cui etimo originario e` l’inglese Top o lo svedese Topp , abbastanza ricorrenti in queste aree di dominazione Longobarda :Toppo dell´anno,Toppa del Guardiano ed altri . Il Toponimo Tuop nel significato locale sta come collina, serro o monte emergente nel territorio. Io avanzo l’ ipotesi che oltre il tempo di Stefano Bizantino che, con Romuglia evocava ancora Romula o Romulo , si sia operato un sincretismo toponomastico da Romulo a Tuop , ma il vecchio toponimo , Monte Romulo, avrebbe condiviso con Tuop l’identificazione della “montagna” per lo meno fino alla fine del XVI secolo. Dopo e solo dopo, divenne Tuop conservandosi fino a che gli ufficiali piemontesi non lo italianizzarono con La Toppa. La carta originale da cui Zannoni riporta il toponimo Monte Romulo va ricercata,ripeto, nelle pergamene aragonesi o nell’atlante di A. N .Stigliola. Ora ,condividendo la supposizione di Salmon del nesso tra Monte Romulo – Romulea – Sub Romula , dove andrebbero collocate nella topografia attuale Romulea e la successiva Mantio o statio Sub – Romula ? Romulea era una citta´(urbem) come dice Livio od un coronimo che identificava il Pagus di Romulea cosi`come sembra fosse strutturata la topografia degli insediamenti irpini? (31) E Livio, che scriveva trecento anni dopo gli eventi della guerra sannitica, non semplificava ,forse, la topografia di quei luoghi secondo una logica insediativa romana? E che succede individuando il sito di Romulea e Sub – Romula nell’ identificazione dei tracciati dell’ Appia e della Via di Orazio ? (32) A queste e ad altre domande troveremo una risposta esaustiva nel prossimo articolo dove esplicitero`l’ipotesi di un insediamento “sospetto” nella parte piu` bassa del Monte Romulo (La Toppa) ,versante valle del Calaggio e di un sito per la Sub – Romula ancora piu`a valle che corrisponde ad una coordinata geografica congruente alle cifre riportate sia nella Tabula Peuntigeriana (33) che a quelle dell’Itinarario Antonini (34) e ritenute contraddittorie dagli storici.
NOTE:
1)O. Onorato. La ricerca archeologica in Irpinia , a cura dell’ amministrazione provinciale di Avellino. Avellino 1960.
2)VICUM .Un eccezionale contributo in questa direzione viene assolto da questa rivista (attualmente diretta da S.Salvatore) . Il trimestrale periodico con i suoi vent’otto anni di vita fa da coagulo al patrimonio della Storia irpina. Ad esso fanno capo moltissimi studiosi locali e nazionali.
3) O. Onorato. Op. cit. La nota 1 a p.43 ed altre successive riporta riferimenti essenziali per una bibliografia del periodo indagato.
4) Autori vari, Vie di Magna Grecia, Atti del secondo convegno di studi sulla Magna Grecia tenuto a Taranto dal 14 al 18 ottobre 1962. NAPOLI 1963.
5) G. Radke. Viae publicae romanae ,Cappelli Editori BOLOGNA 1981.
6) G.Alvisi. La viabilita`romana della Daunia,Società`di Storia Patria per la Puglia,documenti e monografie Vol.XXXVI, Bari 1970.
7) G.Lugli .Osservazioni sulle stazioni della via Appia antica da Roma a Brindisi in Sunderdruck aus “ Beiträge zur älteren europäischen Kultur-geschichte”,Band I, Festschrift für Rudolf Egger. Klagenfurt 1952. pp.276-293.
8) G. Gangemi., “Osservazioni sulla rete viaria antica in Irpinia in Irpinia” ,in L’ IRPINIA NELLA SOCIETA`MERIDIONALE,edizione del centro Dorso,Avellino 1987, pp 117-123.
9) T.E.Salmon. Il SANNIO E I SANNITI, G. Einaudi editore, Torino 1985.
10) W. Joannowsky. Il contributo di questo grande archeologo e` tale che elencare una bibliografia richiederebbe un lavoro specifico. Segnaliamo qui un inedito ed importante articolo pubblicato postumo sul Corriere del Mezzogiorno del 6/01/2010 .
11) G.Camedoca.M.Aemilius Lepidus,(cons. 126 a.C.),Le assegnazioni graccane e la via Aemilia in Hirpinia,estratto da Zeitschrift fur papirologie e pigraphik.Bonn 1997
12) G.Colucci Pescatori. Municipium, aliunde ignotum: Frigento in eta`romana in Studi Sull’ Italia dei Sanniti, a cura della Sopraitendenza Archeologica di Roma, Electa,Milano 2000, op.cit. pp. 47-55.
13) Autori Vari, Studi sull’Italia dei Sanniti , op.cit.
14) G. Tagliamonte, I SANNITI caudini, irpini, pentri, carracini ,frentani. Biblioteca di archeologia vol.25. Longanesi & C. Milano 2005.
.
15) Fiorentino P. Giovino. Il corso del fiume Sabato nel Kitab di Ruggero,in VICUM SET. – DIC. 2010. pp.39-52.
16) T.E.Salmon,Il Sannio e i Sanniti, Giulio Einaudi Editore.Torino 1985.
17) W.Joannosky, artic. cit.
18) V.Barra, Pres. Amm. Prov.Avellino. in O.Onorato. Op. cit. pp. 9-10.
19) O. Onorato, op. cit.
20) A.M. Jannacchini. Topografia storica dell’ Irpinia.Napoli 1889.
21) G.Devoto. Parole e strade della Magna Grecia, in VIE DI MAGNA GRECIA, op. cit. pag. 7. .
22) Tito Livio ,Storia di Roma,libro X,17. Grandi tascabili economici,Newton,Roma 1997. Traduzione riportata dal testo italiano a fronte, pp. 347-349.
.
23) Stefano Bizantino, grammatico del VI sec. Autore di un dizionario geografico “Etnica”, opera di 50-60 volumi andata persa. Esite una epitome completa di un certo Ermolao.
24) F.M.Pratilli,Della via Appia da Roma a Brindisi.Napoli 1745, p. 464.
25) T.E.Salmon,Ex Irpinia nsemper aliquid novi, in Vicum n.1, Marzo-Settembre 1990.
26) D.Romanelli, Antica topografia storica del Regno di Napoli , 1815. Vol.II , § 15, Romula vel romulea et Sub- Romula , p. 347.
27) T. Mommsen, C.I.L. XI, sub-voce Trevicum.
28) E.T. Salmon, Ex Irpinia sempre…. Op.cit.
.
29) G.Alisio e V. Valerio (curatori del catalogo della mostra ). Cartografia napoletana dal 1781 al 1889:il Regno,Napoli,La terra di Bari. Prismi,Editrice Politecnica Napoli.Napoli 1983.
30) G.Alisio e V.Valerio,op.cip. pp. 120-121.
31) G.Tagliamonte, op. cit. pp.156-178.
32)Raffaele Santillo, Die Via Sacra Lanobardorum: von Benevent zum Gargano, a cura della Provincia di Benevento assessorato al Turismo. Benevento 2004. Ed anche in il SANNIO quotidiano,del 25 Ott. 2002.
33) Orazio Flacco descrisse il viaggio nella Stira I,5.
34) G.Ciurletti ( a cura), Tav.Peutingeriana ,codexvidebonensis,(completa di tutti i fogli in formato originale).Trento,Edizioni U.C.T. 1991. Visionabile e di buona qualità`anche sul sito http://www.facebook.com/l/JAQAxTD4cAQDnIUvWJ1GtiAXWMyhwlEgrErSw5t9C2HIeKA/www.wikipedia.it
35) O.Cuntz, Itinerarium Antonini o Provinciarum, Lipsia 1929.
Ed anche Gustav Parthey, Moritz Pinder, Itinerarium et Herosolymitanum: ex libris manuscriptis, Berolini MDCCCLVIII, impressum Friderici Nicolai.