Amici,
non trovo i versi che scrissi per la poetica di Andrea Zanzotto.
Ricordo qualcosa circa lo stile linguistico e la semplicità della sua anima in simbiosi e biocenosi con i luoghi e col paesaggio.
Zanzotto merita il mio compiaciuto omaggio, il mio saluto al di fuori delle parole di circostanza.
Poiché i suoi versi, tra riflessione, evocazione e ricerca, sono stati sempre uno stimolo per svolgere un sereno compito di scrittura (come ho già scritto precedentemente nei commenti di altri post) voglio cristallizare il suo addio terreno utilizzando parte di un altro verso iniziale di una mia precedente poesia e di cui, comunque, c’è traccia in un saluto fatto a voi- (V. precedente mio commento al post “Per ritornare ad Aquilonia).
Infine, molti di voi sanno che sono un poeta improvvisatore e che situazione e occasione sono ingredienti base per scrivere poesia.
Ebbene vi trascrivo ciò che ho scritto per Andrea Zanzotto poco fa:
Bar Mokafè – Lioni, 19 ottobre 2011, ore 12:39, scontrino fiscale 57-
Omaggio ad Andrea Zanzotto – Poesia improvvisata – 40 versi liberi –
C’é un accapo lieto…
1 C’è un accapo lieto
nella quete
di un sonno bambino,
nel ritorno dei fiori…
5 C’è un dentro e un fuori
del mondo circoscritto
in ognuno di noi
dove l’attesa,il volere, il poi
sono il nodo contratto
del paesaggio che ci accoglie,
che ci annota i passi
e da dove nessuno
può sfuggire
per geo-storia e memoria…
15 Bisognerebbe avere
il coraggio di morire
nella beatitudine dei colori
delle nuvole,
esseri felici della sorte
di un passero
che esplora rami e foglie
con l’istinto di volare
sicuro della gioia
nella sua ignara giornata
25 appesa all’interrogativo
di altre vite
affamate di vita,
alla mercé del vento,
sovrastate dal cielo,
avvolte nel velo del tempo
che modella le stelle
e ci permette di essere voce,
meno mistero pensante
armonia e pace
35 fino all’incontro sereno
della morte,
fino allo stupore
della parola coniata,
sottesa all’innocente
40 parlata del cuore… =FINE=
=Memo Archivio Orig. – Redaz .9° Q, pag.15=
DIRITTI RISERVATI per AUTOS EDIZIONI
Con affetto, come sempre, Gaetano Calabrese – poeta errante dell’Irpinia.
(19 -X – 2011, ore 14:15)
Amici, perdonate alcuni errori di battitura ( tipo cristallizare per ‘cristallizzare’ quete al posto di ‘quiete’) e l’ attacco della numerazione ai versi, ovviamente operato automaticamente dalla ricevente pagina del blog, Saluti cari a tutti, Gaetano.
” Silenzio sei paesi nell’ora di pranzo, quando giri nei vicoli e non senti voci, perché spesso dentro le case c’è una sola persona e non ha con chi parlare. A volte si sente la televisione, adesso annunciano che è morto un giornalista televisivo, non ho sentito il nome, qualunque giornalista muoia è sempre una notizia, se muore un poeta quasi mai è una notizia. ”
Terracarne pagina 53
Amici, la forza dell’intelligenza e la speranza contrapposta allo squallore sono sempre in quel “quasi mai”. La misericordia e la grazia passano attraverso la poesia, attraverso sensibilità che testimoniano l’esserci per il divenire…]
Buonaottobrata, Gaetano.
Avverto nitidamente quella punta.
“75 pagine conglomerate”
Vergogna c’è dentro il poeta.
La rabbia e la frustrazione rosicano i gomiti
c’è convivenza. Decenza
impossibile vivere e scrivere eppure
arriva il Tempo che si muore. Non c’è, sì c’è
che non sono il più adatto a scrivere un ricordo
75 pagine conglomerate e 900 anni sì sono
no, non sono sufficienti. Eppure.
La vergogna di vivere è più forte della vergogna di scrivere.
È così che siamo ridotti nell’ultima notte
a stringere i denti per non vomitare
per non mollare a tremare hai mollato
la paura dell’usuraio
– vergogna sopravvivere alle vite –
Il male minore chiesto implorato
è ritornato la morte
ed io non t’ho amato.
–
Fermarsi appena è la poesia
sulla lama la gogna solo vergogna
Poeta. Con-vivi.
–
18/10/2011
Chiappanuvoli
http://chiappanuvoli.wordpress.com/2011/10/18/75-pagine-conglomerate-ad-andrea-zanzotto/
Amici,
non trovo i versi che scrissi per la poetica di Andrea Zanzotto.
Ricordo qualcosa circa lo stile linguistico e la semplicità della sua anima in simbiosi e biocenosi con i luoghi e col paesaggio.
Zanzotto merita il mio compiaciuto omaggio, il mio saluto al di fuori delle parole di circostanza.
Poiché i suoi versi, tra riflessione, evocazione e ricerca, sono stati sempre uno stimolo per svolgere un sereno compito di scrittura (come ho già scritto precedentemente nei commenti di altri post) voglio cristallizare il suo addio terreno utilizzando parte di un altro verso iniziale di una mia precedente poesia e di cui, comunque, c’è traccia in un saluto fatto a voi- (V. precedente mio commento al post “Per ritornare ad Aquilonia).
Infine, molti di voi sanno che sono un poeta improvvisatore e che situazione e occasione sono ingredienti base per scrivere poesia.
Ebbene vi trascrivo ciò che ho scritto per Andrea Zanzotto poco fa:
Bar Mokafè – Lioni, 19 ottobre 2011, ore 12:39, scontrino fiscale 57-
Omaggio ad Andrea Zanzotto – Poesia improvvisata – 40 versi liberi –
C’é un accapo lieto…
1 C’è un accapo lieto
nella quete
di un sonno bambino,
nel ritorno dei fiori…
5 C’è un dentro e un fuori
del mondo circoscritto
in ognuno di noi
dove l’attesa,il volere, il poi
sono il nodo contratto
del paesaggio che ci accoglie,
che ci annota i passi
e da dove nessuno
può sfuggire
per geo-storia e memoria…
15 Bisognerebbe avere
il coraggio di morire
nella beatitudine dei colori
delle nuvole,
esseri felici della sorte
di un passero
che esplora rami e foglie
con l’istinto di volare
sicuro della gioia
nella sua ignara giornata
25 appesa all’interrogativo
di altre vite
affamate di vita,
alla mercé del vento,
sovrastate dal cielo,
avvolte nel velo del tempo
che modella le stelle
e ci permette di essere voce,
meno mistero pensante
armonia e pace
35 fino all’incontro sereno
della morte,
fino allo stupore
della parola coniata,
sottesa all’innocente
40 parlata del cuore… =FINE=
=Memo Archivio Orig. – Redaz .9° Q, pag.15=
DIRITTI RISERVATI per AUTOS EDIZIONI
Con affetto, come sempre, Gaetano Calabrese – poeta errante dell’Irpinia.
(19 -X – 2011, ore 14:15)
Amici, perdonate alcuni errori di battitura ( tipo cristallizare per ‘cristallizzare’ quete al posto di ‘quiete’) e l’ attacco della numerazione ai versi, ovviamente operato automaticamente dalla ricevente pagina del blog, Saluti cari a tutti, Gaetano.
” Silenzio sei paesi nell’ora di pranzo, quando giri nei vicoli e non senti voci, perché spesso dentro le case c’è una sola persona e non ha con chi parlare. A volte si sente la televisione, adesso annunciano che è morto un giornalista televisivo, non ho sentito il nome, qualunque giornalista muoia è sempre una notizia, se muore un poeta quasi mai è una notizia. ”
Terracarne pagina 53
fabio…
non ti sfugge niente…
Amici, la forza dell’intelligenza e la speranza contrapposta allo squallore sono sempre in quel “quasi mai”. La misericordia e la grazia passano attraverso la poesia, attraverso sensibilità che testimoniano l’esserci per il divenire…]
Buonaottobrata, Gaetano.