Il pigiama di Walser


Questa notte ho sognato Robert Walser. Forse perchè ieri pomeriggio
ho riletto il suo libro: “Storie”. Ho sognato che stavo apprestandomi a
dormire, quando d’improvviso, nel tratto di strada ipnagogico che
preavvisa il sonno, ho visualizzato una porticina dalla quale è uscito
un uomo con cappello e bastone che, dopo pochi secondi, si è accostato
al mio letto. Aveva un viso sottile, gli occhi vispi e luminosi. Mi ha
salutato con gentilezza, si è seduto sulla sedia vicino allo scrittoio
e , dopo aver estratto occhiali e penna, ha cominciato a scrivere di
getto…

Io lo guardavo un po’ stordito. Lui continuava a calligrafare con la
sua scrittura minuta, senza tenere minimamente conto della mia sorpresa
in volto. Continuava a scrivere come sotto la guida di uno dei tanti
diavoli presenti nelle sue storie. Mentre scriveva la sua voce emetteva
un verso strano come una specie di lallazione. Io ero fermo nel mio
stato transitorio come paralizzato. Non mi sembrava opportuno
interrompere il corso della sua scrittura.

Dopo una decina di minuti comincio a farmi coraggio, tento di dire
qualcosa, ma facevo fatica a parlare. Non articolavo alcuna parola.
All’improvviso scorgo nello specchio a me di fronte come una corrente
baluginante, una scia di lettere che prendevano la direzione delle
testa dello scrittore. Mentre tentavo di parlare, mi accorsi che la
fonte da cui scaturiva la scia era la mia bocca. Rimasi sgomento di
fronte a questa scoperta e anche un po impaurito.

La corrente di lettere e di segni luminescenti dalla mia bocca
transumavano verso le orecchie di Walser. Ero immerso in una sorta di
incanto. Non riuscivo a pensare a nulla. Guardavo come un rimbambito la
mia stanza completamente immersa nella nuvola magica.

Walser smise di scrivere. Si alzò dalla sedia. Ripose nel taschino
penna e occhiali e cominciò ad avvicinarsi a me. Rimase fermo a un
metro di distanza dal mio letto. Notai sul bordo del suo cappello una
lucciola che emanava una luce intermittente e anche un suono, come un
fischio sottile.
Non mi guardava negli occhi, ma in direzione della mia spalla destra.
Sembrava fissasse il vuoto.
La sua bocca comincio a muoversi lentamente come se masticasse una
noce. Piano piano cominciai a sentire qualcosa: un suono limpido che
lentamente prendeva forma di parola. Non riuscivo a comprendere, facevo
ancora fatica a capirne il senso. Walser mosse la mano destra,
portandola in direzione della bocca. Fù in quel momento che le sue
parole cominciarono a prendere chiarezza.

Dopo un po’, mi sentii dire : “Mi potrebbe far dono di un pigiama?”
Ed io : “Si, certo.”
Non riuscii a dirgli nient’altro che questo. Presi il pigiama
dall’armadio e lo lasciai sul letto, facendogli capire che poteva
portarlo con sé senza alcun indugio.
Walser prese il pigiama, abbassò la testa per ringraziarmi e, con
passo lento, si avviò verso la porticina del sogno.
Prima di andare via, si voltò per un po’ dicendomi: “Le ho lasciato
un foglio….”
Ed io : “Grazie!”
Walser spari’ dietro alla porticina.

Mi alzai dal letto ancora confuso. Mi avvicinai allo scrittoio e
notai un foglio fitto fitto di una scrittura che copriva tutta la
superficie della carta, sembrava un tessuto dalla trama complessa e
sottile.
Accanto al foglio c’era un post-it giallo con la stessa calligrafia
di Walser , ma molto chiara, leggibile.
C’era scritto questa frase: “Le parole adorano riposarsi. Si procuri
un pigiama più caldo anche per loro. Senza un buon riposo, lei scriverà
ammalandosi. Ci vuole un pigiama appropriato per ogni sogno !”

Questo è ciò che potrebbe accadere quando (svegli dalle quattro e
mezza del mattino) si resta in casa ancora col pigiama fino a
mezzogiorno e un quarto…

 

Antonio D’Agostino 

3 pensieri riguardo “Il pigiama di Walser

  1. Davvero splendido, per ritmo grazia e raffinata auto- ironia ,ancorpiù notevoie quando è in grado di scherzare sulla propria capacità di produrre “significante” – e dunque letteratura., Bravo Antonio, sei sorprendente.

  2. “Le parole adorano riposarsi”….bellissimo, (im)probabile, ironico, dialogo, da godersi….in pigiama ! Complimenti Antonio !

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