Dai fogli del catasto

Salvatore DI Vilio "Appunti cromatici"
Salvatore DI Vilio "Appunti cromatici"

Non è più il carro a maciullare l’erba

sono fermi i denti della macina

l’asse esposto nel grasso è bloccato

 

l’edificio accoglie il carico di nebbia

si addensa la forma del campo

sul foglio dei catasti nel largo

 

lo spazio si riapre alle semine

per ogni solco una scaglia di silenzio

la mano che depone sabbia

 

il rito è la frusta sui nervi delle piante

una schiena che si incurva ai principi

del torcere e del liberare i cocci

 

sbucano dalla parete i resti di una festa

antica storpiatura delle usanze

la trappola minerale dei calcinacci

 

la presa poderosa del ramo storto

la ruggine dell’orto prende a schiaffi la casa

dal camino salgono le ceneri

 

sento le voci uscire dal pagliaio

perse come aghi a ricucire la trama

del racconto che non si raccoglie

 

domani il giorno si rende in fotocopie

gli sbiaditi prendono tutto per buono

nell’apparenza il vero li assiste da lontano

 

Antonio D’Agostino

3 pensieri riguardo “Dai fogli del catasto

  1. Nel contempo intensa e delicata ; vi si innesta una lettura critica della realtà né moralista né greve. Tradisce , nello stile, la nobiltà e dolcezza d’animo dell’autore

    “Gli sbiaditi prendono tutto per buono
    nell’apparenza il vero li assiste da lontano”

    Bella chiusura, significativa e delicata come un’acquamarina.

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