“la grande vita nascosta nei piccoli paesi” delle nostre belle colline che muta di senso,di colori, di misteri, di storie e di espressione ogni giorno sempre ….nella forza della fragilità e nella sicurezza della provvisorietà. Il paese è il luogo del suo farsi male e più prova a scappare più lo agguanta. Qui la sua vita è sempre stata questa, una vibrante vita mesta”.F.Arminio, Circo dell’ipocondria.
di mauro orlando
Un piccolo viaggio paesologico tra l’incanto del palato di sant’andrea di conza e il silenzio evocativo di Cairano.Questo è possibile se oltre alla ricerca della “grande vita che scorre nelle pieghe …,nelle crepe,nelle frane dei piccoli paesi” si incontrano quelle persone che – felicemente Franco Cassano – chiamava “le persone-paese” …..” quelle che, pur risiedendo altrove, sono rimaste legate ai luoghi in cui sono nate, e sono capaci di riconsegnare a essi l’energia e l’allegria che partendo avevano portato via nelle loro valigie” Ma soprattutto sono quelle che quotidianamente praticano e coniugano sogno e bellezza……” quando il sogno a cui ci si alimenta è collettivo si riesce ancora a ringraziare gli altri, perché essi non sono concorrenti, ma parte di una catena fatta di braccia e di persone con cui si è mangiato insieme il pane…….. .
E per innescare questa energia, per allungare il respiro, per demitizzare l’anima, è necessaria un po’ di follia. È anche per questo che oggi i poeti e gli scrittori al Sud sembrano essere diventati più credibili e creativi della maggior parte dei politici. “ E allora sevono anche queste persone come Pompeo lo chef, Leo il dylanologo e Franco il poeta che ostinatamente giocano con i sogni sporcandosi le mani nelle relatà difficili di questi luoghi apparentemente abbandonati ma che vanno stimolate con fatti e esperienze alla follia della speranza e del futuro in una vecchia fornace, nel racconto di un dolore o di uno sguardo fedele e amorevole di un cane zoppo al proprio territorio. Di qui si parte verso il sogno di futuro nel nostro modo di ragionare, se non si aprono le porte e non si guarda fuori, non ci basteranno le vibrazioni della poesia e del buon gusto.Da qui era partita …. “invenzione» di Arminio, il festival di Cairano, un paese che sembra un «meteorite che guarda tutta l’Irpinia». Non come …..un investimento turistico, ma di una riscoperta dei «luoghi comuni», della bellezza che nasce dalla loro singolarità, di una festa che non lascia a terra lattine o bottiglie, dove l’ebbrezza è quella di una convivialità abitata da una misura, che sa bene che qui, grazie alla loro asperità, sono i luoghi a comandare e che essi non amano le tribù dello sballo. Non è un caso che il tradimento di questa austerità in Irpinia si sia dovuto nascondere negli interni delle case e raramente abbia avuto il coraggio di andare in giro sfidando il giudizio severo delle salite e dei venti” Da questo miraggio si era partiti e con questo miraggio si continua a ritornare a sant’andre adi conza e a……Cairano!.Visualizza altro