dal 1892 al 1954
12 milioni di italiani
partirono per l’america.
altri tempi.
avevano un cuore da cavallo.
Qui una volta c’era uno che viveva in campagna.
partì dal porto di napoli. c’era un bel cielo
in quel pomeriggio del quarantanove.
la città sembrava felice. ma lui davanti a tanta acqua
e tanto cielo cercava di intravedere i suoi monti,
la sua casa. mentre la nave si avviava lui ancora
guardava verso i monti, pensava alla mucca,
al porco e alle galline che aveva lasciato.
pensava a sua cugina michelina
che gli aveva fatto vedere un seno
proprio mentre lui preparava le valigie.
Era lì da due anni. mentre da solo nella sua stanza
ballava il tango il suo braccio si trasformò
nell’ala di un angelo. era l’ottobre del quarantasette,
nella città argentina di matanza.
Fa il tassista a new york e s’informa
sulla nazionalità di chi sale.
rumeni, macedoni e albanesi
sono assai simili ai pastori del paese.
Ha una pizzeria a Jefferson ne missouri
e del paese ricorda poche cose: il pane nero,
fatto di grano duro, in grandi forme
di tre o cinque chili,
lampadine sporche di antichi nerumi di mosche,
il bocchino fatto con l’osso della gamba posteriore
di una lepre, il compare di san giovanni,
le forchette di stagno, le cacate di gruppo all’aria aperta.
Il fabbro dagli occhi azzurri è tornato al paese
e ha smesso di lavorare perché ogni volta
che piegava un ferro gli sembrava di piegare
le dita degli angeli.
Le puttane passavano per le baracche
tutte le sere. costavano poco.
per quelle buone tonino loffa
doveva uscire in città.
La china calda, la figlia del fruttivendolo
le patate con i peperoni, la briscola
i laghi di monticchio. questi sono gli ideali
di peppino montemarano, imbianchino
a bellinzona.
I grandi dolori di carletto, elettricista a berna:
quando l’italia perse contro la polonia
nello stadio di stoccarda, quando morì suo nonno
punto da un calabrone, quando sua moglie
gli disse che si era fatta baciare
dal padrone della pizzeria.
Lavorava in una fabbrica di scarpe in veneto.
tornato al paese ebbe un grande momento
di felicità nella sua vita il giorno in cui l’elettricista
venne a montargli la nuova insegna:
gerardo tota, chirurgo della scarpa.
Si ritrovavano al paese verso la fine di luglio.
nella loro vita erano cambiate tante cose,
ma non gli occhiali da sole,
che avevano comprato lo stesso giorno,
dello stesso modello, in un negozio di salerno.
Rocco cestone sognava sempre di andare al nord.
finalmente vinse un concorso alle poste.
la sua vita a rovigo si svolse per trent’anni
sempre allo stesso modo: mattina in ufficio,
pranzo al ristorante, sonnellino pomeridiano,
passeggiata serale solitaria, cena asciutta in pensione,
un po’ di televisione, un po’ di giornali
e qualche pastiglia per dormire.
Renato capofitto mentre beveva un bitter
in un bar di Nonantola si sentì scaricato
di ogni personalità, svuotato, esautorato
dalla particolarità, dal pericolo di essere qualcuno.
Bisogna aspettare la metà di ottobre per sapere
quanti saremo a passare l’inverno qui.
per ultimi se ne vanno quelli che vanno a supplire
nelle scuole del nord.
Bidello a vercelli. di giorno fa il solitario con le carte.
la sera prova a costruire il castello del paese
coi fiammiferi.
Florideo camarca faceva il cameriere in un ristorante
dove una famosa cantante andava a pranzo coi suoi amanti.
lui portava di nascosto alle labbra il bordo del bicchiere
dove lei aveva bevuto. baciava le bucce d’arancia
che lei aveva lasciato nel piatto.
Giovanna di cecca lavorava in un ristorante
nel centro di vancouver in canada. lavorava nella cucina,
ma subito si affacciava fuori quando le sembrava di sentire
la voce di qualche italiano.
Attilio è morto in america, ma prima di morire
è venuto molte volte in italia,
sperando di morire in italia.
Dopo le vacanze di natale
tornava in svizzera a lavorare.
vomitava due volte: a candela e a chiasso.
Quello che stava a milano e quando giocava a biliardo
prima di ogni tiro si sistemava i capelli
come fosse appena sceso da un elicottero.
Dopo aver voluto molte cose che non si sono mai compiute,
dopo che si sono compiute tante cose che non aveva voluto,
lorenzo masucci ha pensato di andarsene a ortanova.
Assunta morano e il marito adesso
sono seppelliti nel cimitero di berna.
l’unico figlio che avevano fa il maresciallo
dei carabinieri a reggio emilia.
Filomena marchitto si sposò per procura.
per raccogliere i soldi necessari
a raggiungere il marito in america
ci vollero tre anni di lavoro
e qualche piccola concessione a don alfonso ,
il prete del paese.
Non tutti riuscivano a resistere,
quattro su dieci tornavano in patria.
lorenzo melillo appena tornò al paese
dovette partire per la guerra.
Peppino loffa il primo anno
coi soldi svizzeri fece il bagno,
il secondo anno mise la carta alle pareti,
il terzo anno i termosifoni,
il quarto anno comprò una vigna.
Costantino miscia
al quinto giorno di navigazione
sulla nave sempione si buttò in mare.
Angelino mastrullo si sposò un anno prima
di partire per l’america.
non mandò mai soldi né notizie.
la moglie elena dopo molti anni fece un figlio
con uno di barletta che veniva da queste parti
ad aggiustare gli ombrelli.
La banda del paese era composta di trentasei elementi.
in pochi anni ne partirono dodici per le americhe.
il maestro di orchestra prima cadde in depressione
poi emigrò pure lui.
La famiglia di angelo vitale si trasferì in francia
agli inizi degli anni sessanta.
lui aveva nove anni e la mattina della partenza
si andò a nascondere nell’orto del parroco.
Franco Arminio
Stato in luogo
Transeuropa edizioni