C’è ancora un bella luna
alle sette del mattino.
Oggi l’Italia somiglia un poco di più
al mio paese. Penso alle porte chiuse,
penso alle forbici dei barbieri
alle cucine vuote, penso a tutti gli schermi accesi.
Penso al giro dei bar che facevano
di mattina gli alcolisti,
penso a chi muore in questi giorni,
a chi da poco ha scoperto di avere un cancro.
Io e la mia vecchia paura
ci facciamo compagnia da tanti anni,
vi posso assicurare che di paura non si muore
e che la paura è un inganno come un altro.
Mi trema il cuore
per i fatti vostri e per i fatti miei.
Forse da tutto questo chiudere e impedire
qualcuno di noi finalmente da se stesso
potrà uscire.
Non illudiamoci che possa accadere a tutti,
non illudiamoci che se il mondo si ammala
quando guarisce poi è più bello.
Oggi l’Italia è un convento di clausura
ma nessuno prega, mai come in questi giorni
ho sentito parlare cosi poco di santi e di miracoli.
Ognuno partorisca il bene che gli serve
senza chiedere più di tanto al mondo.
Siamo qui per disgrazia
e per fortuna.
Framco Arminio (Corriere della Sera)