Dal 17 al 20 agosto parte a Mesagne la prima delle due proposte di E!State Liberi. Un centro estivo che si terrà in un bene confiscato a Masseria Canali e in tutta Mesagne, per “costruire nuovi sguardi”. L’iniziativa è curata da Libera, con cui abbiamo il piacere di collaborare.
Il campo si svolge a Mesagne, cittadina dell’Alto Salento tra le più caratteristiche e con un grande patrimonio storico-culturale. La città racconta sia la nascita della mafia salentina – è il luogo che ha dato i natali al fondatore della Scu – sia la possibilità di una convinta reazione verso quella stessa mafia, grazie all’impegno della società civile mesagnese, la cui opposizione, insieme all’operato delle Forze dell’Ordine, è risultata decisiva nel forte ridimensionamento del potere criminale.
Il centro delle attività sarà Masseria Canali, uno dei beni confiscati alla Sacra corona unita, riutilizzati dalla cooperativa sociale Terre di Puglia – Libera Terra.
La cooperativa nasce nel 2008 grazie all’impegno di LIBERA e di alcuni Comuni brindisini – primo fra tutti quello di Mesagne – decisi a valorizzare insieme i tanti ettari di terreni confiscati sul territorio, seguendo le linee della legge 109/1996 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati e l’esempio positivo di Libera Terra. Da quei primi passi compiuti fra molte difficoltà, oggi la cooperativa è diventata un esempio di come si possa produrre prodotti di eccellenza lavorando nella legalità, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e nel rispetto dell’ambiente.
Il campo è realizzato in collaborazione con la “Casa della Paesologia”: la Casa della Paesologia è il luogo di incontro delle comunità provvisorie nate attorno all’attività di Franco Arminio, poeta e scrittore. La paesologia unisce l’attenzione al dettaglio con la spinta verso il sacro, di contro all’ossessione contemporanea della produttività ad ogni costo e della frenesia esitenziale.
Animata da questi principi, la Casa promuove una ricerca quieta, al passo con i ritmi dei luoghi marginali: andare lì dove non c’è motivo di andare, tenere aperta una casa in un borgo in cui tutte le porte sono chiuse, restare in ascolto del silenzio per dar voce a ciò di cui si è dimenticato il suono.
Il campo sarà caratterizzato da un laboratorio fotografico che, attraverso un percorso di educazione allo sguardo, avrà l’obiettivo di tornare a concepire lo scatto non come gesto “meccanico” ma come momento finale di un’osservazione più profonda e armonica con l’ambiente circostante, in particolare con la comunità che vive il paese.
Tutte le informazioni su accoglienza e programma:
https://www.libera.it/schede-1169-campo_minorenni_maggiorenni_a_mesagne