Il quartiere (cose messe in fila)

Antoni Tapies

si aprono le porte

escono le formiche

nel sonno resto solo

prendo la direzione

del ramo storto

 

entro nella stanza

sono un paziente

gli aghi di siringa

iniettano delusione

 

il televisore mi calma

vivo meglio in poltrona

che altrove

sono un cane da guardia

 

 

lasciano sempre la macchina

allo stesso punto di domanda

lo fanno senza pensarci su poi tanto

la ragione mangia il dubbio

 

 

dalla cassetta della posta

viene fuori il vento

spedito dal mio antenato

nel periodo della guerra fredda

 

il triciclo è sempre al solito posto

lasciato sul primo gradino

dal guidatore

appena giunta la tormenta

 

 

arrivano con la folla

stretta in una parentesi

la portano a spasso

tra la chiesa e il camposanto

 

 

un segno di carbone

sulla bianca parete

la peste

 

Antonio D’Agostino 

 

 

 

 

 

 

 

 

3 pensieri riguardo “Il quartiere (cose messe in fila)

  1. Simbolismo espressionista sospeso tra metarealismo magico e racconto dolente del quotidiano, metafora di realtà e rappresentazione e sua astrazione.
    Bellissima, la quintessenza del poetico.

  2. ” la ragione mangia il dubbio” una battaglia di resistenza , improbabile ,difficile,impari ma degna di essere vissuta senza pensarla……

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