Il Dio delle lingue e delle radici

Da Dispacci dal paesaggio degli alberi e degli uomini di Tiziano Fratus

Il Dio delle lingue e delle radici

Ci siamo persi poco prima di conquistare la vetta.
Non c’erano grandi parole da dire,
la tua faccia da falegname, i miei occhi da sognatore.

Una parete di tronchi e di chiome di larice,
le ombre che fermentavano nel sottobosco.

Mi hai teso la mano e l’hai detto: Forza, Dio ci aspetta



Il blog di Franco Arminio "Comunità Provvisorie" arriva nelle vostre case...lle email.


Iscrivendoti accetti che i dati saranno utilizzati da Comunità Provvisorie nel rispetto dei principi di protezione della privacy stabiliti dal decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 e dalle altre norme vigenti in materia. Accetto di ricevere questa newsletter e so che posso annullare facilmente l'iscrizione in qualsiasi momento.

4 pensieri riguardo “Il Dio delle lingue e delle radici

  1. Tutta giocata sulla sottrazione. Essenziale, significativa, potente. A diretto contatto con la natura (specie quella vegetale), emerge altrettanto potente la “religio” dell’esistenza; qui ha nome Dio, il dio antropizzato della nostra tradizione cristiana, in mille altri “altrove” ha altri nomi per l’unica “religio” della vita.

  2. Ti ringrazio. Hai scritto delle belle parole… condivido il discorso riguardante il Dio cristiano. Per me ha radici luterane. Ma è ovvio che quando mi trovo in mezzo alla natura Dio è tutto e niente, la natura supera le parole che come specie abbiamo coniato.

Rispondi